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Si può fare un mutuo cointestato tra conviventi per la prima casa? E si possono ottenere agevolazioni fiscali?

La proprietà di un immobile non dipende da chi ne paga il costo, ma da chi è formalmente intestatario.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Si può fare un mutuo cointestato tra con

Comprare casa è spesso un passo che segna un importante traguardo nella vita di coppia. Se in passato questa decisione era quasi sempre legata al matrimonio, oggi non è raro che siano due conviventi a intraprendere questo percorso. Ma quali sono le differenze nella gestione patrimoniale, nelle pratiche per un eventuale mutuo e nelle spese per due conviventi rispetto ai coniugi?

  • Mutuo cointestato tra conviventi per la prima casa, si può fare

  • Si possono ottenere agevolazioni fiscali su un mutuo cointestato tra conviventi

Mutuo cointestato tra conviventi per la prima casa, si può fare

Per le pratiche di mutuo esistono differenze sostanziali tra coppie sposate e conviventi. Le banche possono concedere mutui sia a entrambi, ma le condizioni possono variare. Per i coniugi, il reddito viene considerato cumulativamente, facilitando l'accesso a condizioni più favorevoli. Per i conviventi ciascun richiedente viene valutato individualmente o in base al reddito complessivo, ma senza la protezione legale del matrimonio, la banca potrebbe applicare criteri più restrittivi.

Prima del 2016, i conviventi potevano condividere la proprietà di un immobile solo attraverso la cointestazione; in caso contrario, l'unica forma di tutela per entrambi era il matrimonio. La situazione è cambiata con l'entrata in vigore della legge Cirinnà nel 2016, che ha ampliato le tutele per le coppie non sposate, riconoscendo le unioni civili tra persone dello stesso sesso e le convivenze di fatto tra coppie eterosessuali che scelgono di non contrarre matrimonio.

La legge Cirinnà consente alle coppie unite civilmente di scegliere tra la comunione e la divisione dei beni, esattamente come nel matrimonio. Per quanto riguarda le convivenze di fatto, la gestione del regime patrimoniale può essere stabilita tramite un contratto di convivenza. Questo contratto permette alla coppia di definire i parametri che regolano vari aspetti della vita insieme, incluso il possesso e la gestione degli immobili. Così, anche le coppie in cui una parte è economicamente più debole possono condividere la proprietà di un immobile senza doverlo necessariamente cointestare.

La proprietà di un immobile non dipende da chi ne paga il costo, ma da chi è formalmente intestatario. Una casa può appartenere a qualcuno che non ha contribuito economicamente al suo acquisto, così come può non appartenere a chi ha sostenuto le spese. In una coppia, l'immobile può essere cointestato in proporzione all'impegno economico di ciascuno, al 50%, oppure intestato solo a uno dei due partner, a seconda delle decisioni personali ed economiche.

Spesso la scelta dell'intestazione dell'immobile è influenzata dalla possibilità di ottenere agevolazioni fiscali e di detrarre gli interessi passivi sul mutuo per la prima casa. Solo chi è intestatario sia del mutuo sia dell'immobile può portare questi interessi in detrazione nella dichiarazione dei redditi.

Nel caso di un mutuo cointestato tra coniugi, se uno dei due è fiscalmente a carico dell'altro, è possibile detrarre gli interessi passivi sul mutuo per entrambi, indipendentemente da chi sia l'intestatario del mutuo. Questo vantaggio non si applica ai conviventi, a meno che non sia stato sottoscritto un apposito contratto di convivenza che stabilisca tali condizioni.

Si possono ottenere agevolazioni fiscali su un mutuo cointestato tra conviventi

Il trattamento fiscale per l'acquisto di una casa non distingue tra coppie sposate, unite civilmente o conviventi. Le tasse e le agevolazioni, come il bonus prima casa, dipendono dai requisiti individuali dei richiedenti e non dal loro stato di famiglia.

Due importanti strumenti offrono finanziamenti agevolati anche alle giovani coppie conviventi, purché almeno uno dei membri abbia meno di 35 anni. Sono il Fondo Prima Casa e il Plafond Casa, entrambi accessibili sia a coppie sposate che a conviventi, con o senza figli.

Acquistare una casa in comproprietà senza essere sposati non comporta vantaggi fiscali specifici, ma offre flessibilità nella gestione della proprietà. L'immobile può essere cointestato in parti uguali, al 50%, o secondo altre percentuali stabilite da un eventuale contratto di convivenza. Le quote di proprietà possono essere vendute liberamente dalle parti in qualsiasi momento. Se uno dei proprietari desidera sciogliere la comunione e non trova l'accordo dell'altro, può rivolgersi al giudice. Il tribunale deciderà se l'immobile può essere diviso in natura o se deve essere venduto con il ricavato distribuito tra i proprietari.

Uno degli svantaggi principali per le coppie conviventi riguarda la successione in caso di decesso di uno dei partner. Senza un testamento, il partner superstite potrebbe trovarsi senza tutele legali. Per garantire la protezione del convivente è quindi importante redigere un testamento.

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