Le spiegazioni su diminuzioni importi o aumenti minori cedolino pensioni tra 500-4mila euro a Marzo

di Marianna Quatraro pubblicato il
Le spiegazioni su diminuzioni importi o

Quali sono i motivi per cui il cedolino delle pensioni di marzo riporta sia aumenti che riduzioni degli importi: spiegazioni

Il cedolino delle pensioni di marzo è stato particolarmente atteso dai pensionati che possono da qualche giorno finalmente visualizzarlo online sul sito Inps ‘scoprendo’ gli aumenti tanto attesi. Scatta, infatti, da marzo ufficialmente la rivalutazione pensionistica al 7,3% che aumenta gli importi delle pensioni di tutti seppur in misura differente.

Per alcuni ci sono aumenti effettivi, per altri gli aumenti sono inferiori alle aspettative, mentre alcuni pensionati hanno già lamentato di non aver ricevuto alcun aumento della pensione. Cerchiamo di capire perché gli importi dei cedolini delle pensioni tra 500-4mila euro diminuiscono o aumentano a marzo.

  • Perchè diminuiscono e aumentano importi cedolino pensioni tra 500-4mila euro marzo
  • Cosa diminuiscono importi dei cedolini delle pensioni di marzo con nuove tasse


Perchè diminuiscono e aumentano importi cedolino pensioni tra 500-4mila euro marzo

Per capire perché le pensioni tra 500-4mila euro del cedolino di marzo aumentano e diminuiscono è necessario chiarire innanzitutto che la rivalutazione tanto attesa non sarà piena e uguale per tutti al 7,3% per differenti motivi.

A marzo i pensionati riceveranno le pensioni rivalutate e con gli arretrati dei mesi gennaio e febbraio, ma la rivalutazione non sarà effettivamente calcolata su indice al 7,3%. Chi ha, infatti, avuto l’anticipo al 2% della rivalutazione pensionistica da ottobre a dicembre, vale a dire per chi ha avuto redditi annui entro i 35mila euro nel 2021 percependo pensioni entro i 2.692 euro mensili, avrà una pensione rivalutata al 5,3%, perché nel ricalcolo sono stati considerati gli acconti già ricevuti a fine anno scorso.

Per tutti gli altri pensionati, il ricalcolo della pensione per la rivalutazione è avvenuto su percentuali rivalutative differenti in base alla fascia di reddito di appartenenza e che sono in particolare del:

  • 100% per gli assegni fino a 4 volte il minimo, pari a 2.100 euro lordi mensili;
  • 85% per pensioni fino a 5 volte al minimo, fino 2.626 euro lordi al mese;
  • 53% per pensioni fino 6 volte il minimo, fino a 3.150 euro;
  • 47% per pensioni fino a 8 volte il minimo, pari a 4.200 euro;
  • 37% per pensioni fino a 10 volte il minimo, fino a 5.250 euro mensili;
  • 32% per pensioni oltre le 10 volte il minimo.
Per fare un esempio di quanto aumentano le pensioni a marzo, chi percepisce una pensione di 1200 euro, avrà un aumento di 63 euro lordi, per chi ha una pensione di 1800 euro l’aumento a marzo sarà di 95 euro, mentre per chi percepisce pensioni più alte di 3mila euro, l’aumento a marzo sarà di circa 116 euro, mentre per pensioni di circa 4mila euro, l’aumento di marzo sarà di circa 137 euro e così via.

Il cedolino delle pensioni di marzo riporta anche gli aumenti per gli arretrati dei mesi di gennaio e febbraio e poi gli stessi aumenti resteranno anche nella pensione di aprile 2023 e per i prossimi mesi dell'anno ma non ci saranno più gli arretrati.

Chiariamo che ogni aumento calcolato per la rivalutazione in base all'importo di pensione che si percepisce è da intendersi al lordo, non al netto, e per questo in molti casi l'aumento previsto può risultare più basso delle aspettative per alcuni pensionati.

A contribuire ad aumentare o diminuire gli importi delle pensioni dei cedolini di marzo ci sono anche altri elementi che vengono calcolati e riportati, come rimborsi, detrazioni ecc, e in virtù di questi elementi, in realtà, i cedolini possono cambiare ogni mese, per cui per capire se effettivamente ci saranno aumenti o meno delle pensioni bisogna attendere la fine dell’anno per fare eventuali calcoli complessivi. 

C’è poi il discorso differente delle pensioni minime tra 500-600 euro. Per quanto riguarda le pensioni minime, considerando che il trattamento minimo Inps per il 2022 era di 525,38 euro, con la rivalutazione è aumentato fino ad arrivare a 564,78 euro e a 600 euro solo per gli over 75 e solo per il 2023. 

Dal primo gennaio 2023, i pensionati che nel 2022 prendevano la pensione minima di 525,38 euro hanno visto il trattamento salire a 564,78 euro ma devono ancora avere l’ulteriore rivalutazione che porta la pensione minima 2023 a 572 euro e a 600 euro per gli over 75.

Cosa diminuiscono importi dei cedolini delle pensioni di marzo con nuove tasse

Se per la rivalutazione 2023 si attendono a marzo aumenti delle pensioni, di contro, ci sono elementi che bilanciano tali aumenti, riducendoli e in alcuni casi fino ad azzerarli del tutto, come se la rivalutazione pensionistica per aumentare il potere di acquisto di alcuni pensionati non avvenga.

Si tratta delle imposte da pagare. Molti pensionati che hanno già ricevuto il cedolino della pensione di marzo lamentano o di aver avuto un aumento inferiore a quanto previsto o di non aver ricevuto alcun aumento. In realtà, la rivalutazione è stata applicata ma sono aumentate le imposte locali, per cui gli aumenti sono stati pagati in tasse.

Le ultime notizie confermano, infatti, l’aumento delle imposte locali, addizionali Irpef comunali e regionali che incidono sul calcolo della pensione netta finale. 

Nel 2023, è stata prevista, infatti, per i Comuni la possibilità di aumentare l’Irpef locale nel caso di un deficit procapite superiore a 500 euro, mentre per Comuni con un debito procapite superiore a 1.000 euro si potrà scegliere se aumentare l’Irpef locale o sostituire l’aumento delle tasse locali con una nuova tassa locale da applicare a chi si imbarca in porti o aeroporti.

Stesso discorso vale per le Regioni: ognuna può decidere le aliquote di pagamento dell’Irpef locale con possibilità di aumenti o anche ribassi. E molte regioni e Comuni hanno rivisto al rialzo le aliquote Irpef locali. Ciò significa che le pensioni di marzo sono state rivalutate, e in misure differenti per redditi, ma tali aumenti sono in molti casi ridotti o azzerati per il dovuto pagamento delle nuove addizionali locali.

Per esempio, la Lombardia ha già rivisto le aliquote Irpef ma solo per i redditi sopra i 75 mila euro, che pagheranno dunque più tasse, e gli scaglioni di reddito e le relative aliquote delle tasse regionale sono diventate le seguenti:

  • per i redditi fino a 15 mila euro, l’aliquota è dell’1,23%;
  • per i redditi tra 15 mila e 28 mila euro, l’aliquota è dell’1,58%;
  • per i redditi tra i 28 mila e i 50 mila euro, l’aliquota è dell’1,72%;
  • per i redditi oltre i 50 mila euro, l’aliquota è dell’1,73%.