Come funziona la truffa degli Spid per rubare gli stipendi degli statali e come sono stati rafforzati i sistemi di accesso a NoiPa per evitarla
L’aumento delle truffe che sfruttano identità digitali clonate attraverso il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) ha evidenziato una criticità significativa per numerosi dipendenti pubblici. Questo problema, sempre più diffuso negli ultimi mesi, ha causato considerevoli danni economici e personali, portando a casi concreti di sottrazione di stipendi e rimborsi fiscali. Il fenomeno, noto popolarmente come clonazione dello SPID, mostra come i cybercriminali riescano a sfruttare le falle nel sistema per accedere alle aree personali dei portali pubblici e modificare informazioni bancarie. La questione interessa particolarmente i dipendenti statali: con milioni di italiani che affidano ogni mese le proprie credenziali digitali a SPID per le procedure amministrative, la vulnerabilità dello strumento mette a rischio dati sensibili e fonti di reddito, generando allarme tra addetti ai lavori e utenti. In sintesi, la tecnica della duplicazione dell’identità digitale statale si è trasformata in una minaccia concreta per la sicurezza economica degli operatori pubblici.
SPID, acronimo di Sistema Pubblico di Identità Digitale, è lo strumento ufficiale per accedere in modo sicuro ai servizi online della Pubblica Amministrazione e di enti privati convenzionati (es. INPS, Agenzia delle Entrate, NoiPA). Grazie all’identità SPID, ogni cittadino può autenticarsi digitalmente mediante credenziali rilasciate da uno dei provider autorizzati, in modalità che prevedono vari livelli di sicurezza, incluso l’uso della verifica a due fattori. Tuttavia, alcuni elementi strutturali lo rendono un bersaglio appetibile per i cybercriminali.
Tra questi, l’assenza di un database centralizzato per il monitoraggio delle identità digitali collegate allo stesso codice fiscale, la possibilità di attivare più SPID per una stessa persona usando email e numeri diversi e la mancata notifica automatica al titolare originale in caso di nuove attivazioni. Queste criticità consentono a malintenzionati di creare SPID cloni senza che il vero utente ne sia consapevole. Una volta ottenuto l’accesso ai portali pubblici, i truffatori possono intervenire direttamente su dati delicati come l’IBAN, permettendo il furto dei compensi statali e la sottrazione di informazioni personali.
Precisiamo che il rischio di furto degli stipendi c'è per gli statali ma, come dimostra la truffa già raccontata, c'è in generale per tutti i dipendenti
La cosiddetta truffa degli Spid segue uno schema che si sviluppa in tre step:
Fase | Tecnica Utilizzata | Obiettivo |
Acquisizione | Phishing, smishing, dark web, malware | Ottenere dati personali e documenti |
Clonazione | Attivazione nuovo SPID, AI/deepfake | Creare identità digitale parallela |
Dirottamento | Accesso piattaforme PA, modifica IBAN | Sottrarre stipendi e altri accrediti |
Dipendenti pubblici e statali rappresentano bersagli privilegiati per questo schema fraudolento, data la frequenza con cui utilizzano SPID per accedere a portali come NoiPA, INPS e Agenzia delle Entrate. Sono ormai documentati diversi casi di sottrazione di tredicesima o stipendi, come confermato da fonti di settore e dalla stampa specializzata. La mancanza di un alert sugli accessi o sulle nuove attivazioni complica ulteriormente la situazione: spesso la vittima si accorge della sottrazione solo al momento dell’accredito mancante. La complessità della truffa si manifesta anche nell’impossibilità di verificare, in tempo reale, la presenza di più identità SPID attive a proprio nome: per accertarlo, occorre rivolgersi a ogni provider individualmente. Un caso tipico è quello della dipendente sanitaria la cui tredicesima è stata indirizzata su un conto controllato dai truffatori in seguito a phishing mirato. Situazioni simili hanno colpito anche docenti, con danni che possono coinvolgere rimborsi fiscali e contributi sociali.
L’architettura dello SPID, basata su una logica federata tra più gestori, permette la coesistenza di diverse identità digitali legate allo stesso codice fiscale pur utilizzando email e numeri distinti. L’assenza di verifiche incrociate immediate tra provider e la mancata implementazione di alert per nuove attivazioni favoriscono il fenomeno della duplicazione. Inoltre, la normativa attuale non impone procedure centralizzate per il controllo o la notifica automatica, rendendo difficile tenere traccia delle identità digitali associate a uno stesso cittadino. Ne consegue che il sistema privilegia la semplicità d’uso, a scapito di una sicurezza più rigorosa, e non fornisce strumenti agevoli agli utenti per monitorare potenziali SPID fraudolenti. Ciò determina una maggiore esposizione agli attacchi, specie in presenza di massive violazioni di dati, debolezze nei protocolli di attivazione o nelle procedure di riconoscimento.
Proprio per evitare di incorrere nella truffa degli Spid, è stato rafforzato il sistema di autenticazione alla piattaforma dedicata al personale della pubblica amministrazione.
Ora, infatti, se un utente accede a NoiPA tramite le proprie credenziali Spid, Cie o Cns diverse da quelle abituali (cioè non registrate nel sistema), riceverà un codice OTP via e-mail all’indirizzo associato al proprio profilo NoiPA.
Questo codice servirà come verifica aggiuntiva per confermare l’identità del dipendente.
Nel caso in cui ci si renda conto di essere vittime della truffa degli Spid è bene: