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Come stanno le famiglie italiane sia economicamente che psicologicamente secondo rapporto Centro Internazionale Studi Famiglia 202

di Marianna Quatraro pubblicato il
Rpporto Cisf con Eumetra 2025

Il rapporto Cisf-Eumetra 2025 analizza lo stato delle famiglie italiane tra fragilitŕ economiche, incertezze morali, nuove sfide educative e cambiamenti sociali.

La situazione attuale dei nuclei italiani viene raccontata con particolare accuratezza dal rapporto annuale del Centro Internazionale Studi Famiglia, realizzato in collaborazione con Eumetra. Il rapporto del 2025 restituisce un quadro di profonda vulnerabilità sociale ed economica, evidenziando come la salute dei legami e il grado di coesione siano oggi più che mai messi alla prova. Crescono sentimenti d'ansia, una diffusa sensazione di fatica e stress, mentre la gestione delle spese domestiche e la qualità della vita sono sempre più influenzate da nuove rinunce e cambiamenti nel vivere quotidiano.

Le famiglie, pur rappresentando ancora un fondamentale punto di stabilità e sicurezza, mostrano segni di logoramento dovuti a rinunce economiche, solitudine e un crescente bisogno di supporto sia psicologico che sociale. Questa fotografia prende in esame non solo la dimensione materiale, ma anche il benessere morale e la capacità di reazione dei nuclei italiani di fronte alle difficoltà contemporanee.

La nascita della generazione sandwich tra cura familiare e difficoltà

Il Cisf-Eumetra Report individua un fenomeno emergente, definito come "generazione sandwich": una porzione di popolazione adulta che si trova compressa tra il sostegno ai figli e quello ai propri genitori anziani non autosufficienti. Questo equilibrio, sempre più precario, segna una svolta nel modello assistenziale all'interno delle famiglie italiane. Secondo i dati dell'indagine, il 42,6% dei nuclei con figli si occupa anche della cura di parenti anziani, un compito che il 53% di questi definiti caregiver sente come molto più gravoso rispetto alle normali responsabilità genitoriali.

Le radici di tale dinamica vanno ricercate nei profondi mutamenti demografici: l'innalzamento dell'età media della popolazione, la diminuzione dei nonni "giovani" e autosufficienti, e la tendenza a posticipare la formazione di nuove famiglie contribuiscono a concentrare i compiti di cura sulle generazioni intermedie. Le donne tra i 40 e i 60 anni risultano spesso le più coinvolte in questo “doppio fronte”, vivendo sensazioni di affaticamento, stress e mancanza di tempo per sé. Il sistema familiare si trasforma così in un vero ammortizzatore, dove le risorse materiali ed emotive vengono messe a dura prova.

All'aumentare delle responsabilità corrisponde un incremento della pressione psicologica: non si tratta solo di un aggravio economico, ma di una costante tensione emotiva e organizzativa. La generazione sandwich esprime una nuova fatica nascosta, che impatta sia sulla salute personale che sulle dinamiche relazionali della famiglia, segnando uno spartiacque rispetto al passato e ridefinendo i bisogni di sostegno strutturale e solidarietà sociale.

Le economie della rinuncia: il contesto economico delle famiglie

Nell'ultimo anno, la realtà economica delle famiglie si è espressa in una serie di rinunce quotidiane percepibili in diversi ambiti della vita. Le evidenze raccolte descrivono un contesto in cui la maggioranza dei nuclei si posiziona in una fascia intermedia di reddito, ma il margine di sicurezza è sempre più ridotto. A preoccupare è la crescita di comportamenti difensivi e risparmi forzati:

  • Il 32,5% delle famiglie ha tagliato le spese per benessere personale e tempo libero.
  • Il 32,4% ha dovuto rinunciare a investimenti per la casa.
  • Il 18,5% ha sacrificato addirittura le spese sanitarie.
Come riportato nelle fonti, queste economie della rinuncia non sono più episodi circoscritti, ma diventano un vero tema collettivo che tocca milioni di cittadini. Accanto alla riduzione delle possibilità di vita sociale e ricreativa, cresce la difficoltà nel sostenere le spese essenziali, portando molti a dover scegliere tra salute, istruzione o bisogni abitativi. Tali dati si inseriscono in un quadro in cui oltre 6 milioni di persone vivono in condizioni di povertà assoluta e il divario tra Nord e Sud del Paese rimane marcato.

Questa erosione del potere d'acquisto e dei margini di autonomia personale impatta su aspetti fondamentali della qualità della vita. Non riguarda solamente il conto corrente, ma l'accesso ai diritti base e alla dignità individuale, facendo emergere il bisogno di una nuova stagione di politiche sociali capaci di rispondere a questa fragilità diffusa. In questo scenario, la famiglia italiana continua a fungere da cuscinetto sociale, ma lo fa attivando strategie di resistenza che rischiano di accentuare solitudini e isolamento nei momenti di maggiore difficoltà.

Benessere morale e salute psicologica: ansia, solitudine e resilienza

L'indagine mette in luce una crescita significativa di disagio psicologico, ansia e sensazioni di precarietà emotiva. Nel corso del 2024, il 60% della popolazione italiana ha dichiarato di aver sofferto di stress o ansia, con quasi un quarto che affronta questo stato "spesso" e oltre un terzo "di tanto in tanto". Tra le cause principali, emergono:

  • Problemi di salute personali o familiari (45%)
  • Difficoltà economiche (34,7%)
  • Preoccupazioni legate al lavoro (32,2%)
  • Gestione del tempo e carichi multipli
  • Solitudine, che coinvolge il 22% degli intervistati
Le risposte raccolte mettono in crisi il tradizionale mito della resilienza familiare: la capacità di resistere alle crisi non può più essere considerata una risorsa automatica. La domanda di sostegno psicologico è aumentata: quattro persone su dieci hanno cercato o desiderato un supporto professionale, e chi si è rivolto a specialisti lo ha fatto soprattutto per ansia (47%), depressione (39%) e stress (37%).

La situazione di solitudine, anche in presenza di parenti, acuisce la fatica psicologica, e il benessere morale si trova minacciato dalla costante necessità di adattamento. Soprattutto gli anziani faticano più dei giovani a chiedere aiuto, mentre tra i più giovani vi è una maggiore consapevolezza della salute psichica. Il fragile domani non è dunque una questione individuale, ma riflette la coesione collettiva: solo attraverso un welfare di sostegno e servizi di prossimità sarà possibile invertire questa tendenza, valorizzando la salute mentale come elemento centrale nella qualità della vita.

Giovani e vulnerabilità: precarietà, solitudine e ritardi nei progetti di vita

Il quadro tracciato dal Centro Internazionale Studi Famiglia sottolinea come i giovani adulti rappresentino oggi una delle fasce più vulnerabili della popolazione. Il 74,1% dei ragazzi tra i 18 e i 35 anni che vivono ancora con i genitori appartiene a fasce socioeconomiche medio-basse. Questo dato segnala la difficoltà ad accedere a una piena autonomia, spesso per mancanza di lavoro stabile, precarietà contrattuale e impossibilità di reperire soluzioni abitative indipendenti.

Per chi riesce invece a costruirsi una propria indipendenza, il senso di solitudine emerge come problema strutturale: il vivere da soli, mangiare senza compagnia e la scarsità di reti sociali provocano un'apprezzabile incidenza di malessere psicologico e vulnerabilità emotiva. Per i giovani italiani, i progetti di vita tendono a essere rimandati o affrontati in età più avanzata rispetto al passato, proprio a causa delle incertezze economiche e della mancanza di sostegni stabili.

Questi elementi, uniti al dilagare di una "solitudine strutturale", sottolineano la necessità di strumenti politici e sociali nuovi per accompagnare le nuove generazioni nella transizione verso l'età adulta. È sempre più evidente che l'investimento nelle politiche abitative, nel sostegno al lavoro giovanile e nella creazione di reti sociali e comunitarie siano punti chiave per contrastare la spirale di fragilità e isolamento.

La trasformazione del modello familiare: figli unici, animali domestici e il bisogno di legami

Nella società italiana si osserva una progressiva trasformazione della composizione dei nuclei familiari. Crescono le famiglie con figlio unico, che rappresentano oggi circa il 59% del totale, mentre si riducono quelle numerose. Tale trend si affianca all'aumento della presenza di animali domestici, che raggiunge quasi il 60% delle case, con picchi del 71% tra le coppie con prole e 75% nei nuclei monogenitoriali.

Questa evoluzione riflette un bisogno di legame e appartenenza che, laddove non può manifestarsi attraverso relazioni umane allargate, trova nuove forme di espressione nell'accoglienza di animali d'affezione. Il fenomeno del "dog parenting" - in cui cani e gatti vengono percepiti veri membri del nucleo - si diffonde soprattutto tra chi vive solo o con figli unici, offrendo compagnia e stabilendo legami affettivi ritenuti meno conflittuali rispetto ai rapporti umani.

Questa nuova dimensione affettiva indica una domanda profonda di relazioni stabili, che va letta come una delle risposte più significative alla crescente individualizzazione e alla necessità di sicurezza emotiva nell'Italia contemporanea.

Famiglie, tecnologia e intelligenza artificiale: tra nuove abitudini e conflitti generazionali

Il quadro descritto dal report evidenzia una diffusione capillare delle tecnologie digitali all'interno delle famiglie. Circa il 58% delle famiglie con figli minori fa un uso quotidiano di strumenti legati all'intelligenza artificiale sia in ambito informativo che formativo. La tecnologia, tuttavia, non è priva di criticità nei rapporti familiari:

  • Il 55,4% delle famiglie segnala conflitti legati all'uso dello smartphone tra genitori e figli.
  • Nel 30% dei casi, la tensione coinvolge anche la coppia genitoriale.
L'attitudine educativa verso la tecnologia si distribuisce tra genitori "domatori", "accompagnatori", "liberi battitori" e "disarmati", a dimostrazione della pluralità di risposte possibili di fronte al nuovo scenario digitale. Le paure legate agli strumenti digitali sono superate solo dalla gestione del denaro, segno che la ridefinizione dei confini generazionali passa anche dalla gestione dei device.
L'intelligenza artificiale entra così nelle abitudini, offrendo opportunità ma anche nuove fonti di conflitto e ridefinizione dei ruoli genitoriali. La capacità di affrontare queste sfide educative rappresenta una delle questioni più attuali per il futuro del nucleo familiare.