La gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) p una delle sfide ambientali in Italia. Mentre le normative hanno reso più semplice e gratuito il conferimento di vecchi dispositivi elettronici sia per privati che per aziende, la consapevolezza dei cittadini e la loro partecipazione attiva restano ancora limitate.
Nonostante l'obbligo per i negozi di ricevere questi rifiuti senza costi aggiuntivi e anche senza l'acquisto di nuovi prodotti, i tassi di raccolta restano ben al di sotto degli obiettivi europei. Questo articolo approfondisce le regole vigenti, i dati più recenti e le criticità, offrendo una panoramica aggiornata della situazione e delle possibili soluzioni.
Cosa sono i rifiuti elettronici e perché è importante smaltirli correttamente
I RAEE includono qualsiasi apparecchiatura che per funzionare richiede energia elettrica o batterie: grandi elettrodomestici (frigoriferi, lavatrici), piccoli accessori domestici (frullatori, rasoi elettrici), dispositivi informatici (computer, tablet, smartphone), lampade LED, caricabatterie e persino orologi digitali.
La presenza di metalli pesanti e sostanze tossiche (come piombo, mercurio, cadmio) può causare gravi rischi di inquinamento al suolo e alle acque, specialmente se smaltiti nei rifiuti urbani.
I RAEE contengono materiali riutilizzabili: rame, alluminio, oro, terre rare, vetro e plastica possono essere recuperati, riducendo la necessità di estrarre nuove risorse naturali.
Un corretto conferimento impedisce la dispersione nell'ambiente di sostanze nocive e favorisce un modello di economia circolare.
Le statistiche dimostrano che solo una piccola parte dei rifiuti elettronici generati ogni anno viene riciclata davvero. Nel 2022, ad esempio, il 22,3% dell'e-waste mondiale è stato recuperato in modo adeguato. Nel resto dei casi, materiali preziosi e contaminanti finiscono spesso nei cassonetti in modo improprio, causando sprechi e inquinamento.
Obblighi di legge: il ritiro gratuito dei RAEE nei negozi
In Italia, la legislazione è chiara: tutti i negozi di elettronica, inclusi i punti vendita della grande distribuzione e i rivenditori online, sono tenuti a ritirare gratuitamente determinati tipi di rifiuti elettronici consegnati dai cittadini. Questa disposizione è frutto di una serie di provvedimenti normativi:
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Il Decreto Legislativo 49/2014, che recepisce la Direttiva Europea 2012/19/UE, stabilisce che i distributori devono assicurare il corretto trattamento dei RAEE.
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Il cosiddetto "uno contro uno" (Decreto Ministeriale 65/2010): chi acquista un nuovo apparecchio può consegnare gratuitamente il vecchio di tipo equivalente al negoziante.
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La modalità uno contro zero impone ai negozi di superficie uguale o superiore a 400 mq di accettare gratuitamente piccoli RAEE (fino a 25 cm), anche senza obbligo di acquisto.
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Dall'ottobre 2025 la Legge 147/2025 prevede anche il ritiro gratuito a domicilio per i cittadini che lo richiedono, potenziando la logistica dei distributori.
L'Eco-contributo RAEE è un altro elemento centrale: il costo per la gestione dei rifiuti elettronici è spesso già incluso nel prezzo dei dispositivi, garantendo trasparenza e copertura dei costi di ritiro, trasporto e trattamento. Il sistema coinvolge:
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Punti vendita fisici ed elettronici
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Centri di raccolta comunali
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Consorzi e aziende autorizzate per la gestione, registrati presso il Centro di Coordinamento RAEE
Queste regole mirano a
rendere il riciclo più accessibile e a prevenire la dispersione incontrollata di dispositivi elettronici. Tuttavia, l'adesione pratica resta ancora distante da obiettivi ottimali.
I dati più aggiornati mettono in luce che solo il 12% dei consumatori sfrutta questa possibilità, lasciando la maggior parte degli apparecchi dismessi inutilizzati in casa, nei cassetti o nelle cantine.
Le motivazioni di questa scarsa partecipazione risiedono soprattutto in:
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Disinformazione sui servizi disponibili, sulle modalità di conferimento e sulla destinazione dei rifiuti elettronici
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Abitudini consolidate, che spingono molte persone a rimandare o a conservare dispositivi non più funzionanti "perché non si sa mai"
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Difficoltà logistiche, specialmente nei piccoli centri o per chi ha difficoltà nel trasporto di apparecchi voluminosi
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Diffidenza verso il corretto trattamento dei dati, in particolare quando si tratta di computer, smartphone e tablet
Secondo diverse indagini nazionali,
un quinto degli italiani non è consapevole dei rischi ambientali connessi a uno smaltimento improprio, mentre quasi due terzi dichiarano di avere vecchi apparecchi elettronici ancora in casa. Questi comportamenti contribuiscono direttamente alla dispersione dei RAEE e al mancato raggiungimento delle soglie di raccolta richieste dall'Unione Europea.
Procedure corrette per smaltire vecchi dispositivi e accessori elettronici
Per un corretto smaltimento degli apparecchi elettronici, vanno seguite alcune procedure precise che garantiscono sicurezza, rispetto dell'ambiente e conformità normativa:
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Identificare i dispositivi: tutto ciò che funziona o funzionava con corrente elettrica, batterie o cavi va considerato RAEE. Si va dai grandi elettrodomestici ai piccoli accessori, compresi cavi, lampade a LED, caricabatterie, telecomandi e batterie.
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Separare componenti e batterie: rimuovere le pile o le batterie interne, che vanno conferite nei contenitori appositi situati nei negozi o presso i centri comunali.
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Cancellare in modo sicuro i dati sensibili: smartphone, PC e tablet devono essere ripuliti dalle informazioni personali, anche usando software di cancellazione sicura.
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Conferire nel modo giusto:
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Nei negozi: è possibile portare gratuitamente piccoli dispositivi nei punti vendita con superficie superiore a 400 mq anche senza acquisto.
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In caso di acquisto del nuovo: consegnare il vecchio al negozio (uno contro uno), che lo prenderà in carico secondo modalità semplificate.
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Nei centri di raccolta comunali/isole ecologiche: accettano praticamente ogni tipo di RAEE, di qualsiasi dimensione.
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Servizio domiciliare (dove disponibile): prenotando presso i gestori locali, si può richiedere il ritiro a casa per apparecchi voluminosi.
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Mai nei rifiuti urbani: è vietato gettare dispositivi elettronici nei cassonetti generici: il conferimento scorretto è soggetto a sanzioni amministrative.
Disperdere i RAEE nei rifiuti indifferenziati o abbandonarli nei cassonetti comporta conseguenze ambientali ed economiche rilevanti:
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Rischio di contaminazione delle acque e dei suoli per via di sostanze nocive come mercurio, piombo e cadmio, con impatti su salute pubblica e biodiversità.
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Perdita di risorse preziose: ogni anno vengono sprecati, solo in Italia, milioni di euro di metalli ed elementi recuperabili, che una volta dispersi non sono più utilizzabili.
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Aumento delle emissioni: nuovi materiali devono essere estratti e lavorati, generando ulteriore inquinamento e consumi energetici rispetto al riciclo.
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Secondo i dati ISPRA e vari consorzi di settore, oltre 400mila tonnellate di RAEE sfuggono ogni anno ai canali ufficiali, causando una doppia perdita: ambientale ed economica.
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Conseguenze sanzionatorie per operatori e cittadini che non rispettano la normativa; la legge prevede multe specifiche fino a centinaia di euro per lo smaltimento improprio.
L'accumulo e il mancato riciclo dei dispositivi elettronici rappresentano uno spreco di materiali che, diversamente, potrebbero essere reimmessi nel ciclo produttivo e contribuire allo sviluppo dell'economia circolare nazionale.
Cosa succede ai RAEE dopo la raccolta: la filiera italiana e le criticità
Dopo il conferimento nei punti autorizzati, i rifiuti elettronici seguono una filiera regolata e tracciata:
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Raccolta e trasporto verso impianti specializzati
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Smontaggio e separazione dei materiali: parti in plastica, metalli, vetro, componenti pericolosi
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Recupero e riciclaggio delle materie prime; ciò che non è recuperabile viene inviato a smaltimento controllato.
Tuttavia, emergono
criticità nel sistema italiano:
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Meno del 30% dei RAEE generati viene raccolto correttamente (contro il 65% richiesto da Bruxelles)
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Solo una piccola parte degli impianti risulta pienamente accreditata
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Una fetta consistente dei RAEE sfugge ai circuiti ufficiali, finendo in canali irregolari o dispersi nell'ambiente
Il monitoraggio del Centro di Coordinamento RAEE è cresciuto, ma restano zone d'ombra e ritardi, soprattutto nelle regioni con meno infrastrutture. Questo limita i vantaggi ambientali ed economici cui l'Italia potrebbe ambire, nonostante le recenti innovazioni normative e la crescita della sensibilità pubblica.
Soluzioni per aumentare la raccolta e buone pratiche da adottare
Migliorare la raccolta dei RAEE richiede uno sforzo condiviso tra istituzioni, negozianti e consumatori. Alcune strategie e buone pratiche già adottate in Italia e in Europa sono:
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Campagne informative capillari, rivolte in particolare ai giovani e alle fasce meno sensibili al tema ambientale
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Incentivi economici locali, sconti in bolletta o premi per chi conferisce regolarmente rifiuti elettronici nei centri autorizzati
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Servizi di ritiro sempre più accessibili, inclusi orari ampliati e modalità a domicilio per facilitare chi non può trasportare i dispositivi
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Recupero e riutilizzo attraverso donazioni e mercatini dell'usato: dispositivi ancora funzionanti possono essere dati a enti benefici, scuole, associazioni
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Negozi e imprese che si distinguono per trasparenza, assistenza post-vendita e semplicità nella gestione dei RAEE
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Utilizzo di app e servizi digitali per trovare rapidamente dove conferire i dispositivi inutilizzati
Le best practice a livello europeo dimostrano che l'informazione, la premialità e la semplificazione dei processi sono gli strumenti più incisivi per aumentare i tassi di raccolta e migliorare sensibilmente l'impatto ambientale del settore elettronico.