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Coin, Benetton, Conbipel e altre aziende in crisi del commercio. Le prospettive tra chiusure, licenziamenti e aiuti

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Prospettive e rischi chiusure

Le difficoltà di Coin, Benetton, Conbipel sono la prova della crisi che il settore del commercio al dettaglio sta affrontando, tra cui la concorrenza dell'e-commerce.

Ci sono alcuni marchi storici, come Coin, Benetton e Conbipel, si trovano a fronteggiare gravi difficoltà economiche, tra calo dei profitti, chiusure di negozi e ristrutturazioni aziendali. Le ragioni di questa crisi sono molteplici e vanno dalla concorrenza dell’e-commerce ai cambiamenti nei comportamenti dei consumatori. Mentre alcune aziende cercano soluzioni innovative o supporto finanziario, altre potrebbero non sopravvivere alla tempesta:

  • Coin, una fusione per evitare il naufragio
  • Benetton, la riduzione della rete per rimanere competitivi
  • Conbipel, tra chiusure e opportunità di acquisizione

Coin, una fusione per evitare il naufragio

La situazione della catena di grandi magazzini Coin è emblematica della crisi nel retail tradizionale. Il gruppo ha visto peggiorare i propri bilanci nel 2024, con il patrimonio netto che rischia di diventare negativo. Gli alti costi operativi, combinati con una riduzione delle vendite, hanno messo l'azienda in una posizione precaria. In questo contesto, OVS si è fatta avanti con un piano di salvataggio che prevede la fusione e l’immissione di capitali freschi.

Questa operazione è un tentativo di consolidare il mercato, creando un polo più forte nel settore dell’abbigliamento e degli accessori. Coin è chiamata non solo a riposizionarsi ma anche recuperare la fiducia dei consumatori, sempre più attratti dalle alternative online.

Benetton, la riduzione della rete per rimanere competitivi

Il gruppo Benetton, simbolo del made in Italy, sta affrontando un processo di ristrutturazione. La chiusura di oltre 400 negozi a livello globale entro il 2025 è una delle azioni più importanti intraprese dall’azienda per ridurre i costi e migliorare la redditività. In Italia, circa 100 punti vendita saranno chiusi, con un impatto sull’occupazione, soprattutto nelle regioni meridionali.

Nonostante queste misure drastiche, il management di Benetton ha evidenziato progressi: le perdite sono state dimezzate nel 2024, passando da 230 a 110 milioni di euro, con l’obiettivo di raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2026. La riduzione della rete può però indebolire la presenza del marchio sul mercato e allontanare una parte della clientela affezionata, a meno che l’azienda non riesca a differenziarsi con un’offerta innovativa e competitiva.

Conbipel, tra chiusure e opportunità di acquisizione

La crisi di Conbipel è un altro esempio delle difficoltà del commercio tradizionale. Il marchio, fondato nel 1958, ha annunciato la chiusura di circa 50 negozi entro il 2025, con 1.300 posti di lavoro a rischio. Oggi l’azienda è sotto la supervisione del Tribunale di Asti nell’ambito di una procedura di composizione negoziata della crisi.

Anche in questo caso, OVS ha espresso interesse per un’acquisizione, che potrebbe garantire la continuità di una parte delle operazioni di Conbipel. Ma il successo di questa iniziativa è legato alla capacità di integrare il marchio in un modello di business sostenibile con la riduzione delle inefficienze e il rinnovamento dell’immagine aziendale.

Le crisi di Coin, Benetton e Conbipel sono una fotografia delle difficoltà che molti marchi storici stanno affrontando. La crescita dell’e-commerce, unita alla pressione sui margini e ai cambiamenti nelle abitudini di consumo, ha reso il mercato del commercio al dettaglio competitivo.

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