Chi decide di non pagare una cartella esattoriale per molto tempo, rischia di dover poi versare molto di più a causa di sanzioni e interessi che maturano, per legge, durante il periodo di ritardo. In alcuni casi, quando cioè si paga dopo oltre un anno o anche più, l’importo dovuto può anche raddoppiare.
Quanto posso arrivare a pagare una cartella esattoriale se non pago subito? Quando non si paga una multa, un’imposta, una tassa o i contributi previdenziali si riceve certamente, prima o poi, una cartella esattoriale che ‘chiede’ il pagamento dell’importo dovuto e non versato entro i termini di scadenza fissati dalla normativa vigente.
E continuando a non pagare, si rischia di arrivare a dover dare molto più dell’importo iniziale. Vediamo di seguito nel dettaglio quanto si può arrivare a pagare di più per una cartella esattoriale.
Quando un cittadino riceve una cartella esattoriale dovrebbe subito pagarla o, in alternativa, può anche impugnare l'intimazione di pagamento davanti all'autorità giudiziaria entro sessanta giorni dalla notifica, per evitare procedimenti di esecuzione forzata.
Può anche decidere di non pagare, come tanti fanno, ma ciò non vuol dire che la cartella si cancella.
Al contrario: non pagando e facendo finta di non averla mai ricevuto, in base alle disposizioni di legge, ogni determinato periodo di tempo aumenta l’importo da pagare per effetto di sanzioni e maggiorazioni da calcolare nonché per le spese di notifica.
Non pagando una cartella per molto tempo, parliamo di oltre un anno o anche più se nel frattempo non vengono disposti provvedimenti di esecuzione forzata, la somma dovuta può anche raddoppiare.
Non sono rari in cui in un contribuente ha ricevuto una cartella, per esempio, da 600 euro che dopo un bel po' di anni è diventata di 1.200 euro.
Gli interessi da applicare sulle cartelle esattoriali avviene su base giornaliera, mensile o annuale.
Bisogna partire dall’importo originale del debito e calcolare gli interessi a partire dal momento in cui il pagamento avrebbe dovuto essere effettuato.
Questi continuano a maturare fino al saldo completo e in base alla natura del debito, distinguendo tra tributi, sanzioni amministrative e contributi previdenziali.
C’è poi da considerare il tasso annuale da applicare, che varia in base all’anno di riferimento e alle disposizioni vigenti e, per esempio, i debiti tributari potrebbero essere soggetti a un tasso maggiore rispetto a quelli previdenziali, mentre per altri debiti, come le sanzioni per violazioni amministrative, il tasso risulta solitamente ancor più contenuto.
Precisiamo che, se si continua a non pagare la cartella, oltre ad un importo raddoppiato, si può arrivare a rischiare il pignoramento dei beni, che può colpire conti correnti, stipendi, pensioni, auto, case o altri beni immobiliari e mobiliari.
Chi decide di pagare i propri debiti, pur se in ritardo, e rientra nei nuovi piani di pagamento agevolati delle cosiddette rottamazioni, può pagare l’importo accumulato in maniera ridotta, considerando che in questi casi vengono cancellate sanzioni e interessi e resta spessa da pagare solo la quota capitale dovuta per la cartella.
Per esempio, con l'ultima rottamazione quater, i cui termini sono stati ancora rinviati per i decaduti nel 2024 per mancato, insufficiente o tardivo versamento delle rate, possono o pagare in un’unica soluzione l’importo dovuto entro il 31 luglio 2025 o rateizzare il debito fino a un massimo di dieci rate consecutive, calcolando l’applicazione di interessi al 2% annuo.
Se dovesse essere approvata la nuova rottamazione quinquies, proposta dalla Lega e di cui si sta discutendo, si potrebbe pagare il debito in modo agevolato, solo per la somma dovuta, senza interessi e sanzioni, in 120 rate (per 10 anni).