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Braccio di ferro sul cash: perché la BCE dice no all'eliminazione del contante

di Marianna Quatraro pubblicato il
Futuro del contante in Europa

La BCE si oppone all’eliminazione del contante. Perché difende i pagamenti in cash e cosa significa per cittadini, banche e libertà economica in Europa

Il denaro contante rappresenta ancora una componente essenziale per i pagamenti e le transazioni all’interno dell’area euro. La Banca Centrale Curopea (BCE), che supervisiona e garantisce la stabilità del sistema monetario unico, ha più volte ribadito l’importanza della moneta fisica, riconoscendone la funzione di mezzo di pagamento universale e accessibile. Oltre a essere considerato uno strumento di libertà personale, il contante viene definito dalla BCE come mezzo di pagamento predefinito, obbligatoriamente accettato ove richiesto dal pagatore, a meno che non vi sia un accordo contrario fra le parti. Tale posizione mira a tutelare la libera scelta degli utenti, contrastando ogni limitazione ingiustificata e valorizzando il principio di inclusione finanziaria. La recente accelerazione verso i pagamenti digitali e la discussa introduzione dell’euro digitale hanno alimentato dibattiti sull’evoluzione del sistema dei pagamenti e sulle possibili implicazioni del graduale calo dell’uso del contante. 

Il quadro normativo europeo e italiano: limiti, obblighi e armonizzazione

Regolamentare l’uso del denaro contante è una priorità condivisa tra i Paesi dell’Unione Europea, spesso orientata a limitare i rischi di riciclaggio e a garantire la tracciabilità delle transazioni. Nell’ordinamento italiano, il limite per i pagamenti in contanti è fissato a 5.000 euro a partire dal 2023, secondo la Legge di Bilancio nazionale, mantenendo una posizione tra le più restrittive in Europa. Qualsiasi importo superiore deve essere regolato tramite strumenti tracciabili come bonifico bancario o carte.

  • Al di sopra della soglia, i pagamenti devono obbligatoriamente avvenire attraverso canali tracciabili (banche, Poste, istituti di pagamento).
  • Il divieto di frazionamento artificioso impedisce di aggirare la soglia spezzando una transazione in pagamenti minori.
  • Sono previste deroghe per cittadini stranieri non residenti in Italia, che possono effettuare pagamenti fino a 15.000 euro in alcuni settori (es. turismo), purché comunicate all’Agenzia delle Entrate.
Dal 2024, l’Unione Europea ha adottato il Regolamento (UE) 2024/1624, introducendo un tetto massimo pan-europeo di 10.000 euro. Tuttavia, i singoli Stati possono mantenere soglie più basse per esigenze di controllo nazionale, come avviene in Italia. Entro il 2027, tutti i Paesi dell’UE dovranno armonizzare la propria normativa, mentre permangono differenze anche marcate: Grecia e Francia fissano limiti a 500 e 1.000 euro, mentre in Germania, Austria e in altri Paesi non è previsto alcun tetto. 

Perché la BCE si oppone all’eliminazione del contante: inclusione finanziaria e libertà di scelta

La posizione della BCE rispetto all’eliminazione del contante si radica nella tutela di principi come l’inclusione finanziaria e la libertà di scelta. Le banconote e le monete in euro, per statuto e secondo la Corte di Giustizia UE, possiedono corso legale e devono essere accettate da chiunque riceva un pagamento, salvo diverso accordo tra le parti. La BCE evidenzia come il rifiuto del contante, ad esempio attraverso cartelli "no contanti", sia una prassi non conforme alla disciplina europea e rischi di escludere fasce di popolazione che si affidano al denaro fisico per ragioni economiche, sociali o culturali.

  • Basta considerare persone anziane, cittadini privi di competenze digitali e soggetti vulnerabili: per questi soggetti il contante rappresenta spesso l’unico strumento di pagamento effettivamente accessibile e universale.
  • La BCE chiede alle autorità nazionali di vigilare attivamente sulle modalità di accettazione del contante, introducendo meccanismi sanzionatori e di monitoraggio per garantire che nessun membro della società sia discriminato sulla base del metodo di pagamento prescelto.
La difesa della libertà di scelta si collega anche al principio di sovranità individuale: scegliere come pagare senza condizionamenti esterni costituisce una garanzia per la privacy e la riservatezza. La BCE, nell’esprimere un chiaro dissenso a proposte di abolizione del contante, sostiene la coesistenza di diversi strumenti, rifiutando retoriche orientate a un’unica soluzione tecnologica e riaffermando il valore sociale, economico e simbolico della moneta fisica in una società pluralistica.

L’euro digitale: caratteristiche, obiettivi e impatto sulle abitudini di pagamento

Il progetto relativo all’euro digitale si inserisce in una trasformazione dei sistemi di pagamento globali e nella progressiva digitalizzazione delle abitudini di spesa. Secondo la visione della BCE, l’euro digitale non intende sostituire il contante, ma offrire ai cittadini una forma elettronica della moneta pubblica, garantita dalla stessa banca centrale, complementare a banconote e monete.

Caratteristiche principali:

  • Universalità: Potrà essere utilizzato da chiunque in tutta l’area euro per pagamenti istantanei in negozio, online o tra privati.
  • Gratuità delle funzioni di base: L’utilizzo sarà gratuito nelle operazioni standard, mentre servizi aggiuntivi potranno essere offerti dagli intermediari a pagamento.
  • Sicurezza e resilienza: Progettato per proteggere contro rischi informatici e garantire la continuità operativa anche in caso di problematiche tecniche.
  • Accessibilità: Auspicato un forte impegno per consentire l’uso anche ad anziani, disabili e categorie vulnerabili, tramite app o carte fisiche.
L’impatto sulle abitudini di pagamento si prospetta ampio, favorendo la riduzione della dipendenza tecnologica da sistemi di pagamento non europei e la crescita dell’autonomia strategica della zona euro. L’euro digitale si pone inoltre come ulteriore presidio di sicurezza finanziaria, affiancandosi, mai sostituendosi alle banconote. Il successo della moneta digitale della BCE dipenderà anche dalla capacità di rispondere a esigenze concrete: interoperabilità, livello di privacy assimilabile al contante, efficacia nel contrasto all’esclusione finanziaria e accettazione estesa presso commercianti e imprese.

Come funziona l’euro digitale e differenze rispetto a stablecoin e criptovalute

L’euro digitale verrebbe distribuito da istituzioni vigilate, come banche e uffici postali, tramite un portafoglio elettronico collegato a un conto o ricaricabile anche in contanti. I cittadini potranno effettuare pagamenti istantanei nei negozi, online e tra privati, senza rischi finanziari né necessità di intermediari non europei. Le principali differenze rispetto alle stablecoin e alle criptovalute sono di rilievo:

Euro digitale Stablecoin Criptovalute
Emesso dalla BCE, garantito per valore nominale Emesso da entità private, ancorato a una valuta Nessun garante centrale, valore determinato dal mercato
Rispetta severi requisiti di privacy e sicurezza UE Privacy variabile, spesso per finalità commerciali Privacy solo pseudonima; difficoltà di riconducibilità
Nessun rischio di insolvenza Rischi legati all’emittente privato Assenza di garanzie; volatilità estrema
Utilizzabile gratuitamente per le funzioni base Costi e commissioni variabili Costi di transazione variabili, senza standard unici

A differenza delle criptovalute, sostenute da architetture decentralizzate senza responsabili istituzionali, l’euro digitale rimane un bene pubblico, accessibile e supervisionato dalle autorità europee, prevenendo rischi tipici delle monete private.