Le agevolazioni e bonus per smart working in montagna sono una risposta alle nuove esigenze lavorative e sociali, offrendo opportunità inedite per imprese e lavoratori. La normativa introdotta dal 2025 punta a rendere attrattivi i piccoli comuni montani, garantendo un sistema di incentivi che mira non solo a facilitare il trasferimento e la permanenza di risorse umane qualificate, ma anche a promuovere la rigenerazione di territori spesso trascurati dalle dinamiche del mercato del lavoro tradizionale.
Questa iniziativa si inserisce in un quadro innovativo, dove benessere personale, sostenibilità e sviluppo locale si intrecciano, delineando un modello collaborativo di crescita tra comunità e sistema economico.
Obiettivi e contesto della Legge 131/2025: perché si incentivano i comuni montani
La Legge 131/2025, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, nasce da un'esigenza consolidata: invertire la tendenza allo spopolamento delle aree montane e incentivare la loro competitività attraverso strumenti fiscali mirati. Il quadro normativo, inserito in un pacchetto di investimenti pluriennali, prevede uno stanziamento annuale di 200 milioni di euro per sostenere politiche attive nella crescita demografica, la valorizzazione dei servizi essenziali e l'innovazione nei modelli occupazionali:
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Ripopolamento dei borghi e delle comunità in quota
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Favorire nuove assunzioni e la permanenza di giovani e professionisti
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Creare condizioni favorevoli allo sviluppo di imprese locali e servizi pubblici
Oltre ad affrontare questioni come la difficoltà degli spostamenti e l'isolamento infrastrutturale, la
nuova legge ridefinisce i criteri di classificazione dei comuni montani, includendo nuove misure per il personale scolastico e sanitario. Centrale è la promozione dello smart working come strumento di riequilibrio territoriale, incentivando la residenzialità e la connessione tra innovazione tecnologica e valorizzazione ambientale, in linea con le più recenti direttive europee sulla qualità della vita e sulla sostenibilità.
Come funziona il Bonus Smart Working: esonero contributivo e vantaggi fiscali
Nell'ambito delle agevolazioni per smart working in montagna, il provvedimento cardine è rappresentato dall'esonero contributivo rivolto ai datori di lavoro che promuovono il lavoro agile nei piccoli centri sotto i 5.000 abitanti. L'esonero riguarda i contributi previdenziali INPS dovuti per ciascun dipendente impiegato stabilmente in smart working, ad esclusione dei premi INAIL, e si articola su più annualità:
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100% del contributo fino a un massimo di 8.000 euro annui per il biennio 2026-2027
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50% (fino a 4.000 euro annui) per il 2028 e il 2029
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20% (fino a 1.600 euro annui) per il 2030
Questa agevolazione è pensata per stimolare nuove assunzioni a tempo indeterminato e per favorire la mobilità verso il territorio montano, senza penalizzare la posizione previdenziale del lavoratore. È importante sottolineare che il beneficio si applica solo nel rispetto dei limiti fissati dal regime europeo "de minimis", assicurando la corretta allocazione delle risorse e la trasparenza dei processi. Le imprese possono pianificare strategie di espansione e assunzione più sostenibili, mentre i lavoratori possono contare su garanzie di lungo periodo e una qualità della vita migliorata.
Requisiti e condizioni per imprese e lavoratori: chi può accedere e quando
L'accesso alle agevolazioni smart working in montagna è subordinato a precisi requisiti, previsti dall'articolo 26 della Legge 131/2025, che riguardano sia l'impresa beneficiaria sia il lavoratore coinvolto:
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Impresa: deve attuare lo smart working come modalità ordinaria per la prestazione di lavoro e assumere con contratto subordinato a tempo indeterminato.
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Lavoratore: deve essere under 41 al momento dell'entrata in vigore della legge (20 settembre 2025), svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile e trasferire sia la residenza che il domicilio da un comune non montano verso un centro montano con meno di 5.000 abitanti.
Il beneficio si applica esclusivamente ai rapporti di lavoro stabile avviati o convertiti dal 20 settembre 2025 in poi, con l'obbligatorietà della permanenza continuativa del dipendente nel comune di montagna per tutta la durata dell'agevolazione. Sono escluse dall'incentivo le posizioni soggette a benefici regionali analoghi così come i premi INAIL. Ancora, la normativa impone il rispetto di policy interne e la conservazione documentale attestante la residenza, la tipologia contrattuale e la modalità lavorativa, utile nei controlli a campione.
Procedura e tempistiche per la richiesta
L'accesso ai benefici fiscali per smart working nei territori montani avverrà attraverso una procedura regolata da specifici decreti attuativi che saranno emanati entro 60 giorni dalla pubblicazione della legge. La procedura può essere così riassunta:
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Pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e adozione di un Decreto interministeriale per la definizione di criteri e modalità di concessione dell'agevolazione;
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Adozione di un D.P.C.M. entro 90 giorni per individuare i comuni montani beneficiari;
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Presentazione della domanda da parte delle imprese, corredata dalla documentazione relativa al rapporto di lavoro e alla residenza del dipendente;
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Monitoraggio costante per verificare il rispetto dei limiti di spesa annuali e delle normative sugli aiuti de minimis.
Le tempistiche dipendono dall'emanazione formale dei decreti, che definiranno anche i meccanismi di monitoraggio e i flussi operativi INPS per la corretta applicazione del beneficio. La trasparenza della procedura e la verifica a campione svolgono un ruolo chiave nell'assicurare che le risorse vengano effettivamente destinate ai soggetti aventi diritto.
Altre agevolazioni collegate: credito d'imposta per acquisto e ristrutturazione casa, personale scolastico e sanitario
Il sistema di incentivi comprende, oltre all'esonero contributivo, ulteriori agevolazioni create per rafforzare il radicamento nelle zone montane. A titolo esemplificativo:
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Credito d'imposta 60% per acquisto e ristrutturazione prima casa: sotto i 41 anni e con trasferimento di residenza, è riconosciuto un credito d'imposta del 60% delle rate annuali del mutuo acceso per comprare o ristrutturare immobili, fino a un massimo di 500 euro annui e per cinque anni.
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Vantaggi per personale scolastico e sanitario: credito d'imposta del 60% sul canone annuo di locazione (fino a 2.500 euro, elevabile per specifiche minoranze linguistiche) destinato a lavoratori che svolgano servizio in strutture o scuole montane. Inoltre, punteggi aggiuntivi nelle graduatorie provinciali per chi presta servizio in questi territori.
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Incentivi imprese giovanili: credito d'imposta introdotto per le nuove micro e piccole imprese avviate da giovani under 41 anni, valido per i primi tre anni di attività, con un tetto di 100.000 euro (150.000 euro in comuni con minoranze linguistiche storiche).
Le diverse misure non sono tra loro cumulabili dove espressamente indicato dalla normativa, privilegiando una suddivisione trasparente delle risorse e un approccio volto a evitare sovrapposizioni di benefici all'interno della stessa categoria di spesa.