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Bolla IA scoppierà nel 2026 o continuerà la crescita? Le previsioni di banche, fondi ed esperti

di Marcello Tansini pubblicato il
Bolla AI

La crescita dell'Intelligenza Artificiale sui mercati finanziari alimenta entusiasmi e timori: esperti e istituti si interrogano se ci attenda una nuova bolla o una trasformazione duratura che rivoluzionerà gli equilibri economici

La rapida ascesa dell’intelligenza artificiale nel contesto degli investimenti sta ridefinendo il panorama dei mercati finanziari globali. Gli operatori, dalle grandi banche ai fondi, osservano con attenzione l’escalation delle quotazioni dei colossi tecnologici statunitensi, alimentando un acceso dibattito: ci si interroga se l’attuale euforia sia segnale di una “bolla” pronta a scoppiare o piuttosto l’inizio di una nuova stagione di crescita sostenibile. La riflessione degli esperti si focalizza sull’effettiva solidità economica delle imprese protagoniste, sugli effetti sistemici che decisioni di investimento sbilanciate potrebbero avere e sulle implicazioni per il futuro degli asset digitali.

IA e mercati azionari: tra entusiasmo, investimenti e rischio di bolla

L’attenzione di banche e investitori si concentra sulle grandi aziende tecnologiche statunitensi che, grazie allo sviluppo dell’IA, hanno guidato la creazione di valore significativo nei listini internazionali. Il comparto tech, come segnala Vladimiro Giacché di Banca del Fucino, ha registrato multipli di mercato particolarmente elevati, con rapporti P/E che vanno da 50 (Nvidia) a oltre 350 (Palantir Technologies), valori che, a detta di diversi analisti, potrebbero riflettere aspettative troppo ottimistiche sulle prospettive future di utili.

Questa situazione richiama alla memoria precedenti storici, quali la bolla delle ferrovie nel XIX secolo e la più recente bolla delle dotcom nel 2000, ma con alcune differenze sostanziali. Secondo Stefano Quintarelli, la rivoluzione IA si distingue dall’euforia web per la profonda pervasività che gli algoritmi hanno sulle persone e sull’economia reale. Tuttavia, resta centrale il tema dell’accaparramento dei benefici economici: né la leaderhip massiccia iniziale (“first mover advantage”), né il predominio brevettuale sembrano garantire una rendita stabile a lungo termine.

Gli economisti citano Schumpeter: “una posizione monopolistica non è un guanciale su cui dormire sonni tranquilli”, poiché la concorrenza e l’ingresso di nuovi attori (specialmente dall’Asia e dalla Cina, oggi titolari della maggioranza dei brevetti IA annuali) tendono a erodere nel tempo i margini delle società pioniere. Le valutazioni a livelli record possono apparire quindi giustificate solo da una duplice scommessa: che l’IA produrrà effettivamente cambiamenti di portata storica e che saranno le attuali big tech a dominarne i frutti anche in futuro.

Secondo numerose banche d’investimento e fondi di ricerca internazionali, l’equilibrio dei mercati è diventato particolarmente delicato: la crescita dell’S&P500 dal 2022 ad oggi è attribuibile al 75% proprio all’exploit dei titoli IA. L’alta concentrazione sulle big tech rende così l’intero mercato più vulnerabile a correzioni improvvise, una circostanza che viene osservata con cautela sia da istituzioni europee, che, come sottolineato in numerosi paper, rimarcano la necessità di visione, sia dagli investitori statunitensi.

  • Goldman Sachs Asset Management continua a monitorare il rischio di “exuberance” nei portafogli tematici IA;
  • J.P. Morgan Research sottolinea che i recenti rally sono altamente correlati alle variazioni dei tassi di adozione di soluzioni IA nelle imprese quotate;
  • Società di rating e fondi pensione si interrogano sulla sostenibilità di multipli inediti per il settore tech.
Nel contesto europeo, si evidenzia un processo decisionale rallentato rispetto agli Stati Uniti, come osservato in diversi report di analisti finanziari: il Vecchio Continente fronteggia il rischio di perdere il treno dell’innovazione a causa di una minore rapidità nella mobilitazione di capitali.

Prospettive future e impatti sistemici: scenari tra crescita e possibili ridimensionamenti

L’evoluzione delle tecnologie legate all’IA solleva interrogativi di portata globale e prefigura scenari differenti a seconda dei comportamenti di investitori, legislatori e imprese. Nel medio periodo, le previsioni degli esperti risultano divise fra chi intravede rischi di ridimensionamento e chi sottolinea il potenziale di trasformazione permanente dei mercati.

Da una parte, autorevoli voci come Michael Burry – noto per la lungimiranza dimostrata nella crisi dei subprime – invitano alla cautela, suggerendo che le valutazioni elevate dei colossi IA possano configurare una situazione speculativa analoga a quelle già osservate nel passato. Diverse banche d’affari internazionali (tra cui Morgan Stanley e Deutsche Bank) ribadiscono la necessità di praticare un’attenta due diligence sui portafogli tech, specialmente in presenza di multipli così marcati e di una concentrazione elevata degli investimenti su pochi attori dominanti.

Gli impatti sistemici di un eventuale ridimensionamento non sarebbero confinati al solo comparto high tech. Oggi infatti la performance degli asset digitali e l’indice S&P500 sono fortemente condizionati dalla traiettoria dei titoli IA: una brusca correzione potrebbe contagiare il valore complessivo degli asset in dollari, minando la stabilità dell’intero sistema finanziario statunitense e, per riflesso, internazionale.

Le prospettive di crescita rimangono tuttavia considerevoli. Secondo numerosi report pubblicati da fondi globali come BlackRock e Vanguard, la domanda di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale sta facilitando una migrazione degli investimenti, non solo verso le big tech statunitensi, ma anche verso società dinamiche in Asia – in primo luogo in Cina, dove si registra il numero più alto di brevetti annuali in materia di IA.

Alla luce delle recenti analisi:

  • Si osserva una polarizzazione dei flussi di capitale verso pochi titoli dominanti;
  • Le banche centrali monitorano con attenzione gli effetti indiretti che la volatilità dei titoli IA può avere sulle politiche monetarie e sulla stabilità delle valute;
  • Il comparto industriale europeo resta indietro in termini di attrattività per investitori internazionali, anche per la mancanza di un quadro regolatorio europeo favorevole e coordinato;
  • I regolatori lavorano all’elaborazione di nuove linee guida – come discusso nei recenti incontri della BCE e ESMA – volte ad accrescere la trasparenza degli investimenti in tecnologie IA.