Negli ultimi anni, il panorama automobilistico europeo e italiano ha visto un deciso mutamento, con l'affermazione di produttori provenienti dalla Cina. Un tempo considerati solamente "imitatori low cost", questi costruttori si sono imposti con una strategia che unisce prezzi competitivi, innovazione tecnologica e flessibilità nell’offerta dei modelli. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una progressiva conquista di fette di mercato e l’apertura di nuovi impianti produttivi in territorio europeo.
Crescita delle vendite e quote di mercato: dati e trend recenti
I dati degli ultimi mesi confermano una crescita impressionante delle vendite di veicoli provenienti dalla Cina all’interno dell’Unione Europea e, in particolare, in Italia. Nel primo trimestre 2025, sono state registrate oltre 150.000 nuove immatricolazioni di vetture prodotte da aziende cinesi in tutta Europa, segnando un record storico.
Ulteriori segnali della rapida espansione emergono dall’analisi dei numeri complessivi:
- La quota di mercato europea dei costruttori cinesi ha superato il 5% (marzo 2025), rappresentando un aumento significativo rispetto agli anni precedenti.
- Le esportazioni di veicoli elettrici e ibridi plug-in prodotte in Cina sono cresciute vertiginosamente: a settembre 2025 sono raddoppiate rispetto allo stesso periodo del 2024.
- Nel solo Regno Unito, il brand BYD ha registrato un incremento di vendite dell’880% in un anno.
- Nel mercato domestico, le vendite mensili di veicoli elettrici e ibridi plug-in hanno raggiunto il 38% delle nuove immatricolazioni di autovetture (giugno 2025).
Le preferenze dei consumatori europei, seppure ancora orientate verso modelli ibridi, premiano sempre di più
l’offerta variegata cinese, in particolare grazie a listini più accessibili e alle numerose motorizzazioni disponibili (elettrico, ibrido e termico). In alcuni Paesi, come Italia e Spagna, la crescita delle vendite di vetture cinesi non elettriche è stata particolarmente marcata, con incrementi rilevanti a doppia cifra. Le barriere tariffarie introdotte nel 2024 nell’Unione Europea, tese a limitare questa crescita, non hanno impedito alla Cina di
raddoppiare la propria presenza sul mercato automobilistico continentale. Sono soprattutto i veicoli ibridi e a combustione a trainare questo successo, mostrando una chiara
adattabilità strategica alle richieste della clientela europea.
| Anno |
Quota di mercato cinese |
Nuove immatricolazioni annuali |
| 2024 |
~2,5% |
~75.000 |
| 2025 (prev.) |
~5,2% (marzo) |
>150.000 (1° trimestre) |
Sebbene la crescita riguardi soprattutto i veicoli elettrici e ibridi, solo il 30% delle auto cinesi vendute in Europa sono elettriche a batteria, indice di una progressiva diversificazione dell’offerta che risponde in modo puntuale alle esigenze di un mercato in cambiamento.
Principali marchi cinesi protagonisti in Europa e in Italia
Sul palcoscenico europeo si stanno affermando una serie di brand cinesi che hanno saputo uscire dalla dimensione locale e imporsi come attori di rilievo internazionale. MG, BYD e Zeekr rappresentano i casi più emblematici di questa ascesa.
- MG (parte del gruppo SAIC): Dopo una lunga storia britannica, oggi è uno dei marchi più popolari tra quelli di origine asiatica. Nel 2025, le sue vendite sono cresciute significativamente in vari Paesi europei – in Spagna e Francia registrano incrementi notevoli, mentre in Italia l’aumento sfiora il 60% nelle unità vendute. La forza di MG risiede nell’ottimo rapporto qualità-prezzo.
- BYD: Il colosso dell’auto elettrica fondata nel 1995 ha superato Tesla nelle vendite globali di BEV (veicoli elettrici a batteria). In Europa, BYD sta acquisendo quote grazie a modelli come ACT 3 e ATTO 3, mentre nel solo Regno Unito l’incremento ha sfiorato il 900% nelle vendite tra 2024 e 2025.
- Zeekr (del gruppo Geely): Ancora poco conosciuto, si sta affacciando in Europa con modelli high-tech dal design innovativo, come lo Zeekr X. Il gruppo Geely controlla anche marchi noti quali Volvo, Polestar e Lotus, a conferma della strategia globale della holding.
- Altri brand emergenti come GAC, Wuling e Xpeng iniziano a destare interesse, grazie a prodotti dal prezzo competitivo e alle caratteristiche tecnologiche avanzate.
Questa
nuova generazione di produttori cinesi si sta imponendo come alternativa concreta ai marchi europei ed extraeuropei già consolidati, rendendo il segmento auto uno dei più competitivi a livello globale.
Strategie di espansione: dazi, nuove fabbriche e modelli ibridi/termici
I player cinesi hanno adottato una strategia poliedrica per conquistare il mercato europeo, adattando la propria offerta e i propri investimenti in risposta alle regole e ai cambiamenti della domanda locale.
- Dazi sulle importazioni di veicoli elettrici introdotti nel 2024 hanno portato ad un aumento dei prezzi fino al 45% per alcuni costruttori. Per contenere l’impatto di queste misure protezionistiche, molte aziende hanno iniziato a delocalizzare parte della produzione.
- Apertura di nuovi stabilimenti europei da parte di marchi quali BYD e MG (SAIC), in particolare in Paesi come Ungheria e Turchia, così da aggirare le barriere tariffarie e avvicinarsi ulteriormente alla clientela continentale. Al vaglio anche l’avvio di un terzo impianto in Europa.
- Offerta estesa di modelli ibridi e termici per rispondere al rallentamento delle vendite di auto full electric, dovuto in parte alla diminuzione degli incentivi pubblici e alle incertezze sulla rete di ricarica.
La capacità di reazione ai cambiamenti normativi e ai trend di mercato è risultata decisiva. Il settore automotive cinese ha puntato su
prodotti dal prezzo contenuto ma con dotazioni tecniche di alto livello, privilegiando affidabilità e sicurezza – come dimostrato dalle valutazioni Euro NCAP a cinque stelle attribuite ad alcuni veicoli di produzione asiatica. Il comparto si sta così ritagliando sempre più spazi non solo nei segmenti entry-level, ma anche in quelli intermedi e premium, sfidando la leadership delle storiche case europee.
Ruolo dell’industria europea e italiana di fronte all’avanzata cinese
L’irruzione dei costruttori orientali ha avuto un impatto significativo sulle filiere industriali locali. L’industria europea, pur restando centrale a livello globale grazie a marchi come Volkswagen, Stellantis, Renault e altri, si trova oggi ad operare in un contesto più competitivo e complesso.
Le difficoltà produttive in Europa sono tangibili:
- Gli stabilimenti automobilistici europei, e in particolare quelli italiani, lavorano oggi tra il 35% e il 55% della loro capacità, contro la saturazione precedente al 2020 (70-75%).
- Le politiche protezionistiche adottate dall’UE – come l’introduzione di dazi e incentivi “verdi” selettivi – mirano a tutelare il comparto nel breve periodo, ma rischiano di rallentare la transizione verso la mobilità elettrica e decarbonizzata.
- In Germania, la crisi industriale si riflette nel saldo commerciale negativo con la Cina (primo dato storico), costringendo molte aziende a rivedere la provenienza dei componenti chiave e a orientarsi verso la produzione asiatica.
Il settore italiano dell’auto, pur mantenendo know-how e capacità di innovazione, soffre per una riduzione della produzione domestica che sfiora il 50% rispetto al periodo pre-pandemico, e per la crescente dipendenza dalle componenti prodotte all’estero. Nel frattempo, le partnership tra aziende europee e cinesi sono diventate uno strumento sempre più utilizzato per rimanere competitivi senza perdere l’accesso ai benefici derivanti dal legame con il vasto mercato asiatico.
Sfide, opportunità e percezione dei marchi cinesi tra i consumatori europei
L’ampliarsi della presenza dei produttori provenienti dalla Cina pone sfide rilevanti ma anche potenziali benefici per il settore europeo e per i consumatori stessi. Tra gli elementi critici:
- Sfida alla reputazione: Se molti consumatori associano ancora la qualità cinese ad un livello inferiore, i nuovi modelli stanno progressivamente migliorando percezione e affidabilità. L’impegno verso standard di sicurezza elevati e la presenza capillare di concessionari giocano un ruolo chiave nell’accrescere la fiducia del cliente.
- Prezzi decisamente concorrenziali, in particolare grazie a politiche di sovvenzioni statali e capacità produttive molto flessibili, stanno abbassando la soglia di ingresso per l’acquisto di veicoli nuovi.
- Le aziende cinesi, di fronte a una domanda in evoluzione, stanno investendo in modelli ibridi plug-in e a combustione, cogliendo una domanda sempre più orientata verso soluzioni sostenibili ma economicamente equilibrate.
- La crescente presenza di automobili asiatiche mette sotto pressione l’industria europea sul fronte dell’innovazione, della qualità e dei costi, accelerando la trasformazione dell’intero comparto.
I dati Acea mostrano che, nella percezione degli automobilisti, la percentuale di persone disposte a valutare seriamente prodotti asiatici resta più bassa rispetto a quella di brand storici come Tesla, sebbene stia lentamente crescendo. L’apertura di centri di assistenza, investimenti nella sicurezza e una campagna d’immagine sempre più articolata testimoniano l’obiettivo dei costruttori cinesi di combattere stereotipi e conquistare nuove quote di mercato.