La NASpI è un'indennità mensile di disoccupazione erogata dall’INPS. Il suo obiettivo è fornire un sostegno economico ai lavoratori dipendenti che hanno perso involontariamente l'occupazione. L'importo è commisurato alla retribuzione media degli ultimi quattro anni lavorativi e la durata della prestazione è pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni. L'indennità si può ottenere presentando apposita domanda all'Istituto di Previdenza entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro.
La NASpI, acronimo di Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego, è stata introdotta dal Decreto Legislativo 4 marzo 2015, n. 22, con l'intento di fornire un sostegno finanziario ai lavoratori subordinati rimasti involontariamente senza il proprio impiego, sostituendo le precedenti indennità di disoccupazione e riformando il sistema di protezione sociale in maniera più organica e coerente.
Originariamente, infatti, le indennità di disoccupazione erano l'ASpI e la mini-ASpI, entrambe introdotte dalla Legge 28 giugno 2012, n. 92 (nota come Riforma Fornero). La NASpI è nata per unificare e migliorare la gestione della disoccupazione.
Con l'entrata in vigore dal 1° maggio 2015, la platea dei beneficiari ha incluso ulteriori categorie come gli apprendisti, i soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato, e il personale artistico. Dal 1° gennaio 2022, la Legge di Bilancio 2022 ha esteso ancora l’indennità agli operai agricoli a tempo indeterminato delle cooperative agricole.
Nel tempo, il sistema è stato oggetto di numerosi aggiornamenti normativi, che hanno chiarito diversi aspetti operativi e applicativi, rendendo la NASpI uno strumento sempre più efficace e accessibile per chi si trova in situazioni di perdita involontaria del lavoro.
La NASpI è regolata principalmente dal Decreto Legislativo n. 22 del 4 marzo 2015. Uno dei più significativi aggiornamenti normativi è avvenuto con la Legge di Bilancio 2022 (Legge 30 dicembre 2021, n. 234), la quale ha introdotto alcune modifiche importanti nella disciplina. Tra quelle più rilevanti si segnala l'estensione del beneficio anche agli operai agricoli a tempo indeterminato delle cooperative agricole, prima esclusi dall'indennità.
Ulteriori chiarimenti sulla NASpI sono stati forniti attraverso diverse circolari dell'INPS. Ad esempio, la circolare n. 2 del 4 gennaio 2022 ha approfondito i dettagli operativi relativi ai cambiamenti apportati dalla Legge di Bilancio 2022. Inoltre, circolari precedenti come la n. 94 del 12 maggio 2015 e la n. 142 del 29 luglio 2015 hanno dettato le prime linee guida per l'applicazione della nuova indennità.
È importante anche menzionare l'art. 1, comma 2, della Legge 28 giugno 2012, n. 92, che regola alcuni aspetti della risoluzione consensuale del rapporto di lavoro e l'accesso alla NASpI. Infine, il Decreto Legislativo n. 150/2015 ha rafforzato i meccanismi di condizioni per la fruizione delle prestazioni di disoccupazione, integrando e specificando le disposizioni sull'obbligo di partecipazione alle misure di politica attiva del lavoratore.
Consultare le normative di riferimento su portali ufficiali come Normattiva, Gazzetta Ufficiale, e INPS è essenziale per essere sempre aggiornati sulle disposizioni legislative in vigore.
L'obiettivo della NASpI è fornire un sostegno economico temporaneo ai lavoratori durante il periodo di disoccupazione involontaria, offrendo loro una copertura finanziaria e la possibilità di riqualificazione professionale.
L’indennità spetta a partire dall'ottavo giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro, se la domanda viene presentata entro tale termine. L'importo dell'indennità è calcolato sulla base della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni. La NASpI viene erogata per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni, con un massimo di 24 mesi. Tuttavia, la durata e l'importo possono variare a seconda delle circostanze individuali e dei contributi versati.
La modalità di pagamento è mensile e l'importo dell'indennità diminuisce progressivamente del 3% a partire dal primo giorno del quarto mese di fruizione. I beneficiari possono continuare a percepire la NASpI anche se trovano un nuovo lavoro, purché comunichino tempestivamente l'importo del nuovo reddito all'INPS. In caso di avvio di un'attività autonoma, il beneficiario può richiedere l'anticipo dell’intero importo in un’unica soluzione.
Per accedere alla NASpI sono necessari specifici requisiti. Prima di tutto, il lavoratore deve trovarsi in uno stato di disoccupazione involontaria. Inoltre, è fondamentale poter dimostrare almeno 13 settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l'inizio del periodo di disoccupazione. È importante che i richiedenti abbiano perso il proprio lavoro non per loro scelta; ci sono, però, alcune eccezioni per cui anche chi si dimette può avere diritto a questa indennità.
Le condizioni di base per i lavoratori dipendenti che desiderano accedere alla NASpI sono fondamentali per garantire l'ottenimento dell'indennità di disoccupazione. Prima di tutto, è essenziale trovarsi in stato di disoccupazione involontaria. Questo significa che il lavoratore deve aver perso il proprio impiego per cause non imputabili alla sua volontà, come un licenziamento per motivi aziendali o la scadenza di un contratto. Le dimissioni volontarie, ad accezione di casi particolari, non danno diritto alla NASpI.
Un altro requisito fondamentale è aver maturato almeno tredici settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti all'inizio del periodo di disoccupazione. Questo periodo è calcolato prendendo in considerazione tutte le settimane lavorative per le quali è stata versata o è dovuta contribuzione previdenziale. È importante sottolineare che anche i periodi di lavoro svolti all'estero in paesi comunitari o convenzionati sono validi ai fini della contribuzione, purché esistano accordi bilaterali in materia di sicurezza sociale.
Inoltre, il lavoratore deve aver effettuato almeno trenta giornate di lavoro effettivo nei dodici mesi precedenti all'inizio della disoccupazione. Questo requisito consente di verificare la continuità lavorativa recente del richiedente e la sua effettiva connessione con il mercato del lavoro.
Un altro aspetto cruciale per l'accesso alla NASpI è la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (DID). Questa dichiarazione deve essere effettuata presso i Centri per l'Impiego entro un termine specifico dopo la presentazione della domanda di disoccupazione. La dichiarazione consente ai servizi per l'impiego di attivare percorsi di politica attiva del lavoro e di orientamento e corsi di formazione obbligatori per il reinserimento del disoccupato.
La mancata partecipazione a queste iniziative può comportare la decadenza dal diritto alla NASpI.
La NASpI prevede alcuni casi speciali ed eccezioni, come quello di lavoratori stagionali possono accedere alla NASpI se soddisfano gli stessi requisiti dei lavoratori dipendenti ordinari, ovvero la perdita involontaria del lavoro e le settimane contributive necessarie. Tuttavia, a causa della natura intermittente del loro impiego, è prevista una valutazione specifica circa i loro periodi contributivi e di disoccupazione.
Un altro caso speciale riguarda i lavoratori agricoli. Dal 1° gennaio 2022, anche gli operai agricoli a tempo indeterminato, impiegati in cooperative che trasformano, manipolano e commercializzano prodotti agricoli hanno diritto all'indennità. Gli operai agricoli a tempo determinato non possono, invece, accedere alla NASpI.
La NASpI è accessibile anche ai lavoratori che si dimettono per giusta causa, per comportamenti del datore di lavoro che rendono impossibile la prosecuzione del rapporto lavorativo. Esempi di giusta causa possono includere: molestie sul posto di lavoro, mancato pagamento della retribuzione, peggioramento delle mansioni lavorative rispetto a quanto previsto nel contratto.
Un'ulteriore eccezione riguarda i lavoratori che presentano le dimissioni durante il periodo tutelato di maternità o di paternità. Le dimissioni intervenute durante questo periodo (cioè a partire da 300 giorni prima della data presunta del parto e fino al compimento del primo anno di vita del bambino) sono trattate come dimissioni per giusta causa, e quindi permettono l'accesso alla NASpI.
NASpI per lavoratori stagionali
La NASpI è accessibile anche ai lavoratori stagionali. Questa categoria di lavoratori può beneficiare dell’indennità di disoccupazione, a condizione che rispettino i requisiti previsti per la concessione della prestazione.
La contribuzione effettuata durante i periodi di lavoro stagionale è determinante per l'accesso alla NASpI.
È importante ricordare che la NASpI non spetta ai lavoratori stagionali extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale, per i quali resta confermata la specifica normativa.
Quando è possibile richiedere la NASpI in caso di licenziamento volontario
La NASpI non è generalmente accessibile in caso di licenziamento volontario. Tuttavia, sono previste alcune eccezioni in cui è possibile richiederla anche a fronte di dimissioni. Un primo caso è rappresentato dalle dimissioni per giusta causa, che un lavoratore presenta quando è indotto dal comportamento del datore di lavoro che rende impossibile la prosecuzione del rapporto.
Sono esempi di casi di presentazione di dimissioni per giusta causa i seguenti:
In tali situazioni, le dimissioni sono considerate come un licenziamento involontario e danno diritto alla NASpI.
Un'altra eccezione riguarda le dimissioni durante il periodo tutelato di maternità. Se una lavoratrice si dimette entro il primo anno di vita del bambino, le dimissioni vengono trattate come se fossero state involontarie, e, pertanto, è possibile accedere alla disoccupazione. Questa misura è volta a proteggere le donne in un periodo particolarmente delicato della loro vita.
Un ulteriore caso particolare è la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro che avviene nell'ambito della procedura di conciliazione prevista dall'articolo 7 della legge n.604/1966. Questa procedura si rivolge principalmente ai casi di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, permettendo così al lavoratore di accedere alla NASpI.
Infine, vi è la possibilità di ottenere la NASpI se le dimissioni avvengono in seguito del trasferimento dell'azienda a una nuova sede che si trovi oltre 50 km di distanza dalla residenza del lavoratore oppure che richieda oltre 80 minuti di viaggio con i mezzi pubblici.
NASpI per lavoratori agricoli
A partire dal 1° gennaio 2022, la NASpI è diventata accessibile anche per alcuni lavoratori agricoli che prima ne erano esclusi. In particolare, secondo la Legge di Bilancio 2022, può essere richiesta dagli operai agricoli a tempo indeterminato alle dipendenze di cooperative che trasformano, manipolano e commercializzano prodotti agricoli e zootecnici prevalentemente propri o conferiti dai loro soci.
Rimangono invece esclusi dalla possibilità di accedere alla NASpI gli operai agricoli a tempo determinato. Per questi ultimi rimane valida la normativa di accesso alla disoccupazione agricola e non alla NASpI.
È importante che i lavoratori agricoli che possono usufruire della indennità presentino la domanda in tempi utili. La procedura è simile a quella per gli altri lavoratori subordinati e prevede la presentazione della domanda sul portale INPS o tramite enti di patronato.
È da notare che i periodi di contribuzione agricola e i periodi di contribuzione in settori non agricoli possono essere cumulati per il raggiungimento dei requisiti contributivi, purché nel quadriennio di osservazione risulti prevalente la contribuzione non agricola. Qualora prevalga la contribuzione agricola, esiste la possibilità di osservare soltanto gli ultimi 12 mesi precedenti la cessazione del rapporto di lavoro per determinare la prevalenza della contribuzione.
Infine, i lavoratori agricoli a tempo indeterminato che desiderino avviare un’attività autonoma possono richiedere l’intero importo della NASpI in forma anticipata, come incentivo all’autoimprenditorialità.
La procedura per la richiesta della NASpI prevede diversi passaggi essenziali che i lavoratori dipendenti devono seguire per ottenere l'indennità di disoccupazione. È fondamentale presentare la domanda all'INPS entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro, utilizzando il portale online dell'istituto di previdenza. La domanda può essere inoltrata anche attraverso patronati o tramite il Contact Center INPS. Ogni passaggio, inclusa la documentazione necessaria, verrà discusso nei paragrafi successivi per garantire una corretta e completa comprensione del processo.
Per richiedere la NASpI, è necessario seguire una serie di passi fondamentali. La domanda si presenta esclusivamente in via telematica all'INPS. Per accedere al servizio è necessario possedere un'identità digitale, come il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID), la Carta d'Identità Elettronica (CIE) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS). In alternativa, ci si può rivolgere ai patronati o si può contattare telefonicamente il numero verde dell'Istituto di Previdenza.
Il lavoratore deve compilare la domanda fornendo i dettagli relativi alla cessazione del rapporto di lavoro, indicandone la data e il motivo. La richiesta deve essere inoltrata entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro, pena la decadenza dal diritto all'indennità.
Successivamente, il lavoratore deve dichiarare la propria immediata disponibilità al lavoro (DID), obbligatoria per il riconoscimento dello stato di disoccupazione. Questa dichiarazione può essere rilasciata durante la procedura telematica o presso il Centro per l'Impiego. Entro 15 giorni dalla presentazione della domanda, il richiedente dovrà recarsi presso il Centro per l'Impiego per stipulare il patto di servizio personalizzato, un accordo che impegna il lavoratore a partecipare alle misure di politica attiva del lavoro.
Per fare la domanda per la Naspi, è necessario seguire un iter specifico e rispettare le relative scadenze per evitare la decadenza dal diritto all'indennità, nonchè fornire la documentazione necessaria.
Bisogna, in particolare, avere:
La domanda deve essere presentata entro i termini di legge, entro 68 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro. Tuttavia, è sempre consigliabile presentare la domanda il prima possibile per evitare complicazioni.
Un aspetto importante da tenere presente riguarda i casi di sospensione del termine per la presentazione della domanda. Ad esempio, in caso di insorgenza della maternità o di malattia del richiedente, il termine continuerà a decorrere al termine di tali eventi.
Una volta presentata la domanda per la NASpI, l'INPS, l'ente preposto alla gestione delle richieste, ha un tempo standard di lavorazione del provvedimento di 30 giorni. Tuttavia, è importante notare che, in alcuni casi specifici, l'INPS può avere tempi di lavorazione più lunghi. Questo varia a seconda della complessità del caso e della completezza della documentazione fornita.
Per monitorare lo stato della domanda, il richiedente può accedere al sito Inps e visualizzare lo stato di avanzamento e, se è necessaria, fornire ulteriore documentazione. Una volta che la domanda viene approvata, la NASpI spetta a partire dall'ottavo giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro, se presentata entro tale data. In caso contrario, l'erogazione inizia dal giorno successivo alla presentazione della domanda. L'importo dell'indennità verrà accreditato mensilmente sul conto corrente indicato dal richiedente.
Richiedere l'intero importo della NASpI in forma anticipata è un'opzione riservata ai beneficiari che intendono avviare un'attività lavorativa autonoma, avviare un'impresa individuale, o associarsi in una cooperativa. Questa modalità consente di ottenere l'intero ammontare dell'indennità in un'unica soluzione, senza attendere i pagamenti mensili. È importante sapere che, una volta riscossa l’indennità in forma anticipata, non si matureranno più i contributi figurativi durante il periodo di disoccupazione.
Per richiedere l'indennità anticipata, il lavoratore deve presentare domanda all'INPS entro 30 giorni dall'inizio della nuova attività. La richiesta di anticipazione comporta l’obbligo di allegare documenti che attestino l’effettivo avvio dell'attività. Ad esempio, per un'attività autonoma bisogna presentare la partita IVA, mentre per un’impresa individuale bisogna presentare i documenti di iscrizione al registro delle imprese. Nel caso di associazione in cooperativa, è richiesto il documento che attesta la sottoscrizione della quota di capitale sociale.
Il calcolo degli importi della NASpI è determinato in base alla retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni. Questo importo rappresenta il 75% di tale retribuzione fino a un certo limite stabilito annualmente. Se la retribuzione supera questo limite, si aggiunge il 25% della differenza tra la retribuzione media mensile e l’importo stabilito dalla legge. L'importo massimo della NASpI è anch'esso fissato annualmente. La prestazione si riduce del 3% ogni mese a partire dal primo giorno del sesto mese di fruizione o dall'ottavo mese se il beneficiario ha più di 55 anni.
Il calcolo della NASpI si basa su regole precise. Prima di tutto, è necessario determinare la retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni di lavoro. Si sommano tutte le retribuzioni imponibili ricevute in questo periodo e si divide il totale per il numero di settimane di contribuzione. Il risultato viene successivamente moltiplicato per 4,33, ottenendo così la retribuzione media mensile.
La misura dell'indennità è generalmente pari al 75% della retribuzione media mensile se inferiore a un certo importo di riferimento annualmente stabilito dalla legge (per esempio, 1.352,19 euro per il 2023). Se la retribuzione media mensile supera questo importo, la NASpI viene calcolata come il 75% del suddetto importo, a cui si aggiunge il 25% della differenza tra la retribuzione media mensile e l'importo di riferimento. In ogni caso, l'indennità non può superare un tetto massimo annualmente determinato (per il 2023, pari a 1.470,99 euro).
Esempio pratico:
Calcolo della retribuzione media mensile:
Calcolo della NASpI:
Se invece la retribuzione media mensile fosse stata superiore a 1.352,19 euro, si doveva procedere con il calcolo aggiuntivo del 25% sulla differenza. Per esempio, con una retribuzione media mensile di 1.500 euro:
L'importo della NASpI varia in base a diversi fattori. La retribuzione media mensile dell'ultimo quadriennio lavorativo è fondamentale nel determinare l'importo iniziale.
La riduzione dell'importo avviene su base mensile. A partire dal sesto mese di fruizione, si riduce del 3% mensile, mentre per i beneficiari che hanno compiuto 55 anni alla data di presentazione della domanda, questa riduzione decorre dall'ottavo mese. Nel caso di determinazione di un nuovo contratto di lavoro, la NASpI subisce delle variazioni in base al reddito annuo previsto e alla durata del nuovo rapporto di lavoro.
In merito alla riduzione dell'importo per chi inizia un'attività autonoma, i beneficiari devono informare l'INPS del reddito previsto. La NASpI viene allora ridotta dell'80% del reddito presunto, rapportato al periodo di fruizione dell’indennità. Ad esempio, se si prevede un reddito annuo di 5.000 euro, l'importo viene ridotto dell'80% di questa cifra per ogni mese restante del periodo di fruizione.
Nel caso di rioccupazione con contratto a tempo determinato e se si ha un reddito inferiore a 8.174 euro annui, la disoccupazione può essere mantenuta ma in misura ridotta. Bisogna comunicare entro 30 giorni dall’inizio del rapporto il nuovo reddito annuo previsto per evitare la decadenza.
Le tasse e gli elementi che influenzano l'importo finale della NASpI sono numerosi. Prima di tutto, l'importo dell'indennità è imponibile ai fini IRPEF, cioè è soggetto a tassazione come qualunque altro reddito da lavoro dipendente. Questo significa che l'importo lordo viene ridotto dalle trattenute e dalle imposte dovute, determinando il netto percepito effettivamente dal beneficiario.
Un altro aspetto cruciale è la variazione dell’indennità in base al reddito percepito nei quattro anni precedenti la disoccupazione. Se la retribuzione media mensile imponibile è inferiore al limite stabilito annualmente per legge, l'indennità è pari al 75% di tale retribuzione. Se, invece, la retribuzione media è superiore a questo limite, la NASpI è calcolata sommando il 75% del limite al 25% della differenza tra la retribuzione media mensile e il limite stesso.
L’importo della NASpI è anche influenzato dalla presenza di altre fonti di reddito. Se un beneficiario inizia un’attività lavorativa autonoma o dipendente senza comunicarlo tempestivamente all'INPS, rischia di perdere il diritto all’indennità. In caso di redditi da lavoro autonomo o part-time, l'indennità viene ridotta in proporzione ai redditi dichiarati. In caso di accettazione di un nuovo lavoro subordinato, il beneficiario deve comunicare il reddito annuo previsto all'INPS, poiché il mancato adempimento comporta la decadenza del beneficio. Se il reddito da nuovo impiego è superiore al minimo escluso da imposizione fiscale, l'indennità viene sospesa o ridotta proporzionalmente.
È importante considerare anche che la contribuzione figurativa durante la percezione della NASpI è soggetta a un tetto massimo, calcolato in base alla retribuzione imponibile.
La durata della NASpI varia a seconda delle settimane di contributi versati negli ultimi quattro anni.
In particolare, l'indennità viene corrisposta mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi 4 anni.
La durata del sostegno economico è direttamente collegata al numero di settimane di contributi versati negli ultimi quattro anni.
In dettaglio, la NASpI viene erogata per un periodo di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione. Ad esempio, se un lavoratore ha accumulato 52 settimane di contributi, riceverà l'indennità per 26 settimane.
La durata massima della disoccupazione è di 24 mesi, equivalente a 104 settimane, mentre non c’è una durata minima specifica.
La NASpI può essere sospesa e ripresa successivamente in determinate situazioni senza che il beneficiario perda definitivamente il diritto all’indennità. La sospensione della NASpI si verifica principalmente quando il disoccupato trova un nuovo lavoro a tempo determinato o una breve occupazione. Se il beneficiario della NASpI si rioccupa con un contratto di lavoro subordinato di durata non superiore a sei mesi, l’indennità è sospesa d'ufficio per la durata del rapporto di lavoro. La sospensione avviene in base alle comunicazioni obbligatorie che devono essere fatte dal datore di lavoro. Al termine del rapporto lavorativo, la NASpI riprende automaticamente e viene corrisposta per il periodo residuo senza necessità di presentare una nuova domanda.
Un’altra situazione in cui la NASpI viene sospesa è quando il disoccupato intraprende un'attività di lavoro autonomo, purché il reddito annuo previsto sia inferiore al limite di 5.000 euro. In questo caso, l'importo della NASpI viene ridotto in base al reddito stimato ma non si perde il diritto all’indennità, che riprenderà con l'importo residuo dopo l'interruzione dell'attività autonoma.
La sospensione della NASpI può anche verificarsi se il disoccupato si trasferisce all'estero alla ricerca di lavoro. In tali casi, la prestazione può essere conservata per un massimo di tre mesi nel rispetto dei regolamenti europei (Regolamenti CE 883/2004 e 987/2009). Dal quarto mese in poi, la sospensione continua ma il beneficiario deve rispettare le regole previste dalla normativa italiana.
Nonostante queste possibilità di sospensione, è fondamentale comunicare tempestivamente ogni variazione dello stato lavorativo o di reddito all'INPS per evitare la decadenza del diritto alla NASpI.
Esistono situazioni in cui è possibile continuare a percepire la NASpI nonostante lo svolgimento di un'attività lavorativa. Questo avviene principalmente in due scenari: lavoro subordinato e lavoro autonomo.
Per il lavoro subordinato, è possibile mantenere il diritto all'indennità se il contratto di lavoro ha una durata massima di sei mesi e il reddito percepito è inferiore a 8.174 euro annui. In questi casi, è importante comunicare tempestivamente all'INPS il reddito previsto. L'indennità viene sospesa per la durata del rapporto di lavoro e ripristinata successivamente.
Se si tratta di un'attività di lavoro autonomo, la NASpI può essere ridotta e non annullata. Il reddito annuo derivante da tale attività non deve superare una certa soglia: attualmente fissata a 4.800 euro. Il beneficiario deve comunicare all'INPS entro un mese dall'inizio dell'attività il reddito previsto. In questo caso, la disoccupazione si riduce di un importo pari all'80% del reddito previsto, rapportato al periodo di tempo tra l'inizio dell'attività e il termine del periodo di disoccupazione coperto dall'indennità.
Un altro caso in cui è possibile mantenere la NASpI è quando il lavoratore è titolare di due o più rapporti di lavoro part-time e perde uno di essi. Se il reddito derivante dal rapporto di lavoro rimasto in essere è inferiore al minimo imponibile, il lavoratore ha diritto a percepire un importo ridotto, sempre a condizione di comunicare all'INPS il reddito annuo previsto. Anche in questo caso, la riduzione ammonta all'80% del reddito previsto.
Infine, è possibile cumulare la NASpI con i compensi derivanti da prestazioni di lavoro accessorio, come le collaborazioni occasionali (a differenza di quanto avviene con i contratti a progetto), fino a un massimo di 5.000 euro per anno solare. Anche in questo caso, è necessaria la comunicazione all'INPS per evitare la decadenza dal beneficio.
Per la richiesta della Naspi per la disoccupazione, non esistono limiti quantitativi relativi al numero di volte in cui è possibile ottenere l'indennità.
Ciò significa che si può richiedere ogni volta che risulti necessari, ma ogni volta si deve essere in possesso dei requisiti necessari per richiederla.
Tuttavia, dopo aver esaurito la Naspi, prima di richiedere nuovamente il sussidio, bisogna aspettare un determinato periodo di tempo.
In generale, il periodo da attendere prima di fare domanda per avere di nuovo la disoccupazione è di 6 mesi per le prime due richieste e di 12 mesi per le richieste successive.
Esistono, però, alcune eccezioni a questa regola: per esempio, se il lavoratore ha trovato un nuovo lavoro e ha versato almeno 13 settimane di contributi, può chiedere una nuova Naspi anche prima del termine del periodo di attesa fissato.
La NASpI cessa in diverse situazioni, comportando la perdita del diritto all'indennità. Tra i principali casi di cessazione della NASpI vi è il reimpiego del beneficiario in un lavoro subordinato di durata superiore a sei mesi. Questo porta alla decadenza dell'indennità, poiché il lavoratore non rispetta più uno dei requisiti fondamentali: lo stato di disoccupazione.
Un altro caso di cessazione è il raggiungimento dei requisiti pensionistici per la vecchiaia o per la pensione anticipata. In tale scenario, il lavoratore riceve la pensione e non ha più diritto all'indennità di disoccupazione. Lo stesso accade per i titolari di assegno ordinario di invalidità, a meno che non optino per la NASpI in alternativa.
La NASpI si interrompe anche se il beneficiario avvia un'attività lavorativa autonoma o d'impresa individuale senza darne comunicazione all'INPS entro un mese dall'inizio, come previsto dalla legge. In questo caso, la mancata comunicazione comporta la perdita immediata del diritto all'indennità.
Un'ulteriore situazione di cessazione è la mancata partecipazione, in assenza di giustificato motivo, alle iniziative di politica attiva del lavoro concordate con i centri per l'impiego. La normativa prevede che i beneficiari della NASpI rispettino gli obblighi di partecipazione ai percorsi di reintegrazione lavorativa.
Infine, la NASpI si perde in caso di rifiuto di un'offerta di lavoro congrua senza giustificato motivo. Questa offerta, per essere considerata congrua, deve rispettare determinate caratteristiche, tra cui la coerenza con le competenze del lavoratore e le condizioni offerte dal contratto.
La NASpI prevede la copertura contributiva figurativa per il periodo in cui si percepisce l'indennità. Questi contributi figurativi sono accreditati senza oneri per il lavoratore e permettono di continuare a maturare diritti pensionistici, come se si fosse ancora in attività lavorativa. Secondo la normativa, la contribuzione figurativa è basata sulla retribuzione imponibile degli ultimi quattro anni, con un limite massimo annuo calcolato su una retribuzione non superiore a 1,4 volte il massimale annuale. Questa tutela è fondamentale per non interrompere il percorso contributivo verso la pensione durante il periodo di disoccupazione.
La contribuzione figurativa per la pensione durante la NASpI è garantita a tutti i lavoratori che percepiscono l'indennità di disoccupazione. Questo meccanismo serve a tutelare il lavoratore disoccupato, permettendogli di continuare a maturare i contributi necessari per il raggiungimento dei requisiti pensionistici, anche durante i periodi di inattività lavorativa.
I contributi figurativi vengono calcolati sulla base del 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni, con un importo massimo determinato annualmente dall'INPS.
La contribuzione figurativa che si ottiene durante la Naspi si somma ai contributi effettivamente versati durante la propria vita lavorativa. È importante notare che i periodi coperti da contribuzione figurativa non vengono calcolati ai fini delle prestazioni di disoccupazione future. In altre parole, se il beneficiario richiedesse nuovamente la NASpI in un arco di tempo successivo, i periodi di disoccupazione precedentemente fruiti e coperti dalla contribuzione figurativa non concorreranno al calcolo dei requisiti contributivi per la nuova indennità.