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Perché le auto cinesi di Byd, MG, Aiways, Chery e Ora costano meno in Italia? E come sono fatte veramente?

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Byd, MG, Aiways, Chery e Ora

Le vetture di produzione cinese, soprattutto di tipo elettrico, hanno fatto il loro ingresso sul mercato europeo, suscitando molto interesse.

Negli ultimi anni, il mercato cinese ha assistito all'emergere di numerose aziende locali caratterizzate da un approccio innovativo, le quali si trovano a competere con produttori stranieri che stentano ad adattarsi alle nuove dinamiche del settore. L'ascesa di Byd, in particolare, viene osservato con attenzione, e non solo per i prezzi applicati.

A livello globale, l'azienda cinese ha registrato nel 2023 la vendita di 3,02 milioni di unità (+62% rispetto al 2022), di cui 1,6 milioni sono auto elettriche e 1,4 milioni sono ibridi plug-in. La forza trainante di Byd e di altri marchi cinesi, come MG, Aiways, Chery e Ora, è all'interno dei confini cinesi, dove il gigante produce localmente batterie destinate a veicoli, dispositivi cellulari, autobus, treni e pannelli solari. Ma vediamo meglio:

  • Auto cinesi Byd, MG, Aiways, Chery e Ora, perché costano meno in Italia
  • Come sono fatte veramente le auto cinesi

Auto cinesi Byd, MG, Aiways, Chery e Ora, perché costano meno in Italia

Un'ascesa intrapresa diversi anni fa caratterizza il percorso di Byd nel settore automobilistico, debuttando nel 2003 dopo un consolidato decennio nel mercato delle batterie per dispositivi cellulari. Fondata sulla visione del suo ideatore, Wang Chuanfu, di posizionarsi come leader nel settore dell'automotive green, Byd ha rapidamente raggiunto questo traguardo. La chiave del successo della società risiede nella produzione locale di batterie al litio, sfruttando le abbondanti risorse cinesi.

La Cina detiene una posizione dominante nella produzione di materie prime per batterie, con il 77% delle celle di batterie al mondo prodotte a Pechino (rispetto al 7% di tutta l'Europa). Il Paese controlla il 58% della raffinazione del litio, il 65% del cobalto e il 35% del nichel.

Analisti di Bernstein sottolineano che le batterie Byd, oltre a essere tra le più economiche globalmente, vantano una delle densità di energia più elevate, contribuendo a prestazioni superiori nelle auto elettriche. Si tratta di un punto di attrazione per i consumatori, considerando che le batterie costituiscono circa il 40% del costo di un veicolo elettrico.

La strategia di Byd si allinea alle ambizioni ecosostenibili di Xi Jinping, ottenendo una serie di agevolazioni che sollevano preoccupazioni a Bruxelles. Secondo la Commissione europea, gli incentivi statali consentono alle aziende di ridurre i costi di produzione e di offrire automobili a prezzi inferiori rispetto ai concorrenti.

L'Unione europea sta conducendo un'indagine anti-sovvenzioni sui veicoli elettrici provenienti dalla Cina, preoccupata per la persistente erogazione di sussidi statali che ha portato a una differenza media del 20% nei prezzi tra le auto elettriche cinesi e quelle prodotte in Cina da altri marchi. La Commissione valuterà le conclusioni nel prossimo novembre e potrebbe introdurre tariffe per proteggere l'industria europea.

Risulta evidente dal listino prezzi che Byd, promuovendo il modello Atto 3 come il più economico in Europa a 38.000 euro, sfida concorrenti come la Polestar 2 della Volvo a 50.000 euro e Tesla Model 3 a circa 43.000 euro. Stime della Commissione indicano che marchi cinesi come Byd, Nio e Xpeng hanno già conquistato l'8% del mercato europeo delle auto elettriche nel 2023, rispetto al 4% nel 2021, con prospettive di raggiungere il 15% nel 2025.

Come sono fatte veramente le auto cinesi

Le vetture di produzione cinese, soprattutto di tipo elettrico, hanno fatto il loro ingresso sul mercato europeo, suscitando molto interesse. Attualmente, i marchi automobilistici provenienti dalla Repubblica Popolare costituiscono l'8% delle vendite nell'Unione europea, con proiezioni di raggiungere il 15% entro il 2025. Marchi come Byd, MG, Aiways, Chery e Ora stanno diventando sempre più comuni sulle strade europee, suscitando preoccupazioni tra i produttori locali.

La ragione principale è attribuibile alla guerra dei prezzi, una dinamica che ha radici antiche e ha generato preoccupazioni in vari settori produttivi, tra cui l'abbigliamento e la tecnologia. L'Unione europea ha avviato un'indagine per esaminare i bassi prezzi delle auto elettriche cinesi, sospettati di poter causare una concorrenza sleale. Questo fenomeno è noto come dumping ossia la pratica di vendere merci o servizi all'estero a prezzi inferiori rispetto al mercato di origine, con l'obiettivo di superare la concorrenza.

Raggiungere gli standard dei marchi automobilistici europei non è un compito agevole, considerando l'esperienza accumulata in oltre un secolo di storia dell'automobile. Nonostante le prime preoccupazioni sulla qualità delle vetture cinesi, che in alcuni casi erano addirittura disastrose, la situazione è oggi notevolmente migliorata. In diversi modelli, soprattutto nelle auto di segmento utilitario, la qualità si avvicina a quella delle controparti europee, sebbene il design rimanga ancora un passo avanti nelle vetture europee.

Tra le principali preoccupazioni dei consumatori figura il valore residuo delle vetture cinesi. Mentre l'acquisto di un'auto europea di prestigio solitamente mantiene il suo valore di rivendita, i consumatori sono interessati a conoscere la situazione delle vetture cinesi in questo contesto.

Secondo i concessionari, se le auto vengono acquistate presso le reti ufficiali, non ci sono timori riguardo alla deprezzamento del valore residuo. La garanzia si applica indipendentemente dal marchio scelto o dal tipo di propulsione, in quanto il valore residuo è garantito dalla finanziaria, offrendo così certezza agli acquirenti.

Per quanto riguarda la manutenzione, sorgono domande riguardo alla disponibilità tempestiva dei pezzi di ricambio. È innegabile che la rete di assistenza dei marchi cinesi sia attualmente meno sviluppata rispetto a quella dei concorrenti europei, e ciò potrebbe comportare rallentamenti nella fornitura di ricambi.

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