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Auto Dr Italia, problemi per ricambi e guasti oltre al procedimento antitrust

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Procedimento antitrust per il marchio Dr

Gli autoriparatori lamentano prolungate attese per l'ottenimento di ricambi dalla casa automobilistica molisana che assembla i componenti provenienti dal Paese asiatico.

Per Dr, il 2023 è stato un anno di traguardi con un incremento del 40% rispetto al 2022, attestandosi a 27.000 immatricolazioni nel mercato italiano. Ma non è mancato qualche incertezza, tra cui l'indagine dell'Antitrust sulla comunicazione aziendale della casa, a cui viene contestato di omettere l'origine cinese dei propri prodotti.

In aggiunta, si sono manifestate le proteste di un gruppo di autoriparatori, rappresentati dall'associazione Carrozzieri Verniciatori d’Italia. Ecco il punto della situazione:

  • Problemi per ricambi e guasti con le auto Dr in Italia
  • Procedimento antitrust per il marchio Dr auto

Problemi per ricambi e guasti con le auto Dr in Italia

Gli autoriparatori lamentano prolungate attese per l'ottenimento di ricambi dalla casa automobilistica molisana che assembla i componenti provenienti dal Paese asiatico. Secondo alcune testimonianze, si registrerebbero tempi di attesa di 19 mesi per un parafango, un anno e mezzo per uno specchietto retrovisore e una porta posteriore sinistra, e 17 mesi per un semiasse, cinque mesi per la luce della retromarcia, e così via. Un membro del gruppo di autoriparatori individua la causa della limitata disponibilità dei ricambi Dr nella presenza di soli due magazzini, uno in Cina e l'altro in Italia, quest'ultimo privo di capacità di stoccaggio.

Intervistata da Quattroruote, Dr affronta il problema dei ritardi nei ricambi, spiegando che è emerso durante la pandemia e si è amplificato a causa del successo dei loro marchi. Dr ha avviato un piano d'azione a febbraio, comprendente l'ottimizzazione del processo di ordinazione dei ricambi, la creazione di un nuovo magazzino a luglio, il raddoppio del personale dedicato al business dei ricambi a settembre e l'implementazione dell'organizzazione a doppi turni per l'attività di magazzino, insieme al raddoppio del gruppo di back office dedicato ai magazzini delle reti DR a ottobre.

Un magazzino volano per la gestione di situazioni critiche sarà creato a dicembre, mentre per la seconda metà del 2024 è programmato l'ampliamento del magazzino. Queste iniziative hanno consentito un aumento del 200% nelle linee di ordine ricevute dalla rete rispetto al 2022, una riduzione del 40% del tempo medio di evasione delle linee di ordine rispetto all'anno precedente, e un aumento del 300% nelle spedizioni mensili a ottobre rispetto a gennaio 2023. Dr assicura che la situazione dovrebbe migliorare a breve, implementando ulteriormente i punti indicati nel loro piano.

Procedimento antitrust per il marchio Dr auto

L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un'istruttoria nei confronti della Dr Automobiles. Secondo l'Antitrust, l'azienda molisana ometterebbe di comunicare il luogo di costruzione delle proprie auto (la Cina), arrivando, in alcuni casi, a dichiarare che le auto sono "interamente prodotte in Italia". La vicenda coinvolge anche un secondo marchio del gruppo, Evo, più orientato al low cost.

Funzionari dell'Autorità hanno condotto ispezioni presso la sede della Dr Automobiles a Macchia d'Isernia, anche con il supporto del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza. Secondo il comunicato dell'Autorità, l'azienda "rappresenterebbe in modo non corretto le informazioni che riguardano il luogo di produzione degli autoveicoli a marchio Dr ed Evo". In alcuni casi, si afferma, l'azienda ometterebbe informazioni rilevanti sull'origine dei veicoli, dando l'impressione che siano prodotti completamente in Italia, mentre in realtà si tratterebbe di produzioni cinesi.

Nonostante il gruppo molisano, recentemente protagonista di un grande successo di vendite, importi componenti e vetture dalla Cina (in particolare dai gruppi Chery, Jac, Baic), il problema individuato dal Garante sembra risiedere nelle "possibili condotte illecite, in violazione delle norme del Codice del Consumo", legate alla comunicazione e alla promozione di tali prodotti, sia sul sito internet aziendale che nelle campagne pubblicitarie online e sui media tradizionali. In sostanza, si tratta di questioni legate alla strategia di marketing adottata.

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