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Tettoia e Salva Casa, quali abusi edilizi si possono sanare. Condizioni, procedura, costi e limiti

Come si può sanare una tettoia realizzata in abuso edilizio grazie alla procedura semplificata del Salva Casa, quando si può fare e i tempi previsti

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Tettoia e Salva Casa, quali abusi ediliz

La sanatoria semplificata degli abusi edilizi prevista dal Decreto Salva Casa rappresenta certamente una misura vantaggiosa in moltissimi casi, perché riduce di tempi burocratici di svolgimento dei procedimenti e allevia il lavoro degli uffici preposti, ma non si può sempre applicare.

Le nuove norme sono state, infatti, pensate unicamente per gli abusi compiuti con piccole difformità.

Per tutti gli altri tipi di abusi edilizi, restano le stesse modalità di regolarizzazione già in vigore, comprese le demolizioni delle opere realizzate, nonché le sanzioni salate fissate. 

  • Gli abusi edilizi su una tettoia che si possono sanare con il Salva Casa
  • La procedura da rispettare
  • I costi e i limiti stabiliti

Gli abusi edilizi su una tettoia che si possono sanare con il Salva Casa

Il Decreto Salva Casa ha introdotto diverse novità in materia di edilizia libera, dando la possibilità di realizzare strutture come le tettoie senza alcuna autorizzazione né altro permesso, a condizione che non implichino la creazione di spazi chiusi o variazioni volumetriche di casa significative, e anche alla luce delle nuove tolleranze costruttive definite nel provvedimento.
 

Secondo quanto previsto dalla normativa vigente, per realizzare una tettoia in casa bisogna chiedere il permesso di costruire al Comune di competenza, senza il quale l’opera si considera abusiva.

Si tratta, però, di un adempimento che deve essere rispettato solo se la tettoia realizzata è fissa al suolo, troppo grande, chiusa ai lati, pavimentata.

Ci sono, però, dei casi in cui non serve il permesso per fare una tettoia, cioè quando si tratta di leggere, di dimensioni ridotte, che non creano nuovi spazi chiusi, non aumentano il volume di casa e non hanno un impatto visivo rilevante integrandosi bene con l’edificio esistente.

Gli abusi che interessano una tettoia possono, dunque, interessare la modalità di realizzazione della stessa, le dimensioni, anche alla luce delle nuove tolleranze costruttive, e i tipi di materiali utilizzati.
 
Dunque, come confermato dal Salva Casa, un intervento può essere eseguito senza permesso solo se rientra tra quelli previsti dall’edilizia libera, quindi nel caso di una tettoia, solo sei tratta di una costruzione non fissa, temporanea e facilmente removibili, che non incide su volume o sagoma dell’edificio.

Inoltre, il Salva Casa non modifica le regole per i gravi abusi edilizi per i quali non è mai stato richiesto il necessario permesso di costruire o sono stati realizzati in grave o totale difformità dal permesso stesso, per cui, se la tettoia è stata realizzata con difformità gravi, non si può regolarizzare con la sanatoria semplificata.

La procedura da rispettare

Per accedere alla sanatoria del Salva Casa, è innanzitutto necessario che la tettoia con abusi sia stata realizzata prima del 24 maggio 2024, abbia un titolo edilizio originario richiesto (Scia o permesso di costruire) e rispetti le nuove tolleranze volumetriche (2%-6%).

Se si rispettano le condizioni previste, allora si può procedere con la richiesta del permesso di costruire o della Scia in sanatoria allo sportello Edilizia del Comune di riferimento.

E’ sempre necessario allegare all’istanza una dichiarazione del professionista tecnico abilitato che attesti le necessarie conformità, precisando che per quella edilizia, la dichiarazione deve essere in riferimento alle norme tecniche vigenti al momento della realizzazione dell'intervento.

Se si chiede il permesso di costruire per la tettoia abusiva in sanatoria, il Comune deve esprimersi con provvedimento motivato entro 45 giorni, decorsi i quali la richiesta è automaticamente accolta (silenzio-assenso).

Per la Scia in sanatoria, i tempi si riducono a 30 giorni. Se, però, la tettoia è stata abusivamente realizzata in un immobile soggetto a vincolo paesaggistico, bisogna attendere la definizione del procedimento di compatibilità paesaggistica.

L’amministrazione deve poi rilasciare, in via telematica, un'attestazione sul decorso dei termini del procedimento e la formazione dei titoli abilitativi.

I costi e i limiti stabiliti

Per quanto riguarda i costi, la sanzione prevista per regolarizzare una tettoia abusiva oscilla dai 516 ai 5.164 euro.

L’importo varia in relazione all'aumento di valore dell'immobile valutato dall'agenzia del territorio.

Agli abusi realizzati sulle tettoie si può applicare anche la recente sentenza del Tar Lazio n. 869 2025, che ha stabilito che per la realizzazione di strutture autonome e chiuse, proprio come le tettoie, non si può usufruire della sanatoria semplificata del Salva Casa in modo retroattivo.

La sentenza spiega che le nuove disposizioni non valgono automaticamente per gli abusi edilizi commessi in passato.

Bisogna prima valutare l’abuso, analizzarlo secondo le norme vigenti al momento in cui sono stati realizzato e decidere come agire e se è possibile ricorrere alla sanatoria semplificata. 

Il Salva Casa si applica, infatti, solo ai procedimenti non ancora conclusi al momento della sua entrata in vigore, cioè il 28 luglio 2024.

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