Quali sono casi e modalitŕ per raddoppiare i permessi previsti per l’assistenza di disabili con Legge 104 nel 2025: cosa prevedono norme in vigore e chiarimenti
La Legge 104 del 1992 rappresenta uno degli strumenti legislativi più importanti a tutela delle persone con disabilità e dei loro familiari. Tra i benefici previsti, i permessi retribuiti mensili costituiscono un supporto per chi deve conciliare attività lavorativa e assistenza. Molti lavoratori, tuttavia, non sono a conoscenza che in alcune specifiche situazioni è possibile raddoppiare questi permessi, passando dai consueti 3 giorni mensili a ben 6 giorni.
La normativa attuale prevede che i lavoratori dipendenti che assistono un familiare con disabilità grave possano usufruire di 3 giorni di permesso retribuito al mese. Questi permessi sono completamente retribuiti e coperti da contribuzione figurativa, preservando quindi sia il reddito immediato che i diritti pensionistici futuri.
Nel 2025, il quadro normativo resta sostanzialmente invariato per quanto riguarda la concessione dei permessi standard, con alcune precisazioni importanti:
Il raddoppio dei permessi della Legge 104, da 3 a 6 giorni mensili, è possibile in situazioni specifiche, regolate dalla normativa vigente. La possibilità di cumulo è prevista quando un lavoratore deve assistere più di una persona con disabilità grave. Tuttavia, questo beneficio è soggetto a precise condizioni:
Per poter beneficiare del raddoppio dei giorni di permesso, è necessario che si verifichino simultaneamente alcune condizioni fondamentali:
In primo luogo, l'assistenza deve essere esclusiva e continuativa per ciascuna persona con disabilità. Questo significa che il lavoratore deve dimostrare che la sua presenza è indispensabile per entrambi i familiari disabili e che non ci sono altre persone che possono sostituirlo in questo compito.
In secondo luogo, è necessario che l'assistenza alle due persone disabili avvenga in momenti diversi. Se infatti fosse possibile assistere contemporaneamente entrambe le persone, verrebbe meno il presupposto del raddoppio dei permessi, poiché il tempo necessario all'assistenza non sarebbe doppio.
Inoltre, la Cassazione, attraverso diverse sentenze emesse negli ultimi anni, ha chiarito che l'assistenza fornita durante i giorni di permesso non deve necessariamente coprire l'intera giornata, ma deve comunque mantenere un nesso causale tra l'assenza dal lavoro e l'attività di cura. È consentito al caregiver di dedicare parte del tempo anche al riposo personale o al disbrigo di incombenze necessarie, purché l'assistenza resti l'obiettivo principale dell'assenza dal lavoro.
Un caso particolare di raddoppio dei permessi riguarda il lavoratore disabile che assiste a sua volta un familiare con disabilità grave. In questa situazione, come chiarito dall'INPS con il messaggio del 30 dicembre 2011, è possibile cumulare i permessi, beneficiando quindi di 6 giorni mensili complessivi.
Per accedere a questo beneficio, è necessario che:
La procedura per richiedere il raddoppio dei permessi previsti dalla Legge 104 nel 2025 richiede alcuni passaggi specifici e la presentazione di documentazione adeguata. È importante seguire correttamente l'iter per evitare ritardi o respingimenti della domanda.
Innanzitutto, è necessario presentare una domanda separata all'INPS per ciascun familiare disabile che si intende assistere. Ogni domanda deve essere corredata da:
Nel corso degli ultimi anni, la giurisprudenza ha contribuito a chiarire diversi aspetti relativi all'utilizzo dei permessi della Legge 104, incluso il loro raddoppio. Le sentenze più recenti del 2024 e 2025 hanno ulteriormente definito i contorni di questo diritto.
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12679 del 9 maggio 2024, ha confermato che l'utilizzo dei permessi non richiede necessariamente la presenza fisica continuativa accanto al disabile. Sono considerate legittime anche attività collaterali che abbiano comunque una connessione con l'assistenza, come l'espletamento di pratiche amministrative o lo svolgimento di commissioni nell'interesse della persona assistita.
D'altro canto, la Cassazione ha anche ribadito, con la pronuncia 11999/2024, che l'utilizzo dei permessi per attività completamente estranee all'assistenza costituisce un abuso che può giustificare anche il licenziamento per giusta causa.
Queste pronunce giurisprudenziali hanno un impatto diretto anche sulle situazioni di raddoppio dei permessi, evidenziando come sia necessario mantenere un nesso causale tra l'assenza dal lavoro e l'attività di assistenza, pur con una certa flessibilità nella gestione del tempo.