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Chi decide i giorni per permessi legge 104 e cosa succede se non c'è accordo con azienda o colleghi

di Marianna Quatraro pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
chi decide permessi 104

Lavoratore o datore di lavoro: chi e quando può decidere di usufruire e come dei permessi retribuiti della Legge 104. Spiegazioni e chiarimenti

I permessi della Legge 104 sono un importante diritto per i lavoratori che assistono persone con disabilità grave o che sono essi stessi portatori di disabilità. Questi permessi consentono di assentarsi dal posto di lavoro mantenendo la piena retribuzione e accumulando contributi figurativi validi ai fini pensionistici. Tuttavia, spesso sorgono dubbi su chi effettivamente abbia l'autorità di stabilire i giorni in cui fruire di tali permessi e su come comportarsi in caso di disaccordo con il datore di lavoro o i colleghi.

Modalità di fruizione dei permessi Legge 104

I permessi della Legge 104 possono essere fruiti in diverse modalità, a seconda delle esigenze del lavoratore e della persona assistita:

  • Permessi orari: 2 ore al giorno per ciascun giorno lavorativo del mese (per lavoratori a tempo pieno)
  • Permessi giornalieri: 3 giorni al mese, anche frazionabili in ore
  • Permessi alternativi: è possibile scegliere, mese per mese, se usufruire dei permessi orari o di quelli giornalieri
La scelta tra queste modalità spetta sempre al lavoratore, che può optare per la soluzione più adatta alle proprie necessità assistenziali.

Chi ha diritto ai permessi della Legge 104

Prima di analizzare chi determina i giorni di permesso, è importante chiarire quali categorie di persone possono beneficiare delle agevolazioni previste dalla Legge 104. Possono usufruire dei permessi retribuiti:

  • Le persone con disabilità grave certificate secondo l'articolo 3, comma 3, della Legge 104/92
  • I familiari della persona con disabilità grave, tra cui:
    • Coniuge o parte dell'unione civile
    • Convivente di fatto
    • Genitori biologici o adottivi
    • Parenti o affini entro il secondo grado (fratelli, sorelle, nonni, nipoti in linea retta, suoceri, nuore, generi)
In circostanze particolari, la possibilità di fruire dei permessi retribuiti è estesa anche ai parenti di terzo grado (zii, nipoti in linea collaterale, bisnonni, pronipoti in linea retta) quando i genitori o il coniuge della persona con disabilità:
  • Abbiano compiuto 65 anni di età
  • Siano affetti da patologie invalidanti
  • Siano deceduti o mancanti

Chi decide effettivamente i giorni di permesso Legge 104

La normativa vigente stabilisce con chiarezza che la decisione sui giorni in cui fruire dei permessi della Legge 104 spetta al lavoratore e non al datore di lavoro. Questo principio fondamentale tutela il diritto del disabile a ricevere assistenza quando necessario, senza vincoli imposti dalle esigenze aziendali.

Il datore di lavoro può richiedere al dipendente una programmazione mensile dei tre giorni di permesso, ma questa richiesta è subordinata alla possibilità che il lavoratore riesca effettivamente a pianificare in anticipo le giornate di assenza senza compromettere il diritto della persona disabile a ricevere l'assistenza necessaria.

È importante sottolineare che, anche dopo aver comunicato una programmazione dei permessi, il lavoratore mantiene il diritto di modificare unilateralmente i giorni precedentemente concordati. Questo perché la normativa riconosce che le esigenze di assistenza del disabile hanno sempre la priorità rispetto alle necessità organizzative dell'azienda.

Procedura per richiedere i permessi Legge 104

Per fruire dei permessi, il lavoratore deve seguire una procedura specifica:

  1. Presentare domanda all'INPS esclusivamente per via telematica
  2. Allegare la documentazione che attesti la disabilità grave del familiare da assistere o propria
  3. Sebbene non sia obbligatorio, è consigliabile consegnare al datore di lavoro una copia della domanda con il numero di protocollo dell'invio effettuato all'INPS
È utile sapere che i controlli sulla legittima fruizione dei permessi possono essere effettuati sia dall'INPS che dal datore di lavoro, per verificare che i permessi vengano utilizzati effettivamente per l'assistenza alla persona con disabilità.

Cosa fare in caso di disaccordo con l'azienda o i colleghi

La normativa è chiara nel stabilire che l'azienda e i colleghi devono necessariamente accettare la decisione del lavoratore che organizza le sue assenze per usufruire dei permessi della Legge 104. Il principio cardine è che la finalità assistenziale prevale sempre sulle esigenze lavorative.

In particolare:

  • I datori di lavoro non possono mai vietare o negare i permessi della Legge 104
  • Tale comportamento da parte dell'azienda o dell'ente sarebbe considerato illecito
  • Anche in presenza di particolari esigenze lavorative o in momenti critici per l'attività dell'azienda, il datore di lavoro non può impedire la fruizione dei permessi
La legge è strutturata in modo da garantire che il diritto all'assistenza del disabile sia sempre tutelato, riconoscendo che si tratta di un bisogno essenziale che non può essere subordinato alle necessità organizzative dell'azienda.

Tutele in caso di discriminazione

Se il datore di lavoro ostacola la fruizione dei permessi Legge 104 o adotta comportamenti discriminatori nei confronti del lavoratore che ne usufruisce, quest'ultimo può:

  • Rivolgersi all'Ispettorato Nazionale del Lavoro per segnalare la violazione
  • Contattare le organizzazioni sindacali per ricevere supporto
  • In casi gravi, procedere con un'azione legale per far valere i propri diritti

Limiti e controlli sui permessi Legge 104

Sebbene i permessi della Legge 104 rappresentino un diritto importante, esistono dei limiti e dei controlli per evitare abusi:
  • I permessi devono essere utilizzati esclusivamente per l'assistenza alla persona con disabilità
  • L'INPS può effettuare verifiche sulla corretta fruizione dei permessi
  • Il datore di lavoro può disporre controlli, rispettando però la privacy del lavoratore
  • In caso di utilizzo improprio, il lavoratore può incorrere in sanzioni disciplinari e, nei casi più gravi, nel licenziamento per giusta causa
È importante sottolineare che l'abuso dei permessi della Legge 104 non solo costituisce una violazione normativa, ma sottrae risorse preziose destinate al sostegno delle persone con reali necessità di assistenza.
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