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Come funziona rimborso a pič di lista per dipendenti. Calcolo e esempi

di Marianna Quatraro pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
Rimborso per dipendenti

Il rimborso a pič di lista č un meccanismo adottato da numerose aziende per rimborsare le spese dei dipendenti, sostenute durante lo svolgimento dell'attivitā lavorativa. Dinamiche e normativa

Il rimborso a piè di lista rappresenta una modalità di compensazione specifica per i dipendenti che sostengono delle spese durante l'attività lavorativa. Ma come funziona esattamente questo meccanismo e quali sono le sue implicazioni per i dipendenti e per le aziende?

Come funziona il rimborso a piè di lista?

Il rimborso a piè di lista è un metodo di rimborso delle spese in cui i dipendenti vengono rimborsati per spese documentate fino a un importo massimo prestabilito, solitamente in base a una lista di voci di spesa specifiche, che l'azienda riconosce come valide per il rimborso. Le voci di spesa possono includere:

  • pranzi di lavoro,
  • trasporti,
  • materiali di cancelleria,
  • e altre voci concordabili con l'azienda in base alle leggi in vigore.
A differenza dei rimborsi spese classici basati su ricevute e fatture specifiche, il rimborso a piè di lista si avvale di una lista predeterminata di spese ammissibili con importi già stabiliti. Questo approccio semplifica e velocizza il processo di rimborso, eliminando la necessità di conservare e presentare scontrini per ogni piccola spesa.

Il rimborso a piè di lista offre diversi vantaggi ai dipendenti. Innanzitutto, fornisce un metodo trasparente e prevedibile per il rimborso delle spese sostenute durante l'attività lavorativa. Inoltre, aiuta a evitare controversie o malintesi riguardo alle spese ammissibili, poiché l'azienda stabilisce chiaramente quali voci possono essere rimborsate e fino a che importo. Anche le aziende traggono vantaggio dall'implementazione del rimborso a piè di lista. Innanzitutto, questo sistema aiuta a controllare e gestire le spese dei dipendenti, limitando gli importi massimi per ciascuna voce di spesa e fornendo un maggiore controllo sulle finanze aziendali. 

Il rimborso a piè di lista, dunque, rappresenta una soluzione praticabile e spesso auspicabile per gestire le spese lavorative, offrendo vantaggi sia ai dipendenti sia all'azienda in termini di semplificazione amministrativa. Tuttavia, è fondamentale che sia gestito in linea con le politiche aziendali e che vi sia una chiara comunicazione tra le parti per evitare incomprensioni.

Come si calcola e un esempio concreto per capirlo meglio

Per calcolare il rimborso, è importante considerare:

  • La politica aziendale: ogni azienda può definire diversi importi e tipologie di spese ammissibili.
  • Le spese effettivamente sostenute: anche se vi è una lista predeterminata, il dipendente deve comunque avere sostenuto quelle spese.
  • Il periodo di riferimento: generalmente, il rimborso viene calcolato su base mensile o secondo periodi prestabiliti.
Supponiamo che un dipendente in trasferta debba sostenere spese per alloggio, pasti e trasporto. L'azienda, basandosi sulla politica interna, stabilisce:
  • Alloggio: 70€ a notte
  • Pasti: 25€ al giorno
  • Trasporto: 0,50€ al km per uso auto propria
Se il dipendente sostiene 3 notti di alloggio, consuma pasti per 3 giorni e percorre 100 km con l'auto, il rimborso sarà calcolato come segue:
  • Alloggio: 3 notti x 70€ = 210€
  • Pasti: 3 giorni x 25€ = 75€
  • Trasporto: 100 km x 0,50€ = 50€
Il totale rimborso ammonta dunque a 335€. Se il lavoratore sfora l'importo massimo previsto per una specifica voce, non riceverà un rimborso per la somma realmente spesa ma un rimborso per la cifra massima prevista.
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