Quali sono i guadagni spettanti agli amministratori di condominio e come potrebbero cambiare con approvazione nuova legge su equo compenso
Che cos'è l'equo compenso di un amministratore di condominio e quando si applica? Quando si nomina un amministratore di condominio, l'assemblea deve decidere il compenso dovutogli che varia a seconda di specifici elementi ma che in alcuni casi deve seguire le regole specifiche del cosiddetto equo compenso.
E in base al condominio amministrato ha diritto a ricevere specifico compenso, stabilito dall’assemblea di condominio e comunicato all’amministratore al momento della nomina.
Con l'approvazione delle legge sull'equo compenso, anche per l'amministratore di condominio, così come per ogni altro libero professionista, cambiano i parametri della retribuzione, con il calcolo dello stipendio proporzionato alla quantità e alla qualità di lavoro svolto.
Lo scorso 12 aprile 2023 è stata, infatti, approvata la proposta di legge sull’equo compenso per assicurare stipendi minimi garantiti in base alle prestazioni rese da ogni amministratore di condominio ma anche in base alle località in cui è ubicato il condominio, alla grandezza dei condomini, ecc, per vengono aggiornati i compensi per gli amministratori.
La legge sull’equo compenso si applica al momento solo agli amministratori che si occupano di condomini comunali e pubblici e si attende che venga estesa anche ai condomini privati.
Dunque, per i condomini privati spetta sempre, e ancora, all'amministratore decidere quando pagare il suo onorario, che viene deciso di anno in anno al rinnovo dell'incarico, e si aggira, in generale, mediamente sui 1.500 euro per i condomini più piccoli.
Per gli amministratori degli edifici pubblici, si applica, invece, l'equo compenso, seguendo regole e standard minimi che le pubbliche amministrazioni devono rispettare.
In particolare, il compenso del professionista si ritiene equo se è proporzionato ai seguenti parametri: