Al via dal 2040 le nuove disposizioni in materia di efficienza energetica e progressiva eliminazione di soluzioni inquinanti come le caldaie a gas e le auto a motore diesel e a benzina
Il panorama normativo europeo sulla transizione ecologica segna una svolta significativa con l’approvazione della nuova direttiva che coinvolge sia il settore immobiliare sia il comparto dei trasporti. Dal 2040, entreranno in vigore nuove disposizioni in materia di efficienza energetica e progressiva eliminazione di soluzioni obsolete come le caldaie a gas e, contestualmente, il blocco della vendita di auto a motore diesel in risposta all’accordo Ue sul clima firmato di recente. Questa trasformazione influenzerà concretamente cittadini, imprese e istituzioni, offrendo nuove sfide e opportunità nell’ambito della sostenibilità ambientale.
Il testo recentemente adottato non impone più l’adeguamento degli immobili a specifiche classi energetiche dalla A alla G, come previsto in passato, ma punta su una riduzione misurabile dei consumi energetici a livello nazionale.
I paesi membri UE sono chiamati a ridurre il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e a raggiungere una soglia pari al 20-22% entro il 2035. Si tratta di una modifica che riflette le resistenze emerse tra alcuni Stati membri, tra cui l’Italia, in relazione all’impatto socio-economico delle precedenti versioni della direttiva.
Nell’ottica della sostenibilità, la direttiva Ue stabilisce che almeno il 55% della riduzione dei consumi dovrà essere raggiunto tramite il rinnovo degli edifici meno performanti dal punto di vista energetico. Saranno interessati, almeno inizialmente, circa 5 milioni di immobili di proprietà privata e pubblica che rappresentano la parte più "energivora" del parco immobiliare.
Un’ulteriore novità riguarda la progressiva integrazione di sistemi smart e punti di ricarica per veicoli nelle nuove costruzioni e negli interventi di ristrutturazione. L’attenzione è rivolta non più solo alle performance statiche dell’edificio, ma alla sua interazione con le tecnologie rinnovabili e le esigenze della mobilità sostenibile.
Le soglie di riduzione dei consumi energetici saranno accompagnate da indicatori di avanzamento, applicati secondo le modalità stabilite nei piani nazionali di ristrutturazione. Questo consente agli Stati di modellare le prescrizioni tenendo conto delle specificità geografiche, tecniche ed economiche di ciascuna area.
Per i soggetti coinvolti, le ricadute concrete sono molteplici:
Già dal 2025, però, non saranno più previsti incentivi per l’installazione di caldaie a condensazione. Questa scelta intende accelerare la decarbonizzazione e promuovere la diffusione di tecnologie alternative come pompe di calore, impianti ibridi e soluzioni basate su energia rinnovabile.
L’obiettivo è ridurre drasticamente le emissioni dirette degli edifici, che oggi rappresentano oltre un terzo del totale Ue. Parallelamente, si punta alla creazione di un sistema integrato con spazi dedicati per la ricarica di veicoli elettrici e l’implementazione di strumenti per la gestione intelligente dei consumi termici ed elettrici.
Gli Stati membri hanno tempo fino al gennaio 2026 per recepire la direttiva nella legislazione nazionale, stabilendo modalità e strumenti per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. I parametri saranno adattati sulla base di piani nazionali, considerando fattori tecnici, economici e di fattibilità per ciascuna area geografica.
L’applicazione delle regole prevede alcune deroghe. Tra queste figurano:
L’adeguamento degli edifici agli obiettivi stabiliti implica investimenti variabili in base a tipologia, metratura e livello di intervento richiesto. Secondo i dati analizzati, una ristrutturazione profonda potrebbe superare anche i 90.000 euro, ma con le nuove regole si prevedono costi mediamente inferiori, anche se la spesa potrebbe comunque attestarsi su diverse migliaia di euro.
Questi oneri preoccupano molti proprietari, soprattutto considerando che non ci sono fondi diretti stanziati dall’Unione europea e che gli incentivi rimarranno competenza esclusiva degli Stati membri.
Le principali misure di sostegno potranno comprendere:
Esiste anche un divieto su un contingente di auto diesel più datate (Euro 5) in Italia, che partirà da ottobre 2026 (rinviato) nelle aree metropolitane con più di 100.000 abitanti delle regioni Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.