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Btp Italia maggio 2025, i consigli se investire o no secondo esperti, analisti, banche e fondi

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Le previsioni sull'inflazione

Il Btp Italia maggio 2025 si presenta come un'opzione per i risparmiatori che vogliono proteggere il proprio capitale dall'inflazione.

L'emissione di Btp Italia maggio 2025, prevista dal 27 al 30 maggio, presenta alcune caratteristiche che vale la pena analizzare con attenzione, come stanno facendo analisti, gestori di fondi, consulenti indipendenti e investitori retail. I

l titolo ha una durata di sette anni, cedole semestrali legate all'indice FOI (Prezzi al consumo per operai e impiegati, al netto dei tabacchi), una tassazione agevolata al 12,5% e un premio fedeltà dell'1% per chi lo acquista in collocamento e lo detiene fino alla scadenza, fissata per il 4 giugno 2032. Ma cosa pensano davvero le banche, i fondi di investimento e gli osservatori del mercato obbligazionario? Conviene sottoscrivere questo strumento in questa fase di mercato, oppure è preferibile attendere o valutare alternative?

  • Le previsioni sull'inflazione e il tasso reale
  • Le opinioni dei consulenti e delle banche
  • Il comportamento dei fondi e le indicazioni

Le previsioni sull'inflazione e il tasso reale

Uno dei fattori per valutare la convenienza del Btp Italia è il trend dell'inflazione, perché proprio a essa sono legate le cedole che l'investitore riceverà ogni sei mesi. Se l'inflazione dovesse restare più alta delle attese, il titolo garantirebbe un rendimento superiore a quello dei Btp nominali. In caso contrario, il vantaggio potrebbe ridursi o annullarsi. Secondo le previsioni elaborate dagli economisti di Unicredit e Intesa Sanpaolo, l'inflazione FOI media annua sarà tra l'1,3% e l'1,6% da qui al 2031, con un possibile aumento temporaneo nel 2026 in caso di nuove tensioni internazionali.

In questo contesto, secondo il team di analisi di Allianz Global Investors, un Btp Italia con un tasso reale minimo garantito dell'1,7%-1,8%, unito a una media di inflazione dell'1,5%, porterebbe il rendimento nominale intorno al 3,3% annuo lordo, con bassa volatilità e una buona protezione del capitale nel medio termine.

Dalla parte opposta il centro studi di Banca Mediolanum invita alla prudenza: nel caso in cui l'inflazione reale dovesse scendere sotto l'1%, il Btp Italia si troverebbe a generare un rendimento inferiore rispetto a un Btp nominale di pari durata, che oggi offre un rendimento lordo compreso tra il 3,05% e il 3,15%. Non si tratta, quindi, di un'opzione universalmente vantaggiosa, ma di uno strumento da valutare alla luce delle aspettative personali sull'andamento dei prezzi nei prossimi anni.

Le opinioni dei consulenti e delle banche

Secondo gli esperti, il Btp Italia non è da considerare un titolo speculativo, ma uno strumento di copertura e diversificazione nel reddito fisso. In particolare, può risultare efficace per evitare l'erosione del capitale da inflazione in un portafoglio orientato alla protezione del patrimonio, a condizione che non venga liquidato prima della scadenza. A confermare questa lettura è anche la visione espressa dai gestori obbligazionari di Eurizon Capital, secondo cui l'emissione di maggio 2025 si colloca in un momento favorevole per tornare a costruire posizioni difensive dopo un lungo ciclo di rialzo dei tassi.

D'altra parte, Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking, in una nota riservata ai propri clienti, sottolinea che la vera attrattiva risiede nella struttura flessibile del titolo che consente, in caso di risalita inattesa dell'inflazione, di ottenere cedole più generose senza esporsi alle perdite in conto capitale che colpiscono i titoli a tasso fisso in momenti di tensione. Per questa ragione, il Btp Italia è ritenuto uno strumento di complemento anche per i fondi a gestione attiva specializzati sul mercato sovrano europeo.

Ci sono anche voci più caute. Gli analisti di Amundi Asset Management segnalano che la nuova emissione, pur interessante, potrebbe rivelarsi meno redditizia rispetto a investimenti alternativi come i Btp Green o alcune emissioni corporate investment grade, oggi capaci di offrire rendimenti più alti con un rischio contenuto. Per questo, secondo Amundi, chi ha una maggiore propensione al rischio o un obiettivo di rendimento più ambizioso potrebbe valutare strategie differenti rispetto al semplice acquisto del Btp Italia in emissione.

Il comportamento dei fondi e le indicazioni

Se da un lato i fondi obbligazionari europei stanno tornando ad aumentare la propria esposizione verso i titoli indicizzati all'inflazione, spinti dalla prudenza delle banche centrali e dalla maggiore incertezza geopolitica, dall'altro i dati sulle sottoscrizioni raccolti dall'ultima emissione indicano una attenzione del retail verso questi strumenti. Secondo Assogestioni, il patrimonio dei fondi aperti che includono titoli di Stato indicizzati è aumentato dell'8% nell'ultimo trimestre, segno di un ritorno dell'interesse da parte del risparmio gestito.

Per il piccolo risparmiatore, la strategia consigliata da molti esperti è di valutare l'investimento come parte di un portafoglio equilibrato, in affiancamento a Btp nominali, strumenti a tasso fisso e magari una quota in fondi monetari o obbligazionari brevi. L'obiettivo non è solo ottenere il massimo rendimento, ma anche stabilizzare i flussi cedolari, ridurre la volatilità complessiva e beneficiare del premio fedeltà, che su un investimento di 10.000 euro vale già 100 euro netti a scadenza. In questo senso, l'investitore che ha orizzonte temporale di 7 anni e cerca un prodotto semplice, sicuro e trasparente, può trovare nel Btp Italia maggio 2025 un'opzione concreta, soprattutto in uno scenario dove l'inflazione potrebbe tornare protagonista nel medio periodo.

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