Torna a camminare grazie al femore prelevato da un defunto, bella storia tutta italiana

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Torna a camminare grazie al femore prele

Torna a camminare grazie al femore

Una bella storia tutta italiana, di medicina fortemente innovativa che permette di dare speranza.

C'è solo da stupirsi dinanzi all'ennesimo traguardo raggiunto dalla chirurgia in Italia, dove operano esperti di primissimo piano. Un uomo è infatti tornato a camminare grazie al femore estratto da un defunto

Si tratta di un precedente importante che apre prospettive impensabili solo fino a qualche anno fa. E che può trovare ampi spazi di applicazione, ben sapendo che le rotture del femore sono molto comuni, soprattutto nella fascia di popolazione più anziana, con le ossa evidentemente più fragili.

Felice protagonista della vicenda è un uomo affetto da osteomielite cronica del femore sinistro che gli procurava continue fratture scomposte e numerose operazioni senza risultati.

Decisivo un osso sano estratto da una persona deceduta

L'operazione di alta chirurgia è stata eseguita all'ospedale di Ortona su uomo di 50 anni di San Benedetto del Tronto che adesso può tornare e camminare. Lo sfortunato sembrava destinato a vivere con le stampelle per via di una osteomielite cronica del femore sinistro che gli procurava continue fratture scomposte.

E almeno fino a questo momento si sono rivelate poco efficaci le tante operazioni subite. Poi la svolta con un innesto osseo da cadavere ovvero un osso sano estratto da una persona deceduta e prelevato dalla Banca del tessuto muscolo scheletrico dell'istituto ortopedico Rizzoli di Bologna. In effetti, perché non farlo? E così è stata rimossa la parte di femore infetta, di circa 20 centimetri, sostituita con una sana per la gioia del cinquantenne.

L'intervento porta la firma del professore Vincenzo Salini e dalla sua équipe formata da Christian Colucci, responsabile del reparto di ortopedia e Fabrizio Fascione, dell'ospedale di Ortona. Come spiegato dal professore Salini, lo staff ha seguito la tecnica di Masquelet e operato in due distinti momenti: con una prima seduta operatoria è stata asportata la parte di osso malata, estesa per 20 centimetri, e impiantato uno spaziatore che mantenesse tra i monconi la necessaria distanza.

A distanza di due mesi hanno eseguito il secondo intervento con la rimozione dello spaziatore e l’innesto del femore prelevato da cadavere, fissato con chiodo endomidollare bloccato.