Dalla Cgil, alla Cisl alla Uil e atre sigle sindacali: molti percettori di Naspi si trovano, spesso senza esserne pienamente consapevoli, a vedere applicata una trattenuta sindacale sulla loro indennità di disoccupazione. Questa quota, che viene detratta direttamente dall’INPS, rappresenta una voce di spesa non sempre chiara per chi attraversa una delicata fase di transizione lavorativa.
Conoscere che cosa sono le trattenute sindacali, quando vengono addebitate e come sia possibile eliminarle, può aiutare il lavoratore a gestire al meglio il proprio sostegno al reddito. Ricevere assistenza dal patronato o dal sindacato è un diritto, ma la scelta di aderire dovrebbe sempre essere informata e consapevole.
Nel panorama italiano dell’assistenza e tutela lavorativa, la trattenuta sindacale rappresenta una quota mensile prelevata direttamente dalla prestazione di disoccupazione per essere destinata all’organizzazione sindacale alla quale il lavoratore aderisce. Il meccanismo fa parte di un sistema che lega l’assistenza ricevuta presso CAF o patronati all’adesione, spesso sottoscritta senza piena cognizione, a una sigla sindacale.
Questo avviene durante la firma della documentazione necessaria per la richiesta della NASpI: tra i vari moduli, può essere inclusa la delega per il versamento della quota associativa a un sindacato.
Il sistema italiano garantisce l’accesso gratuito ai servizi di assistenza per la domanda di NASpI: tuttavia, nella pratica si verifica che, contestualmente all’erogazione di tali servizi, venga proposta l’adesione sindacale, con conseguente prelievo di una percentuale sull’importo dell’indennità.
Le motivazioni per cui i lavoratori si ritrovano questa trattenuta sono principalmente due:
Va sottolineato che l’ammontare della trattenuta non è sempre oggetto di dettagliata informativa al momento della firma.
Molti utenti scoprono solamente con il primo pagamento della NASpI di essere iscritti a un sindacato. Secondo quanto previsto dalla normativa, la revoca è sempre possibile e l’adesione deve essere una scelta libera.
La trattenuta sindacale viene applicata nel momento in cui, durante la fase di richiesta dell’indennità di disoccupazione, il lavoratore sottoscrive una delega specifica all’organizzazione sindacale che lo assiste nella pratica.
L’INPS agisce da intermediario: preleva la quota associativa dall’importo lordo mensile della prestazione e la versa direttamente al sindacato, secondo quanto stabilito nel mandato conferito dall’interessato.
L’ammontare della trattenuta sindacale è generalmente calcolato come percentuale fissa sull’importo della NASpI:
È importante osservare che la trattenuta sindacale sulla NASpI si applica esclusivamente in presenza di una delega, quindi non è automatica per tutti. Chi compila la domanda autonomamente (senza intermediari sindacali o patronali) generalmente non è soggetto a questa decurtazione.
La quota sindacale viene revocata automaticamente se termina la NASpI o vi è modo di presentare una nuova domanda senza rinnovo della delega. Tuttavia, quando attiva, la trattenuta prosegue fino a esplicita richiesta di revoca o conclusione della prestazione.
Per capire se sull’indennità di disoccupazione viene applicata una trattenuta sindacale, è possibile consultare il proprio fascicolo previdenziale direttamente sul sito dell’INPS. Questa operazione consente di ottenere una visualizzazione dettagliata dei cedolini di pagamento mensili e delle eventuali voci di decurtazione.
La procedura consigliata include i seguenti passaggi:
In alternativa, ogni mensilità della prestazione prevede l’emissione di un cedolino, anch’esso consultabile online, dove sono riportati con chiarezza i dettagli delle somme trattenute e la sigla sindacale di riferimento.
Solitamente, la presenza della quota sindacale diventa evidente solo dopo il primo accredito, rendendo indispensabile, per chi desidera verificare, il controllo sistematico via portale o app INPS.
Nel caso di dubbio sull’esistenza di una delega, è sempre possibile chiedere conferma attraverso il servizio clienti INPS o rivolgendosi direttamente al sindacato interessato.
Chi desidera aumentare l’importo netto della propria NASpI può disdire in ogni momento la delega sindacale utilizzando appositi canali messi a disposizione dall’INPS e, in alcuni casi, dalla stessa organizzazione sindacale.
La revoca va richiesta seguendo una procedura precisa:
| Metodo | Canale | Tempi medi di revoca |
| Online | "Comunicazione NASpI-COM" su portale INPS | 2-3 mesi (prassi standard) |
| Cartaceo | PEC/raccomandata a sindacato e INPS | 1-2 mesi |
La revoca, una volta processata, ha effetto dal primo pagamento utile della NASpI dopo la conferma di avvenuta registrazione da parte dell’INPS. Nel periodo di transizione, possono essere comunque trattenute le quote per alcune mensilità successive alla richiesta. L’interessato è tenuto a conservare ricevute e protocolli della procedura, utili in caso di contestazioni.
Su questo tema emergono frequentemente dubbi e casi particolari. Di seguito alcune delle domande e soluzioni più ricorrenti: