Per calcolare la propria capienza fiscale, necessario fare riferimento alla dichiarazione dei redditi presentata per il periodo d'imposta precedente.
La capienza fiscale di un contribuente è determinata dall'ammontare dell'Irpef da versare annualmente. Il sistema tributario italiano prevede diverse aliquote di imposta sul reddito che rappresentano percentuali di tassazione da applicare a fasce di reddito del contribuente. La recente riforma fiscale ha introdotto cambiamenti significativi nell'imposta sul reddito delle persone fisiche, passando da quattro a tre aliquote: 23% per redditi fino a 28.000 euro, 35% per quelli tra 28.000 e 50.000 euro, e 43% per i redditi superiori a 50.000 euro.
Fino a quando questa modifica non sarà pienamente operativa, la determinazione della capienza fiscale rimarrà basata sulle regole fiscali in vigore. Calcolare la propria capienza fiscale è fondamentale per comprendere se un contribuente può beneficiare delle detrazioni fiscali, ossia degli sconti sull'Irpef ai quali ha diritto in base alle spese sostenute e ai bonus utilizzati.
Se lo sconto fiscale supera la capienza fiscale del contribuente, la parte eccedente non potrà essere utilizzata e il soggetto non potrà godere pienamente delle agevolazioni fiscali a cui ha diritto. Questo aspetto è particolarmente rilevante quando si tratta di bonus casa ed ecobonus, che rappresentano importanti opportunità di risparmio fiscale per chi effettua lavori di ristrutturazione o riqualificazione energetica.
Per calcolare la propria capienza fiscale è necessario fare riferimento alla dichiarazione dei redditi presentata per il periodo d'imposta precedente. Questa fornisce una panoramica aggiornata dei redditi conseguiti e costituisce una base fondamentale per determinare la capacità contributiva e le possibilità di fruire delle detrazioni fiscali nell'anno corrente.
Eventuali cambiamenti nella situazione finanziaria possono influenzare gli importi delle tasse da versare nel 2025. Per avere un'idea precisa delle tasse da pagare occorre recuperare i seguenti dati:
Per comprendere meglio come funziona la capienza fiscale, consideriamo un esempio pratico relativo al bonus ristrutturazioni: supponiamo che un contribuente abbia sostenuto spese per lavori di ristrutturazione per un totale di 40.000 euro, effettuati in un unico anno. Il bonus ristrutturazioni prevede, per il 2025, una detrazione pari al 50% delle spese sostenute per l'abitazione principale (36% negli altri casi), da portare in detrazione nella dichiarazione dei redditi in dieci rate annuali uguali.
Quindi, se si tratta di abitazione principale, il contribuente può beneficiare di una detrazione di 20.000 euro nell'arco di dieci anni, cioè 2.000 euro all'anno. Se la capienza fiscale indicata nei righi 16 del Modello 730 o RN5 del Modello Redditi PF è pari o superiore a 2.000 euro, il contribuente potrà beneficiare pienamente dell'agevolazione fiscale. In caso contrario, perderà la parte eccedente rispetto a quanto indicato nei suddetti righi.
Per i contribuenti che hanno diritto a più detrazioni, è necessario sommare i relativi importi e confrontarli con le cifre presenti nei righi della dichiarazione dei redditi per verificare la piena fruibilità delle agevolazioni.
Il rimborso massimo ottenibile dal modello 730/2025 dipende dalla situazione fiscale di ciascun contribuente, poiché le detrazioni si applicano solo fino alla capienza fiscale, ovvero fino a quando c'è un'imposta dovuta da ridurre. Ogni lavoratore può ottenere un rimborso massimo pari all'importo dell'Irpef che ha già pagato, ma mai superiore a questa somma.
Ad esempio, se l'imposta dovuta da un lavoratore dipendente è pari a 8.249 euro, il rimborso massimo che potrà ricevere sarà anch'esso di 8.249 euro, a condizione che le sue detrazioni siano sufficienti a coprire l'intera somma. Non potrà mai ricevere un rimborso maggiore di quanto versato. Nel caso di un lavoratore autonomo che non ha ancora versato acconti, il diritto al rimborso non sussiste, ma l'applicazione delle detrazioni servirà a ridurre o azzerare l'Irpef dovuta.
È importante sottolineare che le dichiarazioni dei redditi seguono il principio dell'annualità d'imposta: se non si riesce a recuperare le spese di un anno fiscale con le relative dichiarazioni, non è possibile posticiparle agli anni successivi. Pertanto, la quota di detrazione che eccede l'imposta dovuta in un determinato anno viene definitivamente persa.
Quando ci si trova in una situazione di incapienza fiscale, esistono alcune soluzioni che possono aiutare a massimizzare il beneficio delle detrazioni fiscali. Ecco le principali strategie:
Se il datore di lavoro presenta una limitata disponibilità finanziaria, è possibile rateizzare il rimborso dell'Irpef fino a dicembre. Nel caso in cui non riesca a restituire l'intero importo o nessuna somma, esistono diverse opzioni per recuperare il credito d'imposta relativo all'Irpef. Se entro il mese di dicembre non riceve l'intero importo spettante, il datore di lavoro è tenuto a inserire l'importo residuo nella Certificazione unica dell'anno corrente, che sarà resa disponibile all'inizio del 2025.
Un'altra opzione è quella in cui il datore di lavoro rilascia una dichiarazione per presentare domanda di rimborso all'Agenzia delle entrate.
Per le spese di ristrutturazione o per altre spese detraibili, in caso di dichiarazioni congiunte tra due coniugi, può essere strategico intestare alcune fatture ed effettuare bonifici a nome del coniuge con maggiore capienza fiscale. Questa soluzione permette di recuperare le detrazioni che uno dei coniugi rischia di perdere per insufficienza di imposta dovuta.
Lo stesso principio può essere applicato alle spese sanitarie e ad altre spese detraibili, distribuendole tra i familiari in base alla rispettiva capacità fiscale.
Sebbene per le spese sostenute dal 1° gennaio 2025 non sia più possibile optare per lo sconto in fattura e la cessione del credito (come previsto dalla Legge di Bilancio 2025), questa opzione resta valida per le spese sostenute nel 2024, qualora si rientri nelle deroghe previste dal D.L. n. 39/2024.
È importante ricordare che la cessione del credito permette di trasferire il diritto alla detrazione a terzi, consentendo di monetizzare immediatamente il beneficio fiscale anziché attendere le dieci annualità previste per la detrazione.
La Legge di Bilancio 2025 (legge n. 207/2024) ha introdotto significative novità per quanto riguarda i bonus edilizi, rimodulando le aliquote di detrazione e stabilendo nuovi criteri di applicazione. Vediamo nel dettaglio le principali novità.
Per le spese sostenute nel 2025:
Anche per l'ecobonus 2025 la Legge di Bilancio 2025 ha previsto una rimodulazione delle aliquote, con la stessa struttura del bonus casa:
Una delle novità più rilevanti riguarda l'esclusione, a partire dal 1° gennaio 2025, delle spese per interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie uniche alimentate a combustibili fossili, come ad esempio le caldaie a gas. Questa modifica si applica sia al bonus casa che all'ecobonus, in linea con gli obiettivi di transizione ecologica e riduzione delle emissioni.
La legge di Bilancio 2025 ha ridefinito anche il limite massimo di spesa annuale per il bonus casa, fissandolo a:
Un'importante novità introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 riguarda i limiti alle detrazioni IRPEF per i contribuenti con reddito superiore a 75.000 euro. Questi limiti si applicano anche al bonus casa e all'ecobonus.
Secondo la nuova disposizione, con effetto dalle spese sostenute dal 1° gennaio 2025, l'ammontare annuale degli oneri detraibili viene determinato moltiplicando un "importo base" per un coefficiente legato al numero di figli fiscalmente a carico.
Sono escluse da queste limitazioni: