Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Cosa cambia per direttiva casa green e blocco auto diesel ed elettrico accordo Ue sul clima con nuova scadenza 2040 firmato oggi

di Marianna Quatraro pubblicato il
Cosa cambia direttiva casa green blocco

Al via dal 2040 le nuove disposizioni in materia di efficienza energetica e progressiva eliminazione di soluzioni inquinanti come le caldaie a gas e le auto a motore diesel e a benzina

Il panorama normativo europeo sulla transizione ecologica segna una svolta significativa con l’approvazione della nuova direttiva che coinvolge sia il settore immobiliare sia il comparto dei trasporti. Dal 2040, entreranno in vigore nuove disposizioni in materia di efficienza energetica e progressiva eliminazione di soluzioni obsolete come le caldaie a gas e, contestualmente, il blocco della vendita di auto a motore diesel in risposta all’accordo Ue sul clima firmato di recente. Questa trasformazione influenzerà concretamente cittadini, imprese e istituzioni, offrendo nuove sfide e opportunità nell’ambito della sostenibilità ambientale.

Le novità della direttiva europea sulle case green: dalla riduzione dei consumi ai nuovi parametri energetici

Il testo recentemente adottato non impone più l’adeguamento degli immobili a specifiche classi energetiche dalla A alla G, come previsto in passato, ma punta su una riduzione misurabile dei consumi energetici a livello nazionale.

I paesi membri UE sono chiamati a ridurre il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e a raggiungere una soglia pari al 20-22% entro il 2035. Si tratta di una modifica che riflette le resistenze emerse tra alcuni Stati membri, tra cui l’Italia, in relazione all’impatto socio-economico delle precedenti versioni della direttiva.

Nell’ottica della sostenibilità, la direttiva Ue stabilisce che almeno il 55% della riduzione dei consumi dovrà essere raggiunto tramite il rinnovo degli edifici meno performanti dal punto di vista energetico. Saranno interessati, almeno inizialmente, circa 5 milioni di immobili di proprietà privata e pubblica che rappresentano la parte più "energivora" del parco immobiliare.

Un’ulteriore novità riguarda la progressiva integrazione di sistemi smart e punti di ricarica per veicoli nelle nuove costruzioni e negli interventi di ristrutturazione. L’attenzione è rivolta non più solo alle performance statiche dell’edificio, ma alla sua interazione con le tecnologie rinnovabili e le esigenze della mobilità sostenibile.

Le soglie di riduzione dei consumi energetici saranno accompagnate da indicatori di avanzamento, applicati secondo le modalità stabilite nei piani nazionali di ristrutturazione. Questo consente agli Stati di modellare le prescrizioni tenendo conto delle specificità geografiche, tecniche ed economiche di ciascuna area.

Per i soggetti coinvolti, le ricadute concrete sono molteplici:

  • Priorità agli interventi sugli immobili più inefficienti
  • Premialità per l’adozione di fonti rinnovabili
  • Necessità di monitoraggio e certificazione delle prestazioni raggiunte
  • Avvio graduale delle misure nei settori pubblico, commerciale e, successivamente, residenziale

Il blocco delle caldaie a gas e i nuovi obiettivi per la decarbonizzazione degli edifici

Uno dei punti centrali del nuovo quadro normativo è il progressivo abbandono dei sistemi di riscaldamento alimentati da fonti fossili. Le caldaie a gas metano verranno definitivamente messe al bando dal 2040, posticipando il termine precedentemente ipotizzato dalla Commissione.

Già dal 2025, però, non saranno più previsti incentivi per l’installazione di caldaie a condensazione. Questa scelta intende accelerare la decarbonizzazione e promuovere la diffusione di tecnologie alternative come pompe di calore, impianti ibridi e soluzioni basate su energia rinnovabile.

L’obiettivo è ridurre drasticamente le emissioni dirette degli edifici, che oggi rappresentano oltre un terzo del totale Ue. Parallelamente, si punta alla creazione di un sistema integrato con spazi dedicati per la ricarica di veicoli elettrici e l’implementazione di strumenti per la gestione intelligente dei consumi termici ed elettrici.

Scadenze, deroghe e impatto sui cittadini: cosa succede entro il 2040

Gli Stati membri hanno tempo fino al gennaio 2026 per recepire la direttiva nella legislazione nazionale, stabilendo modalità e strumenti per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. I parametri saranno adattati sulla base di piani nazionali, considerando fattori tecnici, economici e di fattibilità per ciascuna area geografica.

L’applicazione delle regole prevede alcune deroghe. Tra queste figurano:

  • Esenzione per edifici di rilevanza storica, artistica e di culto
  • Possibilità di esclusione per seconde case o immobili con superficie inferiore a 50 mq
  • Deroghe valutate caso per caso in presenza di ostacoli economici o tecnici significativi.
Entro il 2040, poi, il settore edilizio nazionale sarà coinvolto da una serie di interventi che mirano a perseguire l’efficienza e la riduzione dei consumi, ridefinendo il concetto stesso di patrimonio immobiliare.

L’adeguamento degli edifici agli obiettivi stabiliti implica investimenti variabili in base a tipologia, metratura e livello di intervento richiesto. Secondo i dati analizzati, una ristrutturazione profonda potrebbe superare anche i 90.000 euro, ma con le nuove regole si prevedono costi mediamente inferiori, anche se la spesa potrebbe comunque attestarsi su diverse migliaia di euro.

Questi oneri preoccupano molti proprietari, soprattutto considerando che non ci sono fondi diretti stanziati dall’Unione europea e che gli incentivi rimarranno competenza esclusiva degli Stati membri.

Le principali misure di sostegno potranno comprendere:

  • Agevolazioni fiscali nazionali e strumenti simili al Superbonus, ridefiniti secondo criteri di sostenibilità
  • Contributi per la sostituzione di impianti obsoleti e l’implementazione di rinnovabili
  • Piattaforme integrate per il supporto tecnico, finanziario e amministrativo ai cittadini.
Tuttavia, diverse criticità restano aperte:
  • Risorse statali limitate per coprire interamente la domanda di incentivi
  • Rischi di disparità territoriali nell’accesso ai benefici
  • Vincoli burocratici e tempi di attivazione dei sostegni
  • Carenza di manodopera specializzata nel comparto edile e termotecnico.
Inoltre, l'UE ha approvato un accordo che vieta la vendita di nuove auto diesel (e a benzina) a partire dal 2035. Non è stata approvata la proposta di rinviare al 2040, come richiesto da alcuni paesi.

Esiste anche un divieto su un contingente di auto diesel più datate (Euro 5) in Italia, che partirà da ottobre 2026 (rinviato) nelle aree metropolitane con più di 100.000 abitanti delle regioni Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.

Leggi anche