Il Targa System, strumento di controllo stradale tra innovazione e controversie, finisce sotto accusa: inchieste, multe annullate, problemi di privacy e dubbi sulla legalità sollevano dubbi sulla sua reale efficacia e correttezza.
Negli ultimi anni, il dibattito su strumenti elettronici come il Targa System si è intensificato, ponendo interrogativi sulla reale efficacia delle nuove tecnologie nel garantire la sicurezza stradale in Italia. Da un lato, la diffusione di sistemi capaci di identificare veicoli senza assicurazione o con mancata revisione ha rappresentato una risposta tempestiva a irregolarità che mettono a rischio tutti gli utenti della strada. Dall'altro, emergono perplessità sulla legittimità operativa di questi dispositivi, soprattutto a seguito dei recenti fatti di cronaca avvenuti sulla costa ionica catanzarese.
L'apposizione dei sigilli alle telecamere installate in diversi Comuni, disposta dal gip su richiesta della Procura di Catanzaro, testimonia il passaggio da uno scenario di presunta legalità a quello di possibili abusi sistematici. Il caso ha portato alla luce accuse gravi, tra cui il sospetto di falso e omissione d'atti d'ufficio, mettendo in discussione migliaia di verbali e sollevando il dubbio che il Targa System possa trasformarsi da presidio di sicurezza in ingranaggio di una macchina destinata, più che a tutelare i cittadini, a impoverirli.
Il sistema oggetto delle polemiche adotta una tecnologia di riconoscimento automatico delle targhe (ANPR), installata sia in postazioni fisse sia su veicoli mobili delle forze di polizia. Ogni passaggio di un veicolo viene immortalato da una telecamera ad alta risoluzione, la quale trasmette istantaneamente il numero di targa a un server centrale. Quest'ultimo procede incrociando il dato con banche dati ministeriali e assicurative, verificando:
Una delle caratteristiche più controverse consiste proprio nella contestazione differita della violazione, senza che il conducente venga fermato al momento dell'infrazione. Questo flusso operativo ha permesso di incrementare sensibilmente i controlli, col risultato di migliaia di sanzioni elevate ogni anno in centinaia di Comuni italiani, ma ha suscitato questioni rispetto alla liceità della procedura adottata.
L'operazione condotta nella fascia ionica del Catanzarese si è svolta sotto la direzione della Procura della Repubblica di Catanzaro, coinvolgendo numerosi enti e autorità tra cui Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Vigili del Fuoco. Gli inquirenti hanno disposto il sequestro di diversi dispositivi Targa System, installati in comuni come Isca sullo Ionio, Stalettì, Sellia Marina e altri. Secondo le prime risultanze, le telecamere sarebbero state impiegate con modalità non conformi né al Codice della Strada né alle prescrizioni in tema di privacy. L'accusa principale riguarda l'uso massivo della contestazione differita, senza i requisiti oggettivi richiesti dalla normativa, mentre risulta assente il controllo umano diretto, elemento essenziale per garantire la legittimità dell'accertamento.
Sotto la lente della magistratura sono finite anche le modalità di gestione dei dati personali e dei proventi derivanti dalle sanzioni. Fra le ipotesi di reato al vaglio figurano il falso in atto pubblico e l'omissione di atti d'ufficio. Contestualmente al sequestro, sono stati acquisiti numerosi verbali e documenti contabili per monitorare la destinazione degli introiti incamerati dalle amministrazioni pubbliche locali. Lo scenario delineato prefigura una gestione del Targa System che, da strumento a servizio della collettività, rischia di sfociare in un sistema organizzato a danno dei cittadini.
L'invalidità di numerosi verbali emessi mediante Targa System trova fondamento sia nella normativa vigente sia nella giurisprudenza più recente. Secondo l'articolo 200 del Codice della Strada, la contestazione immediata rappresenta la regola generale, mentre l'eccezione della contestazione differita è consentita solo in particolari circostanze, come l'assenza degli agenti in situazioni oggettivamente ostative.
L'assenza di omologazione ministeriale dei dispositivi aggrava la questione: la normativa prescrive che sistemi elettronici impiegati per l'accertamento automatico delle infrazioni debbano essere omologati per poter costituire prova valida:
Le conseguenze dell'impiego scorretto del Targa System ricadono sulle spalle dei cittadini. Molti automobilisti hanno segnalato di aver ricevuto sanzioni per omissioni meramente formali - ad esempio, una revisione scaduta da pochi giorni - senza la possibilità di essere avvisati tempestivamente e di sanare la propria posizione prima della notifica del verbale. Ciò comporta non solo il rischio di accumularne numerose in tempi brevissimi, ma anche la difficile procedura per l'annullamento, spesso onerosa e lunga.
Comune coinvolto |
Presunto utilizzo illecito |
Verbali annullabili |
Isca sullo Ionio |
Contestazioni massive differite |
Alta percentuale |
Stalettì |
Gestione irregolare dei dati |
Numerosi casi |
Sellia Marina |
Utilizzo non conforme alle norme |
Verifiche in corso |
L'impiego della tecnologia Targa System solleva serrati interrogativi giuridici riguardanti sia la tutela della riservatezza sia la validità delle sanzioni emesse. La disciplina europea e italiana sulla protezione dei dati (Regolamento GDPR e Codice Privacy) prescrive che le immagini e i dati raccolti siano trattati nel rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini; tuttavia, la gestione massiva e poco trasparente delle rilevazioni è stata oggetto di sanzioni da parte del Garante Privacy. Inoltre, la mancata omologazione degli apparecchi, come ribadito da circolari ministeriali e dalla stessa Cassazione, inficia la legittimità delle multe elevate in via automatica, relegando il Targa System a mero strumento ausiliario.
Tutto ciò ha accelerato il confronto nazionale sul confine tra interesse pubblico e tutela delle libertà individuali, riaccendendo la polemica sulla necessità di un impiego rigoroso e controllato delle tecnologie di sorveglianza stradale.