Malgrado l'obbligo di revisione dei mezzi agricoli sia previsto dalla normativa, l'assenza di attuazione espone il settore a rischi, sanzioni inevase e problematiche di sicurezza.
La sicurezza nell'ambito agricolo dipende in larga parte dall'efficienza dei veicoli utilizzati nei campi. La revisione dei mezzi agricoli obbligatoria nasce dall'esigenza di garantire l'idoneità tecnica delle macchine per la tutela di operatori e ambiente. Nel contesto italiano questa normativa trova fondamento nel D.Lgs. n. 285/1992, che inserisce la manutenzione regolamentata all'interno del Codice della Strada, e nel Decreto Ministeriale 20 maggio 2015, che specifica modalità e categorie di mezzi coinvolti. Nonostante l'introduzione formale, l'attuazione della disciplina resta incompleta a causa della mancata emanazione di decreti attuativi.
La disciplina italiana sulla revisione delle macchine agricole ha conosciuto un percorso legislativo complesso, segnato da ripetuti rinvii. Introdotta formalmente dal Decreto Ministeriale 20 maggio 2015, avrebbe dovuto fissare controlli periodici quinquennali per trattori, rimorchi agricoli e macchine operatrici semoventi. Tuttavia, la mancanza del decreto interministeriale attuativo ne ha di fatto impedito l'entra in vigore. Le tabelle hanno via via ampliato le scadenze:
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Veicoli immatricolati entro il 31/12/1983 |
Entro il 31/12/2025 |
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Immatricolati dal 01/01/1984 al 31/12/1996 |
Entro il 31/12/2025 |
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Immatricolati dal 01/01/1997 al 31/12/2019 |
Entro il 31/12/2026 |
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Immatricolati dopo il 01/01/2020 |
Al quinto anno successivo alla prima immatricolazione |
L'ultima proroga stabilita dal cosiddetto "Decreto Milleproroghe" (D.L. 202/2024, convertito in L. 15/2025), ha prolungato ulteriormente i termini, rimandando le sanzioni effettive a quando saranno rese note le regole tecniche dettagliate. Le revisioni rimangono quindi in uno stato sospeso: si conoscono i veicoli e le scadenze, ma resta assente la disciplina operativa che renda obbligatorie le verifiche periodiche. Un contesto che genera numerose incertezze e allunga i tempi di messa a norma.
I veicoli interessati dall'obbligo di revisione sono:
Nel quadro normativo vigente, la mancata ottemperanza all'obbligo di revisione comporta sanzioni amministrative progressive. In base a quanto previsto dal Codice della Strada e dai decreti di riferimento:
L'assenza del decreto interministeriale, a quasi dieci anni dall'introduzione della norma, rappresenta un nodo irrisolto. Questo vuoto normativo impedisce l'applicazione concreta della revisione dei mezzi agricoli, privando il settore di uno strumento di prevenzione ormai standard in altri comparti. Sul piano della sicurezza, le conseguenze sono significative: nel 2023 quasi la metà degli infortuni mortali in agricoltura è stata attribuita alla perdita di controllo dei veicoli, spesso a causa del ribaltamento di trattori.
Le stime indicano che oltre 700.000 mezzi agricoli circolano senza dispositivi antiribaltamento, come roll-bar, e più di 1,2 milioni sono sprovvisti di cinture di sicurezza. Questa obsolescenza penalizza non solo la sicurezza degli operatori, ma anche la sostenibilità dell'intero comparto. La mancanza di attuazione effettiva della revisione periodica ostacola inoltre fondi e incentivi destinati al ricambio del parco macchine, pur essendo previsti dagli strumenti legislativi.
Sul fronte istituzionale, esiste la volontà di promuovere ulteriori misure economiche - anche grazie al coinvolgimento di associazioni di categoria - per supportare l'adeguamento e la sostituzione dei mezzi più datati, ma ogni iniziativa rimane subordinata all'emanazione dei decreti attuativi. Questa stasi normativa rende difficile una vera modernizzazione del settore e la prevenzione dei rischi legati all'utilizzo di veicoli non sicuri nei campi.
Il tema della sicurezza nei campi, strettamente collegato alla presenza di mezzi obsoleti, rivela dati particolarmente critici. I numeri forniti dalle principali fonti nazionali evidenziano che la quota di trattori vetusti rimane elevata, con oltre 800.000 unità da rottamare secondo le stime ufficiali. Gli incidenti più gravi sono collegati a ribaltamenti e perdita di controllo, spesso sulle strade rurali o durante le lavorazioni in campo.
Le principali carenze tecniche dei mezzi coinvolti includono:
L'approccio europeo alla regolamentazione del settore punta sull'armonizzazione delle procedure per i veicoli agricoli. Il Regolamento UE 167/2013, noto come Mother Regulation, ha istituito criteri comuni per l'omologazione e la revisione dei trattori, con un focus particolare sui trattori di categoria Tb (velocità superiore a 40 km/h). Dal 2025, questi ultimi devono essere controllati dopo quattro anni dalla prima immatricolazione e successivamente ogni due anni, come stabilito dalla Direttiva 2014/45/CE.
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