La Tassa etica è un’addizionale alle imposte sui redditi volta a colpire specifiche attività economiche considerate di particolare impatto etico e sociale: quanto e quando si deve pagare
Il sistema fiscale italiano comprende numerose imposte, alcune delle quali particolarmente settoriali o poco note al grande pubblico, ma dall’impatto significativo per coloro che vi rientrano. La cosiddetta tassa etica è un’imposta introdotta con il chiaro obiettivo di incidere fiscalmente sulle attività considerate socialmente «non etiche».
Le sue finalità vanno oltre la funzione fiscale pura, puntando a influenzare il contesto sociale e produttivo colpendo i redditi derivanti da settori come la produzione e distribuzione di materiale pornografico e le attività che stimolano la credulità popolare. La logica sottostante questa addizionale risiede in un intento dichiaratamente morale, che crea dibattito sull’opportunità di distinguere tra attività legali in base alla loro presunta accettabilità sociale.
Il tributo noto come "etico" rappresenta un’addizionale Irpef e Ires, destinata esclusivamente ai redditi prodotti attraverso specifiche attività. Si applica a chi, in modo individuale o societario, opera nella produzione, distribuzione o vendita di contenuti esplicitamente pornografici o violenti, così come a chi promuove servizi legati all’occultismo, astrologia, cartomanzia e simili.
Nel caso delle partite IVA forfettarie, la disciplina della tassa etica interessa direttamente anche chi gestisce attività rientranti nei codici ATECO collegati ai settori sopra elencati: anche se tali soggetti beneficiano della semplificazione del regime fiscale forfettario, nel caso in cui producano redditi da queste specifiche aree, restano comunque soggetti all’addizionale etica.
Di conseguenza, oltre a versare l’imposta sostitutiva prevista dal forfettario, il contribuente deve calcolare e pagare il tributo aggiuntivo. L’estensione della tassa, inoltre, coinvolge non solo operatori tradizionali ma anche creatori digitali di contenuti per adulti su piattaforme online.
La tassa si fonda su una logica che non distingue fra grandi realtà imprenditoriali e piccoli operatori o liberi professionisti. Persone che generano compensi anche modesti tramite la monetizzazione di prodotti digitali o servizi ritenuti “non etici” dal legislatore sono quindi assoggettate integralmente al prelievo, indipendentemente dall’adesione al regime forfettario. L’obiettivo dichiarato è quello di incidere fiscalmente su attività giudicate contrarie all’etica pubblica.
I soggetti obbligati a versare la tassa etica sono individuati dall’Agenzia delle Entrate e dalla normativa collegata. Tra gli obbligati al tributo rientrano le seguenti categorie:
Sono, invece, esclusi dal pagamento della tassa:
La determinazione dell’importo dovuto si caratterizza per un meccanismo diretto: l’addizionale ammonta al 25% del reddito netto prodotto dalle attività individuate dalla normativa.
| Step di calcolo: | |
| 1. Somma dei compensi | Totale dei ricavi legati alla produzione, distribuzione o rappresentazione di contenuti rientranti nell’ambito della tassa etica |
| 2. Sottrazione dei costi sostenuti | Detrazione dei costi specifici per la realizzazione e commercializzazione del materiale/servizio |
| 3. Applicazione aliquota del 25% | Sul reddito netto generato si versa la tassa etica aggiuntiva alle usuali imposte (imposta sostitutiva per forfettari, Irpef o Ires per altri regimi) |
Il calcolo è quindi cumulativo rispetto alle altre tassazioni: chi opera in regime forfettario, ad esempio, sarà tenuto sia al pagamento dell’imposta sostitutiva che della tassa etica, con effetti rilevanti sul carico tributario complessivo. In assenza di costi documentabili, la base di calcolo resta il totale dei compensi, rendendo il tributo spesso più gravoso per i piccoli operatori e per chi lavora in ambiti digitali dove i costi sostenuti risultano meno rilevanti.
Il versamento della tassa etica segue il calendario delle scadenze previste per le imposte sui redditi, garantendo uniformità procedurale per i contribuenti, anche in regime forfettario. Gli appuntamenti principali sono i seguenti: