La Cassazione si esprime sul rimborso spese irregolare chiesto dal dipendente, chiarendo quando può condurre al licenziamento. Analisi dei principi giurisprudenziali, rilievo normativo, conseguenze disciplinari e procedurali
L’analisi delle dinamiche relative al rimborso spese irregolare esige una comprensione approfondita delle recenti decisioni della Corte di Cassazione, soprattutto in materia di sanzioni disciplinari nei confronti del dipendente pubblico o privato. Nel contesto normativo italiano, tale tematica riveste particolare interesse perché coinvolge questioni di trasparenza, di rispetto delle procedure amministrative e di tenuta dei rapporti di lavoro. Il rapporto tra spese gonfiate o non idoneamente documentate e le conseguenze lavorative, prima fra tutte, il licenziamento, è oggetto di dibattito sia tra i professionisti del diritto del lavoro sia tra operatori economici.
La Corte di Cassazione ha assunto una posizione ormai consolidata in materia di rimborso spese irregolare richiesto dal lavoratore. Secondo l’interpretazione giurisprudenziale, la richiesta di un rimborso gonfiato o privo dei requisiti richiesti non determina automaticamente, in presenza di certe condizioni, l’irrogazione del licenziamento per giusta causa. Ciò avviene specialmente qualora sia riscontrabile l’assenza di dolo, la marginalità dell’entità delle somme indebitamente richieste, o la presenza di un errore che non assuma carattere sistematico né incida in modo significativo sul rapporto fiduciario tra datore di lavoro e dipendente.
Secondo l’orientamento delle Sezioni Lavoro della Corte di Cassazione, l’onere di dimostrare la regolarità della richiesta di rimborso spetta irrimediabilmente al dipendente, soprattutto qualora venga contestata la legittimità delle spese dichiarate. Ne deriva che la presentazione di documenti probanti, come scontrini, fatture e relazioni dettagliate, rappresenta un elemento imprescindibile.
La giurisprudenza ha chiarito che l’assenza di giustificativi o la presentazione di documentazione palesemente falsa o alterata costituisce una violazione significativa del vincolo fiduciario. Tuttavia, la stessa giurisprudenza invita all’analisi delle circostanze concrete:
La particolare attenzione alla prova e agli atti documentali protegge sia l’interesse dell’amministrazione o dell’azienda, sia i diritti di difesa del lavoratore, salvaguardando l’equilibrio procedurale riconosciuto dagli articoli del Codice Civile e dagli statuti dei lavoratori.
L'emergere di irregolarità nei rimborsi spese produce effetti sia nella gestione ordinaria dei rapporti di lavoro sia nell’attivazione di procedimenti disciplinari. Secondo la recente giurisprudenza, elementi determinanti sono:
Nelle procedure disciplinari diviene essenziale rispettare i tempi di contestazione previsti dalla normativa (Statuto dei Lavoratori), garantendo un contraddittorio leale. Questo bilanciamento mette al riparo sia il datore di lavoro, sia il lavoratore nei casi di rimborso spese irregolare, rafforzando la compliance organizzativa e la tutela dei diritti personali.