Negli ultimi dieci anni il Natale è diventato sempre più caro: alimenti, regali e addobbi hanno registrato aumenti record mentre i salari sono rimasti fermi, ampliando il divario tra spese delle feste e potere d’acquisto degli italiani.
Il periodo natalizio rappresenta da sempre un appuntamento centrale per le famiglie italiane, sia dal punto di vista sociale sia da quello economico. Tuttavia, gli ultimi dieci anni hanno visto un incremento decisivo nei costi legati a queste festività. Dai dati delle associazioni dei consumatori emerge che, rispetto al 2015, la spesa media per la festa è cresciuta sensibilmente, toccando livelli che mettono in difficoltà molti nuclei familiari. I motivi di questi aumenti riguardano soprattutto l’andamento dei prezzi di alimenti, regali e decorazioni, a fronte di salari rimasti pressoché invariati.
L’analisi dell’ultimo decennio rivela un trend chiaro e preoccupante: il costo complessivo del Natale, dai regali agli alimentari, è cresciuto in modo significativo. Secondo i dati Federconsumatori, la spesa media pro capite per le festività è aumentata del 43% rispetto al 2015, stabilendosi intorno ai 176,90 euro nel 2025. Tale incremento coinvolge indistintamente tutti i settori, con alcune eccezioni degne di nota come i libri, il cui prezzo medio è leggermente diminuito (-2,2%).
L'incremento maggiore si osserva nei cosiddetti "regali low-cost", oggetti con un prezzo contenuto ma fortemente richiesti, che nel solo ultimo anno hanno visto una crescita del 7,1%. Non solo i regali tradizionali ma anche beni tecnologici, arredamento per la tavola natalizia e addobbi hanno subito rincari che, in alcuni casi, superano il 100% rispetto a dieci anni fa.
Questa evoluzione si riflette anche nei prezzi delle decorazioni: un albero di 210 cm passava dai 60 euro del 2015 agli oltre 99 euro attuali (+66,6%), mentre la carta regalo ha raggiunto incrementi record pari al 145%, passando da circa 3,25 euro a 8 euro per rotolo.
La seguente tabella mostra alcuni esempi di rincari:
| Prodotto | Prezzo 2015 | Prezzo 2025 | Variazione (%) |
| Albero Natale 210 cm | €60,00 | €99,95 | +66,6% |
| Carta regalo | €3,25 | €8,00 | +145% |
| Giochi da tavolo | +48% | ||
| Bambole | +22% |
Nonostante un rallentamento dell’inflazione nell’ultimo anno, la crescita dei prezzi natalizi resta tra le preoccupazioni principali delle famiglie italiane.
I beni alimentari mantengono un ruolo centrale durante le festività, sia come acquisto per la tavola che come idea regalo. Tuttavia, negli ultimi dieci anni i prodotti simbolo del Natale hanno subito rincari particolarmente pesanti, in alcuni casi oltre la soglia del 100%.
Prodotti come panettone, pandoro, zampone e lenticchie – da sempre protagonisti delle tavole natalizie – sono diventati sensibilmente più costosi rispetto agli anni passati. Esempio significativo è il costo del panettone: dal 2015 al 2025 l’aumento è stato di oltre 6,90 euro (74,2%), mentre il pandoro ha visto il prezzo medio salire da 8,25 euro a più di 15 euro.
Tra le impennate più marcate si evidenziano le lenticchie, che hanno raggiunto un +143% rispetto al 2015, passando da 4,50 euro a quasi 11 euro al chilo. Anche lo zampone è passato da 9,40 euro fino a raggiungere i 17 euro, consolidando la tendenza che vede i prodotti alimentari tipici delle feste sempre più esclusivi dal punto di vista del costo.
Oltre agli alimentari, i rincari hanno colpito fortemente anche il settore dei regali e degli addobbi. Gli oggetti più richiesti, come giochi da tavolo, bambole e dispositivi elettronici, hanno registrato aumenti significativi rispetto agli anni precedenti. Particolarmente rilevante è la crescita del prezzo relativo ai giochi da tavolo (+48%) e alle bambole (+22%).
Per quanto riguarda la tecnologia, l'aumento dei prezzi ha coinvolto sia piccoli elettrodomestici sia dispositivi più sofisticati. Una macchina da caffè, per esempio, ha subito un aumento fino al 97%, mentre i lettori di e-book sono rincarati in media del 65,3% in dieci anni.
Anche gli addobbi sono diventati più onerosi, sia per quanto riguarda alberi di Natale che accessori come luci e decorazioni da tavolo. Spiccano gli incrementi della carta regalo, che ha raggiunto quasi il +145% in dieci anni, e degli alberi di Natale artificiali il cui costo è ormai prossimo ai 100 euro.
La pressione sui prezzi ha portato molti consumatori a rivedere le proprie abitudini di acquisto, prediligendo prodotti meno costosi o rinunciando ad alcuni extra decorativi. Tuttavia, la crescita dei costi coinvolge quasi tutta la filiera natalizia, rendendo difficile risparmiare in modo sostanziale senza sacrificare la tradizione.
Mentre i costi dei beni legati al periodo natalizio hanno visto aumenti a doppia cifra, i salari italiani sono rimasti sostanzialmente invariati nell’arco dell’ultimo decennio. Questa stagnazione salariale ha determinato una significativa riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, che si trovano oggi costrette a destinare una quota maggiore del proprio budget alle spese festive.
Secondo recenti monitoraggi, il rapporto tra crescita dei prezzi e andamento delle retribuzioni risulta sempre più sbilanciato. Mentre la spesa media pro capite è passata da 123,68 euro nel 2015 a 176,90 euro nel 2025 (+43%), l’adeguamento degli stipendi si è fermato a valori nettamente inferiori all’inflazione cumulata di questi anni.
Questo divario rischia di acuire le difficoltà delle famiglie più vulnerabili e di limitare la possibilità di mantenere inalterate le abitudini festive. L’impatto più tangibile si osserva nella propensione al risparmio e nella crescente attenzione alla selezione dei beni da acquistare, mentre aumentano i casi di rinuncia ad alcune spese considerate non essenziali.