Le sentenze sui buoni fruttiferi postali pongono l’accento sull'importanza della trasparenza e dell'informazione da parte degli istituti finanziari.
I buoni fruttiferi postali di Poste Italiane sono da anni un prodotto di risparmio apprezzato dagli italiani per via della loro natura sicura e alla possibilità di ottenere un rendimento a lungo termine. Negli ultimi anni, sono emersi contenziosi legali relativi alla corretta liquidazione degli interessi sui BFP e due recenti sentenze dei tribunali hanno portato alla luce nuovi casi di risarcimenti importanti in favore dei risparmiatori, evidenziando i problemi nella gestione da parte di Poste Italiane. Esaminiamoli da vicino:
Secondo la sentenza, i risparmiatori avevano acquistato buoni fruttiferi postali e, nel momento del rimborso, hanno scoperto che i titoli erano ormai prescritti. La mancata comunicazione da parte di Poste Italiane sulla prescrizione e sull'impossibilità di riscuotere i buoni ha portato il tribunale a riconoscere un risarcimento a favore dei risparmiatori, evidenziando la violazione dell'obbligo informativo da parte dell'istituto.
In particolare, il tribunale ha stabilito che Poste Italiane aveva l'obbligo di informare i clienti in maniera adeguata, soprattutto considerando che i buoni in questione erano stati emessi molti anni prima e i detentori non avevano più ricevuto comunicazioni sui termini di prescrizione.
Questa omissione ha causato una perdita economica per i risparmiatori, ai quali sono stati riconosciuti danni risarcitori. La sentenza ha sottolineato che il legame tra l’omissione e il danno subito dai clienti era evidente e ha stabilito che Poste Italiane era tenuta a risarcire l’intero valore nominale dei buoni, oltre agli interessi maturati.
Un altro caso riguarda l’errata liquidazione degli interessi da parte di Poste Italiane sui buoni fruttiferi postali. In questo caso, diversi risparmiatori si sono trovati di fronte a una sorpresa al momento del ritiro dei propri investimenti: gli interessi liquidati erano inferiori rispetto a quanto indicato nei buoni originari. Questo problema è spesso legato ai cambiamenti normativi avvenuti negli anni, che hanno modificato i tassi d’interesse per alcune serie di buoni, ma senza un’adeguata informazione ai sottoscrittori.
Il tribunale, chiamato a esprimersi, ha ritenuto che Poste Italiane avesse agito in modo non conforme agli obblighi contrattuali e informativi, senza chiarire in maniera trasparente ai clienti i nuovi criteri di calcolo degli interessi applicabili. La sentenza ha riconosciuto che i risparmiatori avevano diritto a ricevere gli interessi secondo quanto indicato nei buoni originari, stabilendo che qualsiasi modifica a posteriori senza informazione adeguata è una violazione dei diritti contrattuali del cliente.
Ccome evidenziato dalle vicende giuridiche più recenti, i buoni fruttiferi postali delle serie emesse negli anni 80 e 90 riportavano sul retro dei tassi d’interesse che non sempre erano quelli applicati al momento del rimborso. I risparmiatori, in buona fede, si aspettavano di ricevere gli interessi riportati, ma si sono trovati di fronte a rimborsi inferiori. La sentenza ha ordinato a Poste Italiane di ricalcolare gli interessi e di liquidare la differenza spettante ai risparmiatori.