Il mercato automobilistico europeo è da alcuni anni scenario di cambiamenti profondi che coinvolgono diverse tipologie di veicoli, tra cui le auto cabrio e decappottabili. Questa categoria, a lungo simbolo di libertà e piacere di guida, è sempre più marginalizzata tra le strategie industriali dei costruttori. Sono molteplici le ragioni dietro questo fenomeno: da una parte, le scelte di acquisto si orientano verso SUV e crossover, dall'altra una crescente attenzione alle emissioni e ai costi di produzione ridurre drasticamente la presenza delle versioni "scoperte" nei listini.
La diminuzione dell'offerta non è solo una questione di domanda, ma riflette un insieme di fattori tecnici e normativi che stanno rapidamente ridisegnando il panorama delle auto sportive.
Normative europee, sicurezza ed emissioni: le principali cause dell'estinzione delle cabrio
L'analisi delle cause dietro la scomparsa progressiva delle cabriolet restituisce un quadro articolato, in cui le normative europee giocano un ruolo incisivo. Negli ultimi anni, l'Unione Europea ha introdotto limiti sempre più stringenti sulle emissioni di CO2 – attualmente previsti a 93,6 g/km per la media di gamma entro il 2027, con una futura soglia di 49,5 g/km prevista per il 2030. Il mancato rispetto comporta onerose sanzioni, calcolate su ogni grammo eccedente moltiplicato per ogni vettura immatricolata, costringendo le case automobilistiche a rivedere le proprie strategie di prodotto. In partica:
-
Emissioni di CO2: I modelli cabrio, spesso orientati verso motorizzazioni più prestazionali, risultano mediamente più impattanti sulle emissioni, penalizzando l’adeguamento alle soglie comunitarie.
-
Normative sulla sicurezza: Le recenti regolamentazioni GSR2 (General Safety Regulation 2), dal 2024 impongono dotazioni obbligatorie di ADAS (sistemi avanzati di assistenza alla guida), dalla frenata automatica d’emergenza al monitoraggio dell’attenzione conducente. Integrare simili dispositivi su piattaforme nate per veicoli "scoperti" spesso impatta su costi e progettazione.
-
Cybersecurity: La direttiva UE in materia, entrata in vigore nel 2024, impone l’adozione di protocolli di protezione contro intrusioni software, rendendo economicamente non sostenibili – specie su modelli dal volume ridotto – gli investimenti necessari per adeguamenti tecnici.
-
Pressione fiscale: In paesi come Olanda e Francia, le auto con emissioni elevate sono soggette a tassazione penalizzante, con malus ambientali che superano spesso i 10.000 euro a vettura, riducendo la competitività delle versioni sportive e scoperte.
L’insieme di questi fattori ha portato molte Case a interrompere la produzione di cabrio, preferendo investire nel rispetto delle regole su modelli a volumi maggiori e più facilmente "elettrificabili". In alcune situazioni, il costo di sviluppo per rendere le cabrio conformi (vedi cybersecurity e ADAS) ha raggiunto livelli anti-economici, come nel caso della Porsche Cayman e Boxster.
I modelli di auto cabrio usciti di produzione negli ultimi anni
Nel recente passato, numerose vetture scoperte hanno abbandonato i listini italiani ed europei, spesso in silenzio ma lasciando un segno indelebile fra gli appassionati. Il ritmo con cui scompaiono queste auto aumentato in modo rilevante nell'ultimo biennio, coinvolgendo brand di ogni fascia di mercato. Tra le principali "vittime" della transizione normativa e tecnologica si segnalano:
-
Mercedes Classe C Cabriolet e Classe E Cabriolet: Da sempre riferimento nel segmento medio-alto, sono uscite di produzione principalmente per motivi di adeguamento tecnico-economico alle nuove normative.
-
Porsche 718 Boxster (escluse le versioni GT4 RS): Uscita dal mercato europeo per l’impossibilità di aggiornare i sistemi informatici alle nuove direttive sulla sicurezza del software.
-
Mazda MX-5 2.0: La celebre roadster giapponese mantiene solo la versione 1.5 in gamma, per ragioni di emissioni e media di flotta.
-
BMW Serie 2 Cabrio e Serie 4 Cabrio: Vittime di strategie di concentrazione sulle versioni coupé e sull'elettrificazione.
-
Mini Cabrio: Anche in questo caso, la fine della produzione è dovuta sia ai costi di sviluppo per la sicurezza, sia alla ridefinizione della gamma verso modelli completamente chiusi o a tetto fisso.
Alla lista si aggiungono vari modelli di fascia alta e supercar – da
Ferrari a
Lamborghini – con la progressiva uscita di scena di molte versioni spider e cabriolet nei modelli iconici. Le ragioni sono sempre riconducibili al binomio
emissioni+sicurezza e all'impossibilità di sostenere gli investimenti necessari su numeri di produzione estremamente ridotti.
Le cabrio e le decappottabili che resistono: modelli ancora sul mercato e prospettive future
Nonostante il trend negativo, alcune decappottabili riescono ancora a difendere la loro presenza nei listini. Si tratta di auto che rappresentano l’eccellenza tecnica o fanno parte di nicchie di mercato ancora redditizie o sostenibili dal punto di vista normativo. Ecco allora che sono ancora sul mercato:
-
Mazda MX-5 (solo motorizzazione 1.5): La leggera vettura giapponese è tra le poche a sopravvivere grazie a emissioni contenute e ad una vasta comunità di appassionati.
-
BMW Z4: Una delle ultime roadster di segmento premium, disponibile con motorizzazioni a basso impatto e dotata delle più moderne tecnologie di assistenza.
-
Porsche 911 Cabriolet: Modello che beneficia della deroga concessa ai brand a basso volume e che rappresenta ancora lo status symbol della guida scoperta ad alte prestazioni.
-
Mercedes Classe SL: Rinnovata recentemente, propone soluzioni ibride e sistemi avanzati di assistenza alla guida, ritagliandosi un ruolo di "ambasciatrice" del segmento tra passato e futuro.
-
Mini Cabrio (in via di aggiornamento elettrico): Nonostante la transizione tecnologica, rimane presente in versione a tetto apribile, almeno fino all’arrivo della versione BEV.
-
Fiat 500 Cabrio: La citycar "scoperta" italiana è proposta anche in variante elettrica, seguendo l’evoluzione del mercato verso la sostenibilità.
Le prospettive per queste vetture, tuttavia, restano incerte. Le Case automobilistiche puntano su motorizzazioni ibride leggere, versioni elettriche e produzioni a tiratura limitata per rispettare le normative e garantire la sopravvivenza del segmento. L’aumento del costo di listino, legato all’introduzione di tecnologie safety e alle nuove piattaforme tecnologiche, rischia però di restringere ulteriormente la platea dei potenziali clienti. L’attenzione si sposta sempre più verso versioni "speciali" e performance-oriented, con probabili ulteriori tagli nei prossimi anni, salvo deroghe specifiche delle regolamentazioni UE.
Elettrificazione e nuove tecnologie per le sportive scoperte: obbligo o opportunità?
La pressione normativa e la direzione presa dalla Commissione europea inducono costruttori e progettisti a ripensare il concetto stesso di auto cabrio. L’elettrificazione si configura oggi come unica strada percorribile per garantire la permanenza delle "scoperte" nei listini, trasformando una necessità in potenziale vantaggio competitivo.
L’adozione di piattaforme full electric o ibride consente di abbattere drasticamente le emissioni, facilitando il rispetto delle norme sulle medie di flotta. Al contempo, consente di introdurre tecnologie innovative sia in termini di sicurezza (ADAS di ultima generazione, sistemi di protezione attiva e connettività avanzata), sia sotto il profilo dell’esperienza di guida (accelerazione immediata, gestione intelligente della trazione).
Restano criticità sulla distribuzione del peso delle batterie e sulla rigidità strutturale, tradizionali "limiti" delle vetture scoperte che richiedono ulteriori sviluppi tecnici. Alcuni marchi (Mazda, Mini, Fiat) stanno già esplorando soluzioni dedicate, migliorando la tenuta di strada e l’agibilità del bagagliaio, pur senza snaturare la filosofia "open air". La sfida appare tuttavia complessa per i modelli sportivi di segmento medio, sprovvisti dei margini necessari per supportare simili tecnologie senza ricadute sui prezzi finali.