Il sistema fiscale italiano prevede la possibilità di ottenere il rimborso delle imposte pagate in eccedenza attraverso la presentazione della dichiarazione dei redditi, in particolare tramite il modello 730.
Questa procedura, rivolta sia a lavoratori dipendenti che a pensionati e categorie assimilate, consente di recuperare somme versate in eccesso allo Stato, come emerge dal conguaglio fiscale annuale. Tuttavia, non sempre la restituzione delle somme avviene in modo tempestivo e, talvolta, il diritto del contribuente può essere messo a rischio dalla prescrizione dei rimborsi del 730.
Cos'è la prescrizione dei rimborsi 730: regole decennali e quadriennali
La normativa fiscale stabilisce criteri rigorosi in merito alla prescrizione dei rimborsi da modello 730, tutelando sia il diritto del contribuente sia le esigenze dell’amministrazione finanziaria. Comprendere le differenze tra prescrizione decennale e decadenza quadriennale è essenziale per salvaguardare i propri crediti fiscali:
- Prescrizione decennale: Il termine di 10 anni rappresenta la regola generale per i rimborsi derivanti dalla dichiarazione dei redditi. Questo termine decorre dal momento in cui la volontà di ottenere un rimborso è espressa nella dichiarazione stessa. Il dies a quo coincide normalmente con la presentazione del modello, e soltanto una richiesta esplicita di accredito consente di far scattare la prescrizione decennale.
- Decadenza quadriennale: Diversamente, quando il diritto al rimborso non è sorto esplicitamente dalla dichiarazione, ma deriva da errori, dimenticanze o da elementi sopravvenuti (come sentenze o chiarimenti normativi), il contribuente dispone di soli 48 mesi dal versamento per proporre un’istanza autonoma all’Agenzia delle Entrate. Superato questo termine, il credito si estingue e non è più recuperabile.
La giurisprudenza, ha chiarito che solo il contribuente che manifesta la volontà di ottenere il rimborso attiva il termine di prescrizione.
Tipologia |
Termine |
Decorrenza |
Prescrizione ordinaria |
10 anni |
Dalla manifestazione di volontà alla restituzione (presentazione dichiarazione) |
Decadenza istanza autonoma |
48 mesi |
Dalla data del versamento indebito |
Quando un rimborso 730 va in prescrizione: termini e decorrenza
I tempi di prescrizione dei rimborsi 730 variano in funzione dell’origine del credito e delle azioni poste in essere dal soggetto interessato.
Il termine di prescrizione decennale decorre solitamente dal momento in cui la dichiarazione dei redditi, correttamente compilata, evidenzia un credito e l’opzione per il rimborso viene esplicitamente indicata all’interno del quadro relativo. Da quel momento, il contribuente dispone di dieci anni per ottenere la restituzione, trascorsi i quali il diritto si estingue e nessuna azione giudiziale o amministrativa consentirà più il recupero.
Se il credito nasce per omissioni, errori materiali, acconti versati in misura superiore o per ulteriori motivi non rilevati direttamente dalla dichiarazione, il termine di riferimento è quadriennale ed è calcolato dalla data del versamento eccedente.
In tali situazioni, è necessario presentare un’istanza di rimborso specifica entro 48 mesi, pena la decadenza definitiva. Solo dopo la corretta trasmissione di tale istanza, si riapre il termine decennale in cui perfezionare il recupero dell’importo. Inoltre:
- Nei casi di rimborso parziale, la prescrizione continua a decorrere sulla quota residua da restituire.
- In presenza di controlli o domande presentate a uffici non competenti, la responsabilità di inoltro ricade sull’amministrazione, ma il decorso dei termini viene sospeso solo se vi è interruzione formale tramite comunicazione, sollecito o avvio di contenzioso.
- Eventuali azioni come l’invio di una richiesta scritta, la presentazione di ricorso o la successiva trattativa con l’Agenzia delle Entrate interrompono il termine di prescrizione, secondo i principi generali previsti dal codice civile.
Come evitare la prescrizione del rimborso
Il rispetto delle tempistiche è il primo criterio per non perdere il diritto al rimborso. E' consigliabile, inoltre:
- Verifica puntuale dei crediti fiscali: Monitorare annualmente i rimborsi attesi tramite il Cassetto fiscale o l’area riservata dell’Agenzia delle Entrate permette di individuare subito anomalie, ritardi o importi errati.
- Attivazione della richiesta: Presentare tempestivamente l’istanza di rimborso se il credito non scaturisce dalla dichiarazione originaria, rispettando la finestra quadriennale.
- Conservazione documentale: Raccogliere e archiviare tutte le ricevute, le dichiarazioni presentate, i versamenti, i solleciti scritti e le comunicazioni ufficiali, in quanto indispensabili in caso di accertamento o ricorso.
- Solleciti periodici all’Amministrazione: Inviare solleciti formali in caso di ritardo aiuta da un lato a sollecitare la liquidazione, dall’altro interrompe la prescrizione prolungando il termine utile alla riscossione.
- Scelta della compensazione: Nei casi in cui sia più conveniente, utilizzare il credito in compensazione per pagare altre imposte può rappresentare un’alternativa sicura per evitare che il credito maturato si prescriva.
Procedura per richiedere il pagamento dei rimborsi prima della prescrizione
Per recuperare i rimborsi del 730 prima della prescrizione è prevista una procedura specifica. I contribuenti devono innanzitutto specificare nella dichiarazione la volontà di ricevere il rimborso; in assenza di tale opzione, è necessario presentare un’istanza autonoma.
- Il modello per la richiesta può essere scaricato dal sito dell'Agenzia delle Entrate e deve essere compilato con tutti i dettagli relativi all’imposta, all’importo e al periodo di riferimento. È indispensabile allegare la documentazione giustificativa, come la copia della dichiarazione dei redditi, le ricevute di versamento e qualsiasi altro documento attestante la legittimità del credito.
- L’istanza può essere presentata via PEC, raccomandata A/R o consegnata direttamente presso l’ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate competente rispetto al domicilio fiscale.
- Per accelerare la ricezione, è consigliabile comunicare preventivamente l’IBAN personale all’Agenzia tramite il relativo servizio web, evitando i tempi lunghi associati ai pagamenti con assegno vidimato.
- Nel caso di credito da dichiarazione già presentata, è possibile integrare o correggere la dichiarazione stessa, entro precise finestre temporali, utilizzando il modello integrativo o correttivo secondo la fattispecie (ad esempio, modello 730 integrativo entro il 25 ottobre o modello Redditi PF integrativo per anni precedenti).
Dopo l’invio della richiesta, l’Agenzia delle Entrate ha facoltà di effettuare controlli preventivi. Il termine ordinario per la risposta è di 90 giorni. In assenza di comunicazioni entro tale periodo, si verifica la fattispecie del silenzio-rifiuto e il contribuente può rivolgersi la giustizia tributaria nei termini previsti.
Leggi anche