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Che cos'è una trimestrale di una azienda? Cosa deve contenere? E quali imprese e quando hanno obbligo comunicazione

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Cosa contiene una trimestrale

Una trimestrale completa comprende una serie di informazioni finanziarie e gestionali che forniscono una visione profonda della struttura economica dell'azienda.

Nel linguaggio finanziario, il termine trimestrale indica la pubblicazione dei risultati economici e patrimoniali di un'azienda riferiti a un arco temporale di tre mesi. Si tratta di documenti che fotografano l'andamento dell'impresa con cadenza regolare e ravvicinata.

La trimestrale ricopre un ruolo importante nella valutazione del valore reale di un'azienda. Investitori, analisti finanziari, fondi d'investimento e piccoli risparmiatori la esaminano per capire se l'impresa sta rispettando gli obiettivi previsti, se la sua redditività è in crescita o calo, se sta accumulando debiti o generando cassa. In altre parole, attraverso la trimestrale si può cogliere in tempo quasi reale la direzione che una società sta prendendo, con un grado di dettaglio che solo una rendicontazione periodica riesce a fornire.

Anche se si tratta di un termine associato soprattutto alle grandi aziende quotate, la logica della rendicontazione trimestrale può essere applicata anche internamente a realtà più piccole o non quotate, che scelgono di redigere bilanci infrannuali a scopo di controllo di gestione, budgeting o analisi finanziaria. Vediamo nei dettagli:

  • Cosa contiene una trimestrale, i dati per leggere un'impresa
  • Chi deve comunicare le trimestrali e cosa prevede la normativa europea

Cosa contiene una trimestrale, i dati per leggere un'impresa

Una trimestrale completa comprende una serie di informazioni finanziarie e gestionali che forniscono una visione profonda della struttura economica dell'azienda. L'elemento più immediatamente visibile è il conto economico, che illustra l'andamento dei ricavi, dei costi operativi e dell'utile (o della perdita) del periodo. A seguire, lo stato patrimoniale restituisce la fotografia della situazione finanziaria complessiva.

Un altro elemento è il rendiconto finanziario, che descrive i flussi di cassa. È un indicatore per valutare l'efficienza operativa e la sostenibilità finanziaria, soprattutto in fasi di mercato turbolente. Accanto a questi dati quantitativi, la trimestrale comprende commenti gestionali, noti come management discussion, nei quali i dirigenti spiegano le scelte fatte, interpretano i numeri e offrono una visione strategica sul futuro prossimo.

La redazione della trimestrale deve avvenire secondo principi contabili condivisi e verificabili. In Europa, ad esempio, le società quotate adottano gli standard Ifrs, che assicurano la comparabilità tra imprese anche di nazionalità diverse. La chiarezza espositiva è altrettanto importante quanto la precisione dei dati: i numeri, da soli, non bastano, serve un linguaggio accessibile ma preciso in grado di dialogare sia con gli esperti del settore che con un pubblico più ampio.

Alcune imprese integrano la trimestrale con una sezione dedicata alle previsioni per i trimestri successivi. Questa parte, detta guidance, permette al mercato di tarare le aspettative e ha un impatto immediato sulle quotazioni in Borsa, talvolta anche maggiore dei risultati stessi.

Nel documento vengono segnalati anche eventi straordinari che hanno avuto un impatto sulla gestione, come acquisizioni, cessioni, variazioni normative, contenziosi legali o effetti macroeconomici non ordinari.

Chi è obbligato a comunicare le trimestrali e cosa prevede la normativa europea

Fino al 2015, in Italia, tutte le società quotate erano obbligate a pubblicare le informazioni finanziarie trimestrali. L'introduzione della Direttiva 2013/50/UE, recepita nell'ordinamento italiano nel 2016, ha modificato lo scenario. L'obiettivo della normativa europea era quello di ridurre gli oneri amministrativi a carico delle imprese, in particolare le PMI, e di scoraggiare comportamenti manageriali focalizzati sul breve termine. Da allora, le trimestrali non sono più obbligatorie, ma facoltative, e ogni azienda può decidere liberamente se pubblicarle o meno.

Non significa che il flusso informativo si sia interrotto: le società quotate sono tenute a comunicare informazioni semestrali (obbligatorie) e a rivelare qualsiasi notizia price sensitive, ovvero informazioni che possono influenzare in modo rilevante il prezzo degli strumenti finanziari.

Molte imprese di grandi dimensioni continuano comunque a redigere e pubblicare i dati trimestrali. Lo fanno per ragioni di reputazione, per tenere alta la fiducia degli investitori, ma anche per offrire maggiore prevedibilità ai mercati, specie in settori volatili come la tecnologia, l'energia o la moda.

Negli Stati Uniti, invece, l'obbligo delle trimestrali è ancora pienamente in vigore. La SEC (Securities and Exchange Commission) richiede a tutte le società quotate di depositare il modulo 10-Q ogni tre mesi, garantendo così una trasparenza estremamente elevata. Questo spiega perché molte multinazionali, anche europee, scelgano comunque di allinearsi a tale prassi, mantenendo il regime trimestrale per evitare asimmetrie informative tra i vari mercati in cui operano.