Un autovelox impazzito ha multato 36mila automobilisti, generando caos e richieste di risarcimento per milioni di euro. Le cause del malfunzionamento, le sanzioni ingiuste e le difficoltà dei cittadini.
Un recente malfunzionamento dei sistemi di rilevamento della velocità sulle Smart Motorways ha generato un’ondata senza precedenti di multe errate, coinvolgendo oltre 36.000 automobilisti in Gran Bretagna. Questo evento ha avuto una profonda risonanza non solo per l’entità delle sanzioni, ma anche per le questioni di affidabilità tecnologica e di correttezza istituzionale che ne sono scaturite. La presenza sempre più massiccia delle telecamere a limite variabile, pensate per adattare i controlli ai limiti realmente in vigore, sottolinea quanto sia essenziale che tali dispositivi funzionino con precisione e tempestività. Tuttavia, un errore di sincronizzazione tra i pannelli elettronici e i sistemi di rilevazione ha fatto sì che migliaia di conducenti venissero sanzionati ingiustamente, sollevando dubbi sul sistema e sulle sue procedure di controllo.
L’accaduto ha innescato un forte dibattito su tematiche centrali quali la tutela dei diritti degli automobilisti, la trasparenza amministrativa e la responsabilità delle istituzioni nell’adottare soluzioni tecnologiche che impattano sulla vita dei cittadini. Ciò che emerge, infatti, è la necessità di garantire affidabilità e giustizia in ogni passaggio dei sistemi di controllo, soprattutto in ambito sanzionatorio dove le conseguenze possono risultare pesanti a livello sia economico sia personale.
Il cuore dell’incidente risiede in un malfunzionamento software degli autovelox installati sulle autostrade britanniche, in particolare quelli progettati per adeguarsi continuamente ai limiti visualizzati sui pannelli digitali in tempo reale. La tecnologia impiegata, pensata per migliorare la sicurezza stradale e la gestione del traffico, si basa su una sincronizzazione costante tra i limiti di velocità comunicati ai conducenti e i criteri di rilevamento delle infrazioni. In questa circostanza, però, un ritardo di circa dieci secondi nell’aggiornamento simultaneo tra display e telecamere ha alterato l’intero processo di rilevamento.
Gli effetti concreti di questa anomalia sono stati evidenti: subito dopo un cambio del limite, molti guidatori si sono trovati a rispettare la nuova velocità consentita, ma i dispositivi di controllo identificavano ancora come infrazione la velocità relativa al limite precedente, più basso. In questo modo, si sono accumulati decine di migliaia di verbali errati in pochi giorni, causando notevoli difficoltà sia agli individui sanzionati sia alle strutture amministrative incaricate di gestire la situazione.
Le modalità con cui le sanzioni sono state recapitate hanno seguito il consueto iter previsto dal Codice della Strada britannico:
L’incidente ha inoltre rivelato vulnerabilità strutturali nella gestione delle tecnologie ad alta automazione. Il caso ha dimostrato che gli errori tecnici possono essere amplificati dall’affidamento esclusivo a sistemi automatici senza un adeguato controllo umano in tempo reale. Anche il sistema della patente a punti, diverso da quello italiano (in UK con l’aumento dei punti si rischia il ritiro della licenza), è stato oggetto di dibattito, poiché molte penalità relative ai punti sono state annullate o stornate per evitare ripercussioni sproporzionate sulla vita dei cittadini colpiti da errori non imputabili al loro operato.
Entità del problema in sintesi:
| Numero automobilisti coinvolti | oltre 36.000 |
| Dispositivo coinvolto | Autovelox a limite variabile |
| Tipo di errore | Ritardo sincronizzazione software |
| Telecamere disattivate | Immediatamente dopo la scoperta del bug |
Questo episodio ha costituito una notevole lezione sulla necessità di maggiore trasparenza, supervisione tecnica e aggiornamento delle normative che regolamentano l’utilizzo delle tecnologie elettroniche nei processi sanzionatori. I governi e le agenzie stradali sono ora chiamati a rafforzare i protocolli di verifica e validazione per prevenire errori che possono avere impatti economici, legali ed etici su vasta scala.
Dopo aver riconosciuto le responsabilità relative al cattivo funzionamento, le istituzioni competenti hanno predisposto un’ampia procedura di risarcimento rivolta a tutti gli automobilisti coinvolti. Gli indennizzi sono stati strutturati per coprire sia il danno economico diretto – ovvero la restituzione delle multe non dovute – sia i possibili danni indiretti causati dalle sanzioni irregolari.
Le misure adottate si articolano in più fasi: