L'intesa tra due concorrenti storici dell'automotive tedesco rappresenta una novità inattesa per l'industria europea. I vertici dei gruppi di Monaco e Stoccarda stanno valutando una collaborazione tecnica mai vista prima nel settore premium: la fornitura di motori BMW a Mercedes, destinati in particolare ai futuri modelli ibridi plug-in e range extender.
L'ipotesi nasce da precise esigenze di mercato e regolamentari, rivelando uno scenario in cui la competizione lascia spazio a strategie condivise. Il cambiamento, dettato sia dalla transizione verso l'elettrificazione sia dall'evoluzione degli equilibri globali, segna l'inizio di una nuova era per la sostenibilità e l'efficienza delle grandi case automobilistiche. L'Alleanza BMW Mercedes, se confermata, potrebbe ridefinire i paradigmi del settore.
Le ragioni strategiche ed economiche dell'alleanza
L'Avvicinamento tra i due marchi premium è motivato da una combinazione di esigenze economiche, strategiche e tecnologiche. Mercedes, dopo aver registrato margini in diminuzione e vendite inferiori alle attese, si ritrova a fronteggiare dazi statunitensi crescenti e un mercato delle vetture elettriche meno reattivo rispetto alle previsioni iniziali.
In questo contesto, la necessità di contenere i costi di sviluppo dei propulsori termici e garantire la conformità alle nuove normative Euro 7 ha imposto la ricerca di soluzioni condivise. Emerge che:
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Spinta alla competitività: Elementi come la transizione energetica e la pressione della concorrenza cinese hanno accelerato il ripensamento degli assetti industriali. In Europa, l'offerta di motorizzazioni endotermiche resta centrale per il mantenimento della competitività globale.
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Sinergie operative: Unificazione degli sforzi permetterebbe a Mercedes di ridurre l'investimento per la progettazione di nuovi propulsori, delegando la fornitura a BMW che, dal canto suo, rafforzerebbe la propria influenza tecnologica nel settore, incrementando i ricavi e sfruttando a pieno la capacità produttiva dello stabilimento di Steyr.
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Scelte obbligate: Le alleanze nel segmento premium non sono inedite, ma la peculiarità di questa risiede nella cooperazione tra rivali. Lavorare insieme sui quattro cilindri termici, senza compromettere l'identità del marchio, risponde all'esigenza di ottimizzare la redditività di entrambe le aziende.
Per Mercedes risulta particolarmente vantaggioso abbandonare gradualmente la dipendenza dalle motorizzazioni prodotte in Cina all'interno della joint venture Horse (con il gruppo Geely e Renault), sia per ragioni di costi sia per i rischi geopolitici in mercati chiave come quello statunitense. La collaborazione rappresenta quindi un
punto di svolta nella ridefinizione dell'automotive europeo, assicurando un'offerta moderna ed efficiente in un contesto di investimenti ingenti nella mobilità sostenibile e nella digitalizzazione delle gamme.
Caratteristiche tecniche e impatto sulle gamme Mercedes e BMW
Elemento centrale della possibile alleanza è il propulsore BMW B48: un quattro cilindri turbo benzina da 2.0 litri, noto per l'ampia versatilità e la conformità agli standard ambientali più stringenti. Questo motore si distingue per la compatibilità sia con trasmissioni longitudinali sia trasversali, condizione che lo rende facilmente adattabile su numerose piattaforme di entrambi i costruttori. In pratica:
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Compatibilità: Progettato per rispondere alle esigenze delle nuove generazioni di ibridi plug-in, il B48 è già impiegato su molteplici modelli BMW e Mini, offrendo prestazioni elevate e contenimento delle emissioni di CO₂.
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Impatto sui modelli Mercedes: Mercede ha attualmente introdotto, tramite la joint venture Horse, il motore 1.5 turbo M252, efficace sulle versioni mild hybrid ma poco adatto a schemi PHEV e range extender.
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Copertura della gamma: Se le trattative andassero a buon fine, il motore BMW verrebbe adottato su vasta scala: CLA, GLA, GLB, Classe C, Classe E, GLC e la futura "Little G" potrebbero rientrare tra i modelli di Mercedes beneficiari della nuova sinergia.
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Coerenza con Euro 7: Il motore B48 già risponde ai requisiti delle norme Euro 7, garantendo non solo prestazioni, ma anche affidabilità e tecnologie integrate per la riduzione delle emissioni.
Dal lato BMW, una produzione su vasta scala comporterebbe repercussioni positive in termini di efficienza industriale, oltre all'opportunità di affermarsi come
fornitore di sistemi ibridi avanzati anche per altri marchi. Si ipotizza inoltre un successivo allargamento della collaborazione a trasmissioni e powertrain diesel (B47), oltre alla realizzazione di catene produttive condivise.
I primi colloqui ufficiali tra i CEO delle due aziende avrebbero avuto luogo nel 2024. Stando alle informazioni riportate dalle principali testate economiche tedesche, la firma definitiva dell'accordo potrebbe arrivare entro fine 2025.
Il sito identificato per l'assemblaggio iniziale è lo stabilimento BMW di Steyr, in Austria, noto per la precisione produttiva e la capacità di gestire volumi superiori al milione di propulsori annui.
Le prime unità dovrebbero equipaggiare le Mercedes a partire dal 2027. Per il mercato statunitense si considera la possibilità di una produzione congiunta in uno stabilimento locale, consentendo di aggirare eventuali imposizioni doganali.
I modelli interessati sono:
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CLA, GLA, GLB
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Classe C, Classe E, GLC
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Futura "Little G"
La collaborazione potrebbe in seguito estendersi anche a nuovi segmenti di veicoli, in linea con l'evoluzione del mercato europeo e internazionale. Resta inteso che per le varianti ad alte prestazioni e per le unità destinate a mercati particolari (Asia, Medio Oriente), potranno essere adottate soluzioni su misura.
Sfide geopolitiche: Euro 7, dazi e rapporto con la Cina
L'implementazione delle nuove normative ambientali (Euro 7), i dazi doganali statunitensi e la crescente influenza della Cina nel settore costituiscono un fattore di rischio e al tempo stesso un'opportunità per i costruttori europei. Riassumendo:
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Euro 7: La normativa europea, ancora in fase di finalizzazione, impone standard severissimi riguardo le emissioni di monossido di carbonio e particolato, obbligando le case automobilistiche ad accelerare l'adozione di propulsori a bassissimo impatto ambientale.
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Dazi e catene di fornitura: Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina hanno indotto Mercedes a riconsiderare la dipendenza da propulsori di origine cinese. La produzione europea del motore BMW è soluzione efficace per proteggere il business in mercati dove il protezionismo è in crescita.
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Rapporti con la Cina: La partnership già esistente con Geely, tramite Horse, resta in piedi principalmente per le motorizzazioni mild hybrid, ma si ridimensiona nei segmenti più avanzati se la fornitura di BMW dovesse concretizzarsi. Sullo sfondo, la necessità per i player europei di bilanciare l'influenza cinese senza rinunciare alle proprie competenze industriali.
Questa sinergia tra case tedesche si posiziona come risposta alle incertezze globali e indica una
nuova direzione strategica per l'Europa automotive, soprattutto in termini di autonomia industriale e resilienza rispetto alle perturbazioni del commercio internazionale.
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