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Btp meglio degli Oat francesi, ma non è un così buon segnale. I rischi anche per i titoli di Stato italiani

di Marcello Tansini pubblicato il
Titoli di Stato italiani

L'attuale confronto tra BTP italiani e OAT francesi mette in luce rendimenti più elevati per i titoli italiani, ma evidenzia anche nuovi rischi e criticità per i mercati obbligazionari europei. Un quadro complesso tra spread, fattori politici e prospettive future.

L'attuale panorama dei titoli di Stato europei si contraddistingue per una crescente attenzione degli investitori verso la comparazione tra strumenti di diversa natura e rischio, come i BTP italiani e gli OAT francesi. Nel contesto macroeconomico segnato da inflazione elevata, politiche monetarie restrittive e instabilità geopolitica, sia investitori istituzionali che privati si orientano verso il mercato obbligazionario per salvaguardare i capitali e ricercare alternative di rendimento. In questa fase, il confronto tra queste due emissioni pubbliche si è fatto particolarmente serrato, tanto da attrarre dibattiti tecnici e analisi approfondite.

Frutto di molteplici fattori, tra cui l'evoluzione dei rendimenti e le nuove sensibilità verso il rischio Paese, il posizionamento relativo di tali strumenti obbligazionari non fornisce soltanto indicazioni sulla convenienza di una scelta rispetto all'altra, ma diventa indice dello stato di salute delle rispettive economie. La recente riduzione dello spread tra i due titoli, favorita sia da dinamiche interne che da variabili globali, riflette infatti una complessa reazione dei mercati a dati politici, fiscali e finanziari. Questa situazione, che vede alcune anomalie storiche invertite, impone una valutazione attenta non tanto della mera differenza di rendimento, quanto della sostenibilità dei fondamentali economici dei due Paesi.

Caratteristiche principali di BTP italiani e OAT francesi: rischi, rendimenti e liquidità

I titoli di Stato italiani sono noti per offrire un profilo di rendimento spesso superiore rispetto ai corrispettivi francesi, ma ciò va di pari passo con una percezione di rischio aumentata. Nel 2024-2025, i rendimenti dei BTP decennali si sono attestati tra il 3,9% e il 4,3%, sensibilmente più alti rispetto alle OAT, i cui rendimenti a dieci anni sono oscillati fra il 2,9% e il 3,5%. La differenza determinante risiede nella fiducia che il mercato ripone nei governi emittenti e nella loro solidità fiscale. Mentre la Francia beneficia di rating creditizi elevati (AA da S&P, Aa2 da Moody's), l'Italia rimane su livelli più moderati (BBB+), nonostante evidenze di miglioramento nella gestione dei conti pubblici.

In termini di liquidità, le OAT rappresentano uno dei benchmark principali per tutto il mercato dell'eurozona, grazie a un mercato secondario molto sviluppato e a una base di investitori istituzionali solida. I BTP, d'altro canto, sono apprezzati per la varietà di emissioni – tra cui prodotti come BTP Italia e BTP Green – e per una domanda sempre robusta, che trova forte partecipazione sia tra investitori domestici che internazionali. Un elemento distintivo è la presenza di titoli indicizzati all'inflazione e strutture innovative, talvolta utilizzate dagli investitori più sofisticati per operare strategie di convergenza fra diverse scadenze.

Principali fattori di rischio e rendimento:

  • Rischio Paese: Maggiore per Roma, in ragione dell'elevato debito pubblico e della storia recente di volatilità politica.
  • Rendimento: Più elevato sui titoli italiani come premio al rischio, più stabile sulle emissioni francesi.
  • Liquidità: Alta per entrambe le tipologie di titoli, pur con preferenza istituzionale verso le emissioni francesi in fasi turbolente.
La tabella seguente sintetizza alcune delle principali differenze:

Caratteristica

BTP italiani

OAT francesi

Rendimento decennale

3,9%-4,3%

2,9%-3,5%

Rating S&P

BBB+

AA

Liquidità

Elevata

Molto elevata

Rischio

Medio/Alto

Basso/Medio

L'evoluzione dello spread BTP-OAT: trend recenti e fattori determinanti

Negli ultimi mesi si è assistito a un marcato restringimento dello spread tra le emissioni decennali italiane e francesi. Rispetto ai livelli storici, in cui il differenziale ha superato anche i 200 punti base, il divario attuale si è avvicinato a valori minimi, scendendo in alcuni momenti sotto i dieci punti base. Questo fenomeno risulta ancora più significativo se confrontato con la situazione post-elezioni italiane del 2022, quando lo spread raggiungeva livelli molto più elevati a causa delle incertezze sulla stabilità politica e fiscale del Paese.

La dinamica degli spread non si può leggere solo come un segnale di rafforzamento della posizione italiana, ma riflette un peggioramento percepito sul fronte francese. La crisi politica interna a Parigi, il peggioramento dei conti pubblici e la revisione negativa delle prospettive di rating hanno eroso parte della fiducia storica nelle emissioni OAT. Il trend si è quindi spostato non tanto per una riduzione drastica del rischio italiano, quanto per un incremento delle preoccupazioni sul debito e sul deficit transalpino.

Fattori chiave che influenzano lo spread:

  • Dinamiche politiche interne: la solidità del governo in Italia e le difficoltà parlamentari in Francia hanno invertito i tradizionali baricentri di rischio percepito.
  • Gestione del debito pubblico: la traiettoria virtuosa assunta da Roma sui conti pubblici si è contrapposta ai dubbi sulla sostenibilità delle finanze di Parigi.
  • Decisioni di policy europea: le mosse della BCE sui tassi d'interesse e le strategie di bilancio nazionale incidono profondamente sulla fiducia del mercato.
I dati aggiornati mostrano che il recente restringimento dello spread è attribuibile in larga misura alla repentina salita dei rendimenti francesi, più che a una discesa di quelli italiani. Si è inoltre registrata una maggiore elasticità dei titoli transalpini alle crisi politiche e fiscali, fattore che contribuisce a spiegare il sorpasso nelle scadenze di medio periodo. Gli analisti ritengono che la situazione potrebbe evolvere ulteriormente, con possibili movimenti aggiuntivi in caso di nuove revisioni dei rating sovrani nelle prossime tornate di valutazione.

Differenze strutturali: contesto politico, fiscale e impatti sui rating di Italia e Francia

I due Paesi presentano differenze rilevanti non solo sul fronte dei dati, ma anche nei contesti istituzionali e nelle prospettive di rating a medio termine. La Francia ha storicamente beneficiato di una maggiore stabilità e di una percezione di solidità fiscale. Tuttavia, le recenti crisi politiche e il peggioramento del deficit pubblico hanno imposto nuove sfide. Il debito francese ha superato il 114% del PIL, mentre l'Italia mantiene un rapporto debito/PIL stabilmente superiore al 135%, seconda solo alla Grecia nell'eurozona.

Sul piano politico, negli ultimi anni a Parigi si sono alternati governi con maggioranze instabili e difficoltà di coesione, fattori che oggi pesano sulla valutazione delle agenzie di rating. Roma, di contro, ha mostrato una sorprendente capacità di stabilizzazione con una maggioranza parlamentare compatta e una migliore gestione del bilancio, pur in presenza di un debito ingente. La gestione dei conti pubblici italiani, elogiata da diversi osservatori internazionali, ha ottenuto trend di outlook creditizio migliorativo. Secondo i principali rating, la Francia rimane comunque in una fascia superiore rispetto all'Italia, ma entrambi i Paesi sono oggetto di attenzione nelle revisioni previste dalle agenzie internazionali. In pratica:

  • Francia:
    • Rating: AA- (S&P), outlook in deterioramento
    • Debito/PIL: 114% circa
    • Maggioranza parlamentare frammentata
    • Deficit in crescita, contestato politicamente
  • Italia:
    • Rating: BBB+ (S&P), outlook positivo
    • Debito/PIL: 137,9% (dati Q1 2025)
    • Maggioranza politica stabile
    • Pianificazione fiscale considerata virtuosa nel breve periodo
L'impatto sui rispettivi rating si riflette non solo sui costi di finanziamento, ma anche sulla propensione degli investitori istituzionali a esporsi a uno o all'altro mercato. La prossima serie di revisioni da parte delle agenzie, con la possibilità di un declassamento per la Francia o di un miglioramento per l'Italia, potrà modificare la percezione generale espressa dai mercati.

Le strategie degli investitori e le prospettive future per i titoli di Stato italiani e francesi

Nel mutato contesto finanziario, le strategie degli investitori si sono fatte più selettive: la scelta fra titoli italiani e francesi risponde oggi a logiche di bilanciamento tra rischio e rendimento, nonché di diversificazione e reattività ai segnali macroeconomici. Le OAT, con volatilità storicamente bassa e liquidità elevata, rimangono privilegiate da soggetti come fondi pensione e assicurazioni che cercano stabilità a lungo termine. I BTP, invece, risultano più adatti a chi desidera trarre beneficio da rendimenti più alti e da eventuali movimenti favorevoli di prezzo, specie nei segmenti BTP Italia e Green.

Le strategie operative più sofisticate includono:

  • Acquisto di titoli italiani a breve scadenza con contemporanea vendita allo scoperto di titoli francesi equivalenti, volto a monetizzare la convergenza nei rendimenti.
  • Utilizzo di strumenti derivati – come futures e interest rate swaps – per gestire l'esposizione e coprire i rischi direzionali sullo spread tra le due emissioni.
  • Allocazione dinamica in base alle revisioni di rating e alle previsioni sulla politica monetaria della BCE.
Più in generale, le prospettive su questi strumenti sono condizionate da:
  • Decisioni della BCE, in particolare eventuali tagli dei tassi e politiche di riacquisto di obbligazioni.
  • Stabilità delle maggioranze parlamentari nei due Paesi, elemento rilevante per la continuità delle riforme fiscali.
  • Comportamento degli investitori retail, la cui fiducia rappresenta un termometro fondamentale per la solidità dei collocamenti nazionali.
Sussiste dunque una linea di demarcazione chiara tra la domanda di sicurezza assoluta e la ricerca di rendimento supplementare, che guida la ripartizione dei flussi sui due mercati obbligazionari.