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Chi sono i parlamentari che hanno guadagnato di più e con quali attività in base dichiarazioni dei redditi 2024

di Marcello Tansini pubblicato il
guadagni parlamentari

Quanto guadagnano davvero i nostri parlamentari? Un viaggio tra dichiarazioni dei redditi 2024, ricchezze dichiarate, variazioni significative, fonti dei guadagni, differenze tra leader e schieramenti e i casi più emblematici.

Con la pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi parlamentari avvebuta oggi per il periodo d’imposta 2024, emergono nuovi dettagli sulla situazione patrimoniale dei rappresentanti politici italiani. Questi dati, resi disponibili sui siti istituzionali di Camera e Senato, offrono uno spaccato trasparente sulle variazioni economiche che interessano deputati e senatori.  Oltre agli importi dichiarati, è di particolare interesse l’analisi delle principali attività che generano entrate aggiuntive. Attraverso questi report, si evidenziano sia l’entità che la provenienza dei guadagni dei principali protagonisti della politica nazionale. La panoramica aggiornata mette in luce sia incrementi sia diminuzioni di reddito, talvolta legate a eventi specifici, come accaduto per alcuni esponenti di primo piano.

La classifica dei parlamentari più ricchi: chi ha dichiarato i redditi più alti

Dai dati attualmente pubblicati, spiccano figure di alto profilo che si posizionano in vetta alla classifica dei parlamentari con i redditi più elevati. Giulia Bongiorno, avvocata e presidente della commissione Giustizia al Senato, si conferma ancora una volta la parlamentare con il reddito più consistente, superando i 3 milioni di euro. Dietro di lei figura Giulio Tremonti, già ministro dell’Economia, con oltre 2 milioni di euro dichiarati. Anche Matteo Renzi, ex premier e leader di Italia Viva, mantiene una posizione di rilievo con un reddito superiore ai 2 milioni, seppur in calo rispetto all’anno precedente.

  • Giulia Bongiorno: oltre 3 milioni di euro
  • Giulio Tremonti: oltre 2 milioni di euro
  • Matteo Renzi: oltre 2 milioni di euro
  • Maurizio Lupi: circa 224.683 euro
  • Antonio Tajani: 187.673 euro
  • Carlo Nordio: 259.716 euro
  • Adolfo Urso: 126.340 euro
La premier Giorgia Meloni, che l’anno scorso aveva dichiarato quasi 460.000 euro, evidenzia quest’anno una forte riduzione, attestandosi su circa 180.000 euro. Tra i capigruppo e altri esponenti di spicco compaiono: Orazio Schillaci (102.176 euro), Luca Ciriani (100.701 euro) e Alessandra Locatelli (100.304 euro). La presenza di professionisti con ruoli extra-parlamentari (ad esempio, attività legali o consulenze) contribuisce in modo determinante alla disparità dei redditi tra gli eletti, evidenziando quanto la dichiarazione dei redditi parlamentari sia spesso composta da molteplici voci e non solo dagli emolumenti istituzionali.

Le principali variazioni nei redditi e il caso Giorgia Meloni

Fra le modifiche più rilevanti rispetto agli esercizi precedenti si riscontra un drastico calo nei redditi della presidente del Consiglio. Giorgia Meloni, come già segnalato, registra quest’anno una riduzione di più della metà dei suoi introiti rispetto al 2023, dovuta in parte alla cessazione dei diritti d’autore percepiti dai libri pubblicati gli anni passati e all’acquisto di una nuova abitazione a Roma, nella zona del Torrino. L’acquisto della casa ha anche generato una serie di interrogazioni parlamentari e richieste di trasparenza sui lavori di ristrutturazione e sulle modalità di pagamento, a tutela dell'integrità e della correttezza dell’azione politica. In termini numerici:

  • Reddito 2023: circa 459.460 euro
  • Reddito 2024: 180.031 euro
Tra le altre variazioni di rilievo, Antonio Tajani — vicepremier e segretario di Forza Italia — evidenzia un incremento di oltre 30.000 euro, portando il suo reddito totale a quasi 188.000 euro. I dati mutevoli rispecchiano sia fluttuazioni nelle fonti di reddito personali sia nuove acquisizioni patrimoniali, come l’acquisto di immobili da parte di altri parlamentari, tra cui Galeazzo Bignami (Fdi) e Antonio De Poli (Udc), che segnalano importi attorno ai 100.000-146.000 euro. Queste variazioni sono anche il riflesso di una normativa che richiede l’aggiornamento periodico delle dichiarazioni, garantendo trasparenza sull’evoluzione della situazione patrimoniale individuale.

Le attività e le fonti principali dei guadagni dei parlamentari

Il panorama reddituale degli eletti in Parlamento si caratterizza per una significativa eterogeneità di fonti. Oltre all’indennità parlamentare, numerosi esponenti della politica italiana ottengono compensi rilevanti da attività professionali pregresse o parallele al mandato. Le maggiori fonti di reddito possono essere così riassunte:

  • Attività libero-professionali: avvocati, consulenti e professionisti come Giulia Bongiorno e Giulio Tremonti, che continuano a percepire proventi dagli incarichi precedenti o ancora in essere.
  • Editoriali: diritti d’autore e proventi derivati da libri — come nel caso di Giorgia Meloni negli anni scorsi — possono influire sensibilmente sul montante annuale dichiarato.
  • Investimenti e partecipazioni societarie: alcuni parlamentari dichiarano redditi derivanti da quote o partecipazioni in imprese, come avvenuto in passato per Matteo Renzi.
  • Immobiliari: uno o più immobili possono contribuire al reddito, soprattutto se utilizzati per locazioni o venduti con plusvalenza.
  • Partecipazione a commissioni o incarichi all’interno di organi statali che comportano ulteriori compensi.
I dati della dichiarazione dei redditi parlamentari sottolineano quindi la pluralità di fonti di reddito, testimoniando un quadro composito e fisiologicamente variabile, dove il compenso istituzionale rappresenta solo una delle componenti.

I redditi dei leader di partito e le differenze tra schieramenti

L’analisi relativa ai responsabili dei principali partiti evidenzia notevoli differenze nei redditi, frutto sia delle carriere politiche sia delle attività svolte al di fuori del proprio incarico. Le dichiarazioni dei redditi parlamentari già disponibili indicano come:

  • Maurizio Lupi (Noi Moderati): da 124.864 a 224.683 euro
  • Antonio Tajani (Forza Italia): 187.673 euro
  • Carlo Calenda (Azione): 122.285 euro
  • Angelo Bonelli (Avs): 102.802 euro
  • Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana): 98.979 euro
  • Elly Schlein (PD): 98.471 euro
Spicca la presenza di redditi superiori ai 100.000 euro soprattutto tra i capi dei partiti del centro e centrodestra, mentre nel centrosinistra la tendenza è verso valori inferiori. Al momento, non sono ancora pubblicate tutte le dichiarazioni di Matteo Salvini (Lega), di Giuseppe Conte (M5S) e di Matteo Renzi (Iv), anche se quest’ultimo ha dichiarato oltre 2 milioni di euro. Dai dati raccolti emerge una disparità tra leader, legata sia alle storie personali sia alle fonti di entrata, in certi casi incrementate da attività extrapolitiche o incarichi pregressi di livello dirigenziale.

Focus: i parlamentari con i redditi più bassi e dati regionali significativi

Non mancano i casi di parlamentari con redditi più contenuti, pur mantenendo valori comunque elevati rispetto alla media nazionale. I dati analizzati permettono di evidenziare alcune figure rappresentative:

  • Emanuele Prisco (Fratelli d’Italia, Umbria): 95.791 euro
  • Emma Pavanelli (M5S): 98.471 euro
  • Virginio Caparvi (Lega): 98.471 euro
  • Elisabetta Piccolotti (Avs, eletta in Puglia): 98.963 euro
  • Augusto Marchetti (Lega): 99.035 euro
  • Raffaele Nevi (Forza Italia): 99.931 euro
A livello regionale, in Umbria il senatore Francesco Zaffini (FdI) segnala il reddito più alto (165.597 euro), seguito da Walter Verini (PD, 138.348 euro) e Anna Ascani (PD, 135.819 euro). Queste cifre riflettono differenze non solo nelle attività politiche ma anche nelle carriere pregresse o nei ruoli ricoperti a livello territoriale. Il quadro regionale, seppur ancora parziale a causa della mancata pubblicazione di tutti i dati, contribuisce a delineare un’ulteriore dimensione delle disuguaglianze economiche tra gli eletti.