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Abusi contratti a termine per docenti precari e Ata, Governo pronto a modifiche dopo deferimento all'Ue

di Marianna Quatraro pubblicato il
contratti termine scuola

Quali sono le decisioni e le prossime modifiche del governo italiano per risolvere la situazione degli abusi dei contratti a termine della scuola dopo il deferimento all’Ue

Quali sono le modifiche al vaglio del governo per cambiare la situazione dell’abuso dei contratti a termine nella scuola? L’Ue ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia per discriminazioni nel trattamento dei precari della scuola a causa dell'uso abusivo di contratti nella scuola a tempo determinato. 

E’, dunque, arrivato il momento che il governo agisca. Vediamo la situazione nel dettaglio e le prospettive.

  • L’Italia deferita all’Ue per abuso dei contratti a termine nella scuola
  • Cosa si farà, le posizioni del governo e le richieste dei sindacati 

L’Italia deferita all’Ue per abuso dei contratti a termine nella scuola

Secondo la Commissione Ue, l'Italia non ha adottato misure efficaci per impedire l'uso discriminatorio di contratti di lavoro a tempo determinato sia per i docenti che per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario nelle scuole statali. E si tratta di una violazione del diritto dell’Ue sul lavoro a termine.

Per capire la situazione basta guardare i numeri: il numero di docenti precari in Italia oscilla tra i 165.000, secondo il Ministro dell’Istruzione e del Merito, e i 250.000, secondo i sindacati, su un totale di 943.000 insegnanti facendo, di conseguenza, aumentare l’età media di ingresso nel ruolo, si attesta sui 45 anni, e rendendo gli insegnanti italiani tra i più anziani d’Europa.

Inoltre, la normativa italiana, che determina lo stipendio degli insegnanti a tempo determinato nelle scuole pubbliche, non prevede una progressione salariale basata sui precedenti periodi di servizio e anche questo caso configura una discriminazione rispetto agli insegnanti assunti a tempo indeterminato, che beneficiano, invece, degli aumenti retributivi in base all’anzianità di servizio. 

La Commissione ha, quindi, avviato la procedura di infrazione inviando una lettera di diffida formale alle autorità italiane giù nel luglio 2019, seguita da un’ulteriore lettera di diffida formale nel dicembre 2020 e da un parere motivato nell’aprile 2023. 

Nulla, però, è stato fatto per cambiare la situazione ed evitare ulteriori problemi. E così la decisione di ora di deferire il caso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea segue le mancate risposte dell’Italia negli anni precedenti. 

Cosa si farà, le posizioni del governo e le richieste dei sindacati 

In risposta al deferimento dell’Ue, il governo, con il Decreto Salva Infrazioni, ha introdotto importanti novità per i precari della scuola, raddoppiando l’indennizzo spettante in caso di abuso di contratti a termine. 

E’ stato, infatti, stabilito che nei casi di abuso di contratti a termine, il giudice deve fissare un’indennità compresa tra 4 e 24 mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del Tfr e l’importo dell’indennizzo sarà determinato in base alla gravità della violazione, considerando il numero di contratti a termine stipulati e la durata complessiva del rapporto.

L'Anief ha, invece, proposto, oltre al raddoppio della sanzione per l’abuso dei contratti a termine previsto dal decreto, un doppio canale di reclutamento per prevenire l’abuso dei contratti a termine e il principio di non discriminazione e parità di trattamento tra personale precario e di ruolo.

Dal canto suo, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha spiegato che il governo è impegnato sia nella riduzione ai ricorsi ai contratti a termine e sia perchè ai docenti precari vengano riconosciuti gli stessi scatti di anzianità degli insegnanti di ruolo. 

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