Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Agricoltura e Manovra Finanziaria 2026: pesanti critiche e richieste di modifiche con emendamenti

di Marcello Tansini pubblicato il
agricoltura e manovra finanziaria 2026 p

La Manovra Finanziaria 2026 introduce alcune novità e cambiamenti per l'agricoltura che non piacciono alle aziende, Pmi del settore e alle relative associazioni che chiedono ulteriori modifiche e interventi correttivi

Oggi l'attenzione del comparto agricolo si concentra sulle nuove misure proposte dal Governo nella Legge di Bilancio 2026. Il settore primario vive una fase di profonda trasformazione a causa delle pressioni economiche, climatiche e normative. Nel documento programmatico approvato dal Consiglio dei Ministri, si pongono importanti novità fiscali: dalle nuove forme di incentivo agli investimenti tecnologici, fino alla riconferma di specifiche esenzioni. Tuttavia, le misure previste sollevano dibattiti nel mondo agricolo e pongono interrogativi sulla loro reale efficacia rispetto alle necessità di modernizzazione, sostenibilità e redditività delle imprese. Riflettendo sulle proposte emerse nelle fonti istituzionali e associative, si delineano posizioni spesso divergenti sugli strumenti individuati e sulla loro capacità di sostenere la competitività e la resilienza dell’agricoltura nazionale.

Super e iper-ammortamento esclusi per il settore agricolo: analisi delle criticità

Il ritorno del super e iper-ammortamento rappresenta una delle novità di rilievo per gli investimenti industriali. La misura ripristina deduzioni maggiorate ai fini fiscali per gli investimenti in beni strumentali nuovi, con aliquote che variano dal 180% al 220% per la fascia fino a 2,5 milioni di euro e scaglioni inferiori per fasce di investimento superiori. Tuttavia, una clausola decisiva limita l’accesso a tali agevolazioni, escludendo di fatto la gran parte delle imprese agricole. Il motivo risiede nel sistema di determinazione del reddito adottato dal settore primario: molte aziende agricole calcolano il proprio reddito su base catastale o forfettaria invece che con criteri di bilancio ordinario. Implicazioni dell’esclusione:

  • Le società individuali, società semplici e chi opera secondo principi catastali non traggono alcun beneficio dalla deduzione maggiorata, poiché tale deduzione si applica solo al reddito d’impresa determinato "a bilancio".
  • Rimane accessibile solo per società agricole di capitali (come Srl, Snc, Sas) che determinano il reddito in modo ordinario.
Questa impostazione genera una forte disparità tra comparti produttivi e rischia di lasciare il settore agricolo ai margini del nuovo piano industriale, proprio nel momento in cui la modernizzazione delle aziende, anche attraverso l’acquisizione di macchinari e tecnologie 4.0, è ritenuta determinante per l’intero sistema agroalimentare. 

Il nuovo credito d’imposta 40% per le imprese agricole: funzionamento, benefici e limiti

Come risposta all’esclusione dal super e iper-ammortamento, la bozza della Legge di Bilancio 2026 introduce un credito d’imposta pari al 40% per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura che investono in beni strumentali materiali e immateriali nuovi, rientranti negli Allegati A e B della Legge 232/2016. L’incentivo rispecchia in gran parte la logica dei precedenti incentivi legati al piano Transizione 4.0.

Dettagli del bonus:

  • L’aliquota del 40% si applica sul costo di acquisizione degli investimenti effettuati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2026 (o fino al 30 giugno 2027, con primo acconto almeno pari al 20% entro il 2026).
  • Il beneficio massimo riconosciuto è pari a 1 milione di euro per ciascuna impresa.
  • Il plafond complessivo destinato alla misura ammonta a 2,1 milioni di euro.
La misura risulta utilizzabile esclusivamente tramite compensazione in F24 e non è soggetta ai consueti limiti annuali di utilizzo dei crediti d’imposta. Le imprese beneficiarie devono inoltre conservare la documentazione attestante la spesa e la conformità agli standard richiesti; è richiesta una certificazione di un revisore legale, il cui costo (fino a 5.000 euro) è incrementale rispetto al credito maturato. È prevista la cumulabilità con altre agevolazioni nazionali o comunitarie, purché non si superi il limite del costo sostenuto.
Limiti strutturali:
  • Il plafond fissato dalla norma è considerato esiguo rispetto all’ampiezza della platea potenziale e all’elevato costo degli investimenti in tecnologie agricole. Di conseguenza, l’accesso al beneficio rischia di favorire solo chi è in grado di presentare tempestivamente domanda e documentazione.
  • L’iter burocratico resta complesso: documentazione rigorosa e tempi tecnici per i decreti attuativi e la certificazione possono rappresentare un ostacolo per le imprese medio-piccole.
L’efficacia della misura dipenderà fortemente dall’attuazione operativa del provvedimento, dalla velocità delle procedure di assegnazione e dallo stanziamento di eventuali ulteriori risorse.

Esenzione Irpef e agevolazioni fiscali: conferme e nuove richieste delle associazioni di categoria

Tra le novità confermate dalla manovra finanziaria 2026 si registra la proroga dell’esenzione dall’imponibile Irpef per i redditi dominicali e agrari, misura destinata a coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola. Questo strumento intende garantire liquidità e sostenibilità a chi opera in un comparto spesso soggetto a forti oscillazioni reddituali e climatiche. La proroga è accolta in modo favorevole dalle principali associazioni di rappresentanza, sebbene non manchino proposte affinché diventi una misura strutturale e permanente.

  • La normativa mantiene il meccanismo: fino ai primi 10.000 euro di redditi agrari e dominicali, l’esenzione è totale; i successivi 5.000 euro contribuiscono alla formazione della base imponibile solo per il 50%.
  • Per usufruire delle agevolazioni resta necessario essere iscritti alla previdenza agricola.
Sono inoltre all’esame parlamentare altri temi proposti dalle associazioni:
  • rafforzamento del credito d’imposta per gli investimenti in tecnologie;
  • abbattimento del costo del lavoro attraverso strumenti di decontribuzione e incentivi alle assunzioni, per contrastare la difficoltà nel reperimento della manodopera;
  • ulteriori sgravi sull’Irpef per il lavoro occasionale e la piena estensione di agevolazioni energetiche alle aziende agricole definite energivore.
Proposta forte è la revisione della fiscalità agricola perché sia in grado di sostenere l’innovazione, il ricambio generazionale e la stabilizzazione delle imprese in una fase di incertezza normativa, di mercato e climatica.

Le principali critiche delle associazioni agricole e le richieste di modifica con emendamenti

Dal confronto tra il Governo e le rappresentanze del settore emergono alcune delle criticità maggiormente segnalate alla manovra finanziaria. Le principali associazioni, tra cui Coldiretti, CIA, Confagricoltura e UNCI AgroAlimentare:

  • hanno espresso insoddisfazione per le risorse stanziate, giudicate insufficienti a garantire una reale leva per la modernizzazione diffusa;
  • chiedono tempi certi e semplificazione nelle procedure d’accesso alle agevolazioni;
  • segnalano che la disciplina limita la compensazione dei crediti d’imposta con i contributi previdenziali e assistenziali — un limite che, secondo CIA, rischia di vanificare l’impatto del credito per molte imprese agricole;
  • propongono la proroga di misure strutturali a favore dell’innovazione e della digitalizzazione, utilizzando anche fondi derivanti dal PNRR;
  • suggeriscono l’introduzione di un fondo per la gestione delle emergenze e l’ampliamento dei supporti a sostegno dell’export e della promozione internazionale del Made in Italy agroalimentare.
Le richieste di modifica sono state formalizzate attraverso una serie di emendamenti volti ad ampliare la platea dei destinatari delle misure e aumentarne l’efficacia, in particolare per le imprese di dimensioni ridotte e per i giovani imprenditori.

Opportunità e rischi della Manovra 2026 per la competitività e l’innovazione nel settore primario

L’obiettivo della Manovra è promuovere modernizzazione, produttività e sostenibilità del settore primario italiano.In modo particolare:

  • Sostegno agli investimenti in digitale, automazione e tecnologie green tramite credito d’imposta mirato.
  • Possibile cumulabilità con altri incentivi e bandi comunitari.
  • Proroga dell’esenzione Irpef e stimoli alla liquidità delle aziende agricole.
Tuttavia, permangono aree di rischio:
  • Limitatezza del plafond rischia di premiare solo chi presenta domanda in tempi rapidi, lasciando indietro le piccole realtà con minore capacità amministrativa.
  • Complesso iter burocratico e oneri di certificazione possono frenare l’adozione dell’incentivo.
  • Incertezza sulle risorse strutturali rischia di tradursi in disparità all’interno della filiera.


Leggi anche