L’inizio del 2026 vedrà l’avvio di un’importante innovazione in materia di riscossione: il discarico automatico delle cartelle esattoriali. Questo nuovo meccanismo mira a restituire efficienza e trasparenza al sistema di recupero dei crediti pubblici, rappresentando una risposta concreta alla presenza di miliardi di euro di posizioni debitorie ormai considerate irrecuperabili. La misura si propone di "alleggerire" il cosiddetto magazzino fiscale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione eliminando, in modo automatico, specifici crediti considerati non più recuperabili.
Cos’è il discarico automatico delle cartelle esattoriali e perché è stato introdotto
Il discarico automatico delle cartelle esattoriali è una procedura introdotta dalla riforma della riscossione, che prevede che tutte le cartelle affidate all’Agenzia delle Entrate-Riscossione che restano non riscosse entro cinque anni vengono automaticamente restituite agli enti titolari del credito (ad esempio Comuni, Regioni, INPS o Agenzia delle Dogane). A questa restituzione segue la possibilità, per l’ente creditore, di optare tra ulteriori tentativi di recupero o la definitiva cancellazione del debito. In particolare:
- L’obiettivo principale è la riduzione del magazzino fiscale, ovvero la grande massa di crediti insoluti che genera inefficienze sia amministrative che finanziarie.
- La norma intende distinguere tra crediti realisticamente esigibili e posizioni che, per vari motivi, non possono essere recuperate (ad esempio per il decesso o l’irreperibilità del debitore, oppure per l’impossibilità di reperire beni aggredibili).
- Si evita così che la Pubblica Amministrazione impegni risorse in attività su posizioni ormai compromesse, rendendo più credibile e sostenibile il sistema della riscossione.
Condizioni e regole per la cancellazione automatica delle cartelle: quali debiti vengono eliminati
La cancellazione automatica tramite discarico a partire dal primo gennaio 2026 implica regole ben precise, stabilite dalla normativa vigente. Le
cartelle che possono essere discaricate sono quelle che risultano inequivocabilmente non riscuotibili, su cui sono stati effettuati vani tentativi di recupero da parte dell’agente della riscossione. La legge individua criteri puntuali per stabilire quando una cartella è da considerarsi inesigibile:
- Mancanza di patrimonio o di beni del debitore su cui poter agire per il recupero.
- Decesso, fallimento del debitore o stato di irreperibilità documentata.
- Crediti di importo troppo basso per giustificarne l’escussione, ossia quando i costi legati alle procedure superano il possibile incasso.
- Impossibilità sopravvenuta di reperire nuovi beni rispetto a quelli già individuati all’inizio dell’azione esecutiva.
Oltre alla regola generale dei cinque anni, la normativa prevede la possibilità per AdER di comunicare anticipatamente la non esigibilità quando il quadro patrimoniale e giudiziario del debitore si manifesta chiaramente compromesso. Alcuni esempi di casi di discarico anticipato sono:
- Sentenza di fallimento già emessa.
- Accertata assenza o mancanza sopravvenuta di beni pignorabili.
- Documentato stato di indigenza o nullatenenza del soggetto debitore.
Da segnalare inoltre che il ritorno della cartella all’ente creditore tramite discarico non sempre significa la definitiva cancellazione del debito, ma consente all’ente stesso di valutare un’eventuale ulteriore azione di recupero o la definitiva eliminazione dal bilancio.
Criterio |
Descrizione |
Tempo trascorso |
Cartelle non riscosse dopo 5 anni dalla presa in carico |
Pianificazione patrimoniale |
Mancanza documentata di beni o patrimonio aggredibile |
Particolari condizioni |
Debitore deceduto, fallito o irreperibile |
Chi sono i beneficiari del discarico automatico e quali cartelle non dovranno più essere pagate
I beneficiari reali della cancellazione sono esclusivamente quei soggetti le cui situazioni patrimoniali o anagrafiche rendono di fatto impossibile ogni attività di recupero. Mai come in questo caso, la misura non offre margini di elusione o disparità tra contribuenti:
- Sono inclusi nel discarico i soggetti nullatenenti o totalmente incapaci di saldare il proprio debito.
- Rientrano inoltre i contribuenti deceduti, i falliti senza residuo attivo e quelli considerati ufficialmente irreperibili dagli organi di riscossione.
- Restano escluse tutte le cartelle riferite a soggetti che possiedono beni, stipendi, pensioni o altri cespiti su cui il Fisco può ancora intervenire con strumenti ordinari.
- I crediti considerati eccessivamente gravosi da recuperare, rispetto ai costi operativi necessari, sono anch’essi candidati all’annullamento automatico.
Iter e tempistiche del discarico automatico: come funziona il processo dal 1 gennaio 2026
Il discarico automatico delle cartelle esattoriali dal primo gennaio 2026 prevede i seguenti passaggi:
- L’Agenzia delle Entrate-Riscossione monitora ogni cartella affidata, calcolando il termine quinquennale.
- Trascorsi 5 anni senza che il debito sia stato riscosso, la cartella viene automaticamente restituita all’ente titolare via comunicazione telematica.
- Nelle ipotesi di accertata inesigibilità (fallimento, mancanza di beni, decesso, nullatenenza), la comunicazione di discarico può avvenire anche prima.
- L’ente destinatario, ricevuta la cartella discaricata, valuta se procedere ad ulteriori tentativi di escussione oppure se cancellare la posta dal proprio bilancio.
- Per posizioni antecedenti all’entrata in vigore del decreto normativo, è possibile richiedere la restituzione delle cartelle già dopo 24 mesi, secondo le modalità stabilite dalla normativa transitoria.