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Come funziona l'ISCRO per le partite iva e i professionisti

di Marianna Quatraro pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
come funziona iscro

Quali sono le norme in vigore per usufruire dell'Iscro e a chi spetta: i chiarimenti e le spiegazioni

Come funziona l'ISCRO per le partite iva e i professionisti? Tra le diverse misure approvate dal governo Meloni con la Manovra Finanziaria 2024 c'è anche la Iscro, che si pone tra gli aiuti e le agevolazioni per i lavoratori. Vediamo in particolare cosa prevede e per chi.

  • Come funziona la Iscro per le partite iva e i professionisti
  • A chi spetta la Iscro nel 2024 

     

Come funziona la Iscro per le partite iva e i professionisti

La Iscro, Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa, è una sorta di cassa integrazione per lavoratori autonomi, liberi professionisti e titolari di Partite Iva.

L’importo spettante è fissato nella misura del 25% dell'ultimo reddito comunicato all'Agenzia delle Entrate su base semestrale e in ogni caso non può essere inferiore ai 250 euro mensili e può arrivare ad un massimo di 800 euro al mese. 

Per usufruire della indennità bisogna presentare apposita domanda all’Inps, che eroga la misura solo previa approvazione da parte delle Entrate che ha il compito di verificare gli effettivi requisiti reddituale del richiedente il beneficio.

Una volta accettata la domanda, l'erogazione del beneficio decorre dal primo giorno successivo alla data di presentazione della domanda e ha una durata di sei mesi.

Il limite di reddito richiesto per accedere all'Iscro è di 8.972,04 euro all'anno.

A chi spetta la Iscro nel 2024 

La Iscro non spetta a tutti i liberi professionisti e lavoratori autonomi ma solo ed esclusivamente agli iscritti alla Gestione Separata dell’Inps, per cui ne sono esclusi i lavoratori autonomi iscritti alle casse previdenziali professionali private.

Per beneficiare della Iscro, i lavoratori autonomi, liberi professionisti con Partita Iva devono soddisfare specifici requisiti che sono: 

  • esercitare abitualmente il lavoro autonomo;
  • essere in regola con i versamenti dei contributi previdenziali;
  • essere titolari di Partita Iva da almeno quattro anni consecutivi;
  • non essere pensionati;
  • non essere assicurati presso altre forme di previdenza obbligatoria;
  • non percepire il reddito di cittadinanza;
  • avere un reddito di lavoro autonomo nell'anno precedente la presentazione della domanda inferiore al 50% della media dei redditi percepiti nei tre anni prima. 
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