Eni, protagonista globale dell'energia, attraversa scenari complessi tra controllo azionario, risultati finanziari, strategie di crescita e sfide della transizione sostenibile,
Eni è tra i maggiori gruppi energetici a livello globale, operando come punto di riferimento per l’economia italiana e internazionale. La sua attività si estende dall’estrazione e raffinazione di idrocarburi, fino allo sviluppo di soluzioni legate alla transizione energetica. Negli ultimi anni l’azienda ha ampliato la propria presenza anche nel settore delle rinnovabili, rafforzando il proprio impegno verso la sostenibilità.
Il capitale sociale di Eni, al 2025, è pari a 4.005.358.876 euro, rappresentato da oltre 3,1 miliardi di azioni ordinarie nominative senza valore nominale. Gli azionisti complessivi superano le 274.000 unità, tra investitori istituzionali e privati sparsi tra Italia, Europa, Stati Uniti e il resto del mondo.
| Azionista | Numero Azioni | % sul totale |
| Ministero dell’Economia e delle Finanze | 65.586.402 | 2,08% |
| CDP S.p.A. | 936.179.478 | 29,75% |
| Romano Minozzi e gruppo Iris Ceramica | 97.351.116 | 3,09% |
| Investitori Istituzionali | --- | 45,56% |
| Investitori Retail | --- | 19,69% |
| Azioni proprie Eni | 160.005.935 | 5,08% |
Il controllo effettivo della società spetta al Ministero dell’Economia e delle Finanze, che, tramite partecipazione diretta e quella esercitata tramite Cassa Depositi e Prestiti S.p.A., detiene complessivamente il 31,84% delle azioni ordinarie. Questo assetto conferisce allo Stato italiano un’influenza rilevante nelle decisioni strategiche del gruppo, che mantiene comunque una notevole quota di capitale flottante tra investitori di mercato.
La compagine azionaria vede anche la presenza significativa dell’imprenditore Romano Minozzi, la cui quota superiore al 3% lo posiziona tra i principali azionisti individuali italiani. Le restanti azioni sono suddivise tra istituzioni finanziarie internazionali e una platea di azionisti privati, a testimonianza dell’ampiezza del capitale distribuito e della diversificazione della base societaria.
A livello geografico, la maggioranza degli azionisti è in Italia (58,01%), seguita da altri Paesi UE, USA/Canada e Paesi extra europei. Questa articolazione dell’azionariato contribuisce a garantire stabilità e una visione di governance integrata.
Nel triennio 2022-2024, Eni ha registrato risultati economici molto rilevanti, in linea con l’accelerazione dei prezzi delle materie prime e le strategie di ottimizzazione delle proprie attività. Il fatturato nel 2023 ha raggiunto i 93,7 miliardi di euro, consolidando la posizione di Eni come una delle aziende più profittevoli d’Italia. Il gruppo ha chiuso gli esercizi più recenti con utili superiori ai 40 miliardi euro, gran parte dei quali è stata redistribuita agli azionisti tramite dividendi e operazioni di riacquisto di azioni proprie (buyback).
Le operazioni straordinarie hanno riguardato sia la valorizzazione dei business storici, sia lo sviluppo di nuove attività orientate alla transizione energetica. Particolarmente significativa è stata la cessione di una partecipazione del 25% in Enilive al fondo KKR per 2,96 miliardi di euro, comprensivi di un aumento di capitale finalizzato a sostenere i piani di crescita della società focalizzata sulle nuove fonti e sui servizi di mobilità sostenibile. Questa valutazione post-money ha portato l'equity value di Enilive a 11,75 miliardi di euro, rafforzando la liquidità di Eni e confermando la strategia di partnership con investitori di rilievo internazionale.
Nel confronto europeo, la redditività del gruppo resta tra le più elevate nel settore energetico. Le analisi finanziarie sottolineano una distribuzione agli azionisti molto significativa: secondo il report SOMO, oltre il 75% degli utili generati dal 2010 al 2023 sono stati riconosciuti come dividendi o buyback, a fronte di margini d’investimento meno aggressivi rispetto agli anni precedenti. Questo modello ha alimentato il dibattito circa il bilanciamento tra obiettivi finanziari e impegno industriale, soprattutto in ottica di transizione energetica.
L’azienda ha inoltre proseguito nel rafforzamento della disciplina finanziaria, ottimizzando il portafoglio tramite dismissioni selettive e reinvestimenti in asset strategici.
Eni adotta una strategia articolata per la remunerazione degli azionisti, combinando distribuzione di dividendi e programmi di riacquisto di azioni proprie. L’obiettivo è riconoscere valore agli azionisti sia in termini di cedole regolari sia attraverso il sostegno al valore di mercato del titolo.
Negli ultimi anni, i programmi di buyback hanno avuto un ruolo centrale. Dal 2021 al 2024, sono stati autorizzati dalla assemblea degli azionisti diversi programmi con plafond fino a 3,5 miliardi di euro annui e una quota massima di titoli riacquistati pari a circa il 10% delle azioni ordinarie.
La scelta di privilegiare la remunerazione azionaria ha suscitato attenzione e discussioni, soprattutto nell’ambito della crescente sensibilità verso la necessità di potenziare gli investimenti industriali legati a ricerca, sviluppo e sostenibilità.
Il gruppo dispone di una struttura societaria articolata, in cui società controllate, collegate e joint venture contribuiscono alla realizzazione delle strategie industriali e della crescita nei settori tradizionali e innovativi.
L’ultimo biennio ha visto una serie di operazioni di rilievo orientate sia alla valorizzazione di asset strategici sia all’ottimizzazione delle attività core.
Plenitude rappresenta il veicolo principale per lo sviluppo di progetti sulle energie pulite, con risultati che, al 2024, contano oltre 21.000 punti di ricarica per veicoli elettrici e una presenza consolidata in più Paesi europei. Il lancio di iniziative come JUST – Join Us in a Sustainable Transition – ha segnato una maggiore integrazione tra sostenibilità e gestione industriale, istituendo meccanismi premianti e bonus ambientali nelle procedure di acquisto e selezione fornitori.
La collaborazione con CDP Equity tramite GreenIT e la piattaforma Open-es (in partnership con BCG e Google Cloud) sottolineano la volontà di promuovere trasparenza e diffusione delle best practice di sostenibilità tra partner, fornitori e realtà innovative, favorendo la crescita condivisa e l’allineamento agli obiettivi SDGs delle Nazioni Unite.
Grazie a questi investimenti, il gruppo si posiziona tra le aziende che stanno progressivamente rimodellando il proprio modello di business per bilanciare crescita economica, innovazione e responsabilità ambientale.
Le prospettive per il gruppo sono caratterizzate dalla necessità di conciliare la posizione di leadership finanziaria con una crescita responsabile orientata alla transizione energetica. La solidità economica e la capacità di attrarre partner globali, unite a una governance diversificata, pongono la società al centro dei principali cambiamenti del settore. Gli azionisti possono contare su politiche di remunerazione costanti, mentre l’implementazione di strategie di investimento in sostenibilità e collaborazione nella filiera industriale offre nuove opportunità di creazione di valore e resilienza per gli anni a venire.