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Come va l'economia in Emilia Romagna? I dati e statistiche di imprese, dipendenti tra settori in crescita e crisi

di Marcello Tansini pubblicato il
Dati e statistiche di imprese

L'Emilia-Romagna si distingue per il suo dinamismo economico, tra settori produttivi in espansione e altri in difficoltŕ. PIL, imprese, commercio estero, occupazione, redditi e innovazione regionale.

L'Emilia-Romagna si conferma nel 2024-2025 tra i territori trainanti del panorama economico nazionale, anche in una fase caratterizzata da elevata incertezza e dinamiche globali complesse. Gli indicatori aggiornati segnalano un rallentamento della crescita, influenzato dalle tensioni geopolitiche e dalla contrazione degli scambi internazionali. Mentre alcuni settori mostrano resilienza e capacità di adattamento, altri risultano penalizzati da criticità strutturali e congiunturali.

Sul piano locale, la regione mantiene un ruolo centrale nel contesto italiano grazie alla diversificazione produttiva, al tessuto imprenditoriale articolato e a una solida base manifatturiera. Nonostante sfide quali l'impatto degli eventi climatici e la ridotta domanda, l'Emilia-Romagna continua a puntare su innovazione, infrastrutture e capitale umano per sostenere l'andamento dell'economia regionale.

Andamento del PIL regionale 2024-2025 e confronto con il panorama nazionale

Secondo la Cgil in questo momento risultano attivi circa 50 tavoli che riguardano imprese operanti in tutte le province della regione e in quasi tutti i settori produttivi per un totale di circa 10.000 lavoratrici e lavoratori.

L'analisi dei dati 2024-2025 evidenzia che il Prodotto Interno Lordo dell'Emilia-Romagna nel 2024 ha registrato un incremento stimato attorno allo 0,9%. Questo valore si pone in linea con la tendenza nazionale, pur distinguendosi nei confronti di molte altre regioni per la maggiore stabilità e la capacità di mantenere livelli di crescita leggermente superiori alla media italiana.

Sul biennio 2024-2025, l'incremento complessivo è previsto all'1,8%, ponendo la regione tra le prime per performance a livello nazionale. La crescita del PIL, tuttavia, è risultata meno brillante rispetto alla media degli ultimi vent'anni, un effetto dovuto principalmente all'attenuarsi della domanda globale e alla riduzione della spinta proveniente dal commercio internazionale.

Il confronto territoriale mostra come, nonostante la debolezza manifestata in alcuni settori produttivi, l'Emilia-Romagna si mantenga in una posizione di avanguardia rispetto alle principali regioni del Nord, come Lombardia e Veneto, e superiore alla media del Paese. Inoltre, la regione si distingue per il valore aggiunto procapite, continuando a rappresentare un modello di riferimento tra le economie avanzate italiane.

Il quadro congiunturale, tuttavia, resta esposto a rischi legati a nuove restrizioni commerciali e alle incertezze del contesto internazionale. Le previsioni per il prossimo biennio suggeriscono una fase di ulteriore rallentamento, con tassi di crescita poco distanti dall'1%, ma sempre superiori al dato nazionale.

Dinamiche settoriali: tra agricoltura, industria, costruzioni e servizi

L'analisi dei settori rivela differenze marcate nell'andamento degli ultimi mesi. Il comparto agricolo, dopo una fase di forte contrazione nel 2023 anche a causa degli eventi alluvionali, ha ottenuto segnali di recupero, pur restando vulnerabile alle condizioni climatiche avverse.

Il settore industriale ha risentito di una domanda globale più debole, con una flessione nella produzione che ha interessato in modo particolare le filiere della meccanica e della motoristica. La contrazione si è estesa anche ai comparti tradizionalmente più robusti, attenuata solamente da locali segnali di tenuta nel ramo alimentare.

Nelle costruzioni la dinamica è stata sostenuta dagli incentivi fiscali e dagli investimenti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sebbene si sia rilevata una progressiva attenuazione della spinta espansiva, soprattutto per le imprese più piccole. Nel complesso, comunque, il settore ha mantenuto un impatto stabile sull'occupazione.

Il terziario presenta le performance migliori: la crescita ha riguardato particolarmente i servizi legati al turismo, mentre gli altri comparti hanno evidenziato una moderazione della dinamica, beneficiando però di una domanda interna più solida rispetto a quella estera.

Demografia delle imprese: aperture, chiusure e forme giuridiche

I dati aggiornati al 2025 evidenziano una dinamica imprenditoriale moderata, con un saldo negativo tra nuove aperture (8.324 nei primi tre mesi) e cessazioni (8.965). Il tasso di natalità imprenditoriale, pari all'1,05% nel terzo trimestre, è tra i più bassi dell'ultimo decennio. Tuttavia, il calo delle chiusure ha portato a una riduzione della perdita netta di aziende rispetto agli anni precedenti.

Nel dettaglio, il settore agricolo continua a registrare un saldo negativo, seppur meno accentuato. L'industria mostra una lieve contrazione, con un rallentamento meno marcato rispetto al passato, mentre le costruzioni si mantengono quasi stabili.

La demografia delle imprese evidenzia alcune tendenze nelle forme giuridiche:

  • Crescita delle società di capitale (+0,6%)
  • Diminuzione delle società di persone (-0,8%)
  • Contrazione delle ditte individuali (-0,3%) e delle altre forme (-0,8%)
I dati confermano la tendenza a privilegiare modelli più strutturati e organizzati, con effetti positivi sulla tenuta complessiva del tessuto produttivo locale.

Commercio estero: export, import e settori trainanti

L'Emilia-Romagna mantiene un ruolo di assoluto rilievo nel panorama commerciale italiano, seppur all'interno di uno scenario di temporaneo arretramento: nel 2024 le esportazioni sono calate del 2%, attestandosi a 83,6 miliardi di euro, pur rappresentando il 13,4% del totale nazionale.

L'andamento delle esportazioni ha mostrato forti differenze settoriali:

  • Crescita significativa per agricoltura (+9,8%), alimentare (+7,2%) e mezzi di trasporto (+4,7%)
  • Contrazione marcata nei macchinari e apparecchiature (-7,3%)
Nonostante la flessione nei macchinari, questi rimangono la principale voce dell'export regionale.
Sul piano geografico, il 63,7% delle esportazioni ha come destinazione l'Europa, con performance positive in Spagna e Grecia. Gli Stati Uniti si confermano primo mercato extraeuropeo (+0,5%), mentre le vendite verso l'Asia e il Medio Oriente hanno segnato incrementi, con spiccate performance negli Emirati Arabi Uniti.

Per quanto riguarda l'import, i dati mostrano una lieve contrazione, ma la regione conserva una bilancia commerciale largamente positiva, sostenuta dalla diversificazione dei mercati e dalla elevata competitività delle imprese locali.

Mercato del lavoro: occupazione, disoccupazione e competenze

Il mercato del lavoro regionale ha consolidato i livelli occupazionali raggiunti negli ultimi anni. Nel 2024, l'occupazione ha segnato un aumento dell'1,1%, accompagnato da un tasso di disoccupazione sceso sotto il 4%, tra i più bassi a livello nazionale.

L'incremento degli occupati è stato trainato prevalentemente dalla componente maschile, mentre il tasso di inattività si attesta su valori contenuti grazie all'incremento della partecipazione nelle fasce d'età più anziane.

Tuttavia, alcune criticità hanno riguardato il settore industriale, che ha registrato una contrazione degli addetti. La crescita dei contratti a tempo indeterminato è un segnale di maggiore stabilità, in un contesto di sistemi produttivi orientati all'innovazione.

Lo sviluppo delle competenze richieste dal mercato è supportato anche dalle strategie regionali e dalle iniziative finalizzate alla formazione di profili ad alta qualificazione, elementi strategici rispetto alla domanda di lavoro generata dai processi di digitalizzazione, intelligenza artificiale e specializzazione settoriale.

Redditi delle famiglie e consumi: trend e fattori di influenza

I dati sulle dichiarazioni reddituali restituiscono l'immagine di una regione che, pur in presenza di incertezze, ha visto un incremento del reddito reale delle famiglie grazie al calo dell'inflazione e al sostegno proveniente dal mercato del lavoro. Gli effetti della minore inflazione sono stati particolarmente evidenti nelle componenti abitative, nelle utenze e nei prodotti alimentari.

Il credito al consumo si conferma su valori in crescita, mentre i mutui beneficiano della graduale riduzione dei tassi di interesse, rilanciando le transazioni immobiliari. Nonostante la ripresa del potere d'acquisto, la propensione alla spesa rimane contenuta: prevalgono l'accumulo di risparmi e una maggiore selettività nei consumi, riflessi della persistenza di un clima di incertezza economica e sociale.

L'indebitamento delle famiglie si conferma stabile, mentre la qualità del credito si mantiene su valori storicamente bassi per rischiosità.

Innovazione e investimenti per la crescita sostenibile regionale

Lo sviluppo e l'adozione di tecnologie all'avanguardia rappresentano un asset strategico per l'Emilia-Romagna. Secondo le più recenti valutazioni, la regione è tra le aree leader in Italia per capacità innovativa, sia per digitalizzazione delle imprese che per l'elevata qualità della formazione e della ricerca universitaria.

La cooperazione tra centri di ricerca, istituzioni e tessuto produttivo si traduce nella nascita di start-up ad alto contenuto tecnologico e nella rapida diffusione dei risultati della ricerca applicata alle filiere regionali. Le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, collegate a progetti di opere pubbliche e digitalizzazione, contribuiscono a sostenere un ambiente competitivo e resiliente, orientato alla crescita sostenibile.

L'Emilia-Romagna continua inoltre a investire nei settori strategici emergenti (intelligenza artificiale, biotecnologie, blue e green economy), ponendo attenzione al rafforzamento delle competenze delle PMI e al miglioramento dell'attrattività territoriale, fattori ritenuti prioritari per sostenere una crescita di qualità.