L’evoluzione degli abbonamenti online ai giornali italiani nel 2025, con un focus sui dati RCS, analizzando i trend digitali, l’impatto di IA e tecnologia, le dinamiche del traffico, i modelli di ricavo e le prospettive dell’editoria nazionale.
Negli ultimi anni, il panorama dell’informazione italiana ha vissuto una progressiva digitalizzazione, con una significativa evoluzione delle modalità di fruizione dei contenuti giornalistici. In questo contesto, la sottoscrizione di abbonamenti digitali ai quotidiani rappresenta oggi una delle principali direttrici di trasformazione per gli editori, accanto alle tradizionali entrate da pubblicità e alla vendita cartacea.
Sul versante economico, il valore generato dagli abbonamenti digitali si riflette non solo sulla stabilità finanziaria degli editori, ma anche sulla sostenibilità del giornalismo indipendente e di qualità. Secondo i dati più recenti, la spesa complessiva degli italiani per contenuti digitali è cresciuta del 5%, raggiungendo i 3,7 miliardi di euro, di cui una parte crescente è riconducibile proprio ai servizi di informazione digitale.
Nel corso del 2025 il gruppo RCS si conferma tra i principali attori italiani nella trasformazione digitale del giornalismo, facendo registrare dati significativi sia in termini di ricavi digitali sia di base abbonati. Gli utenti digitali dei principali brand editoriali del gruppo hanno raggiunto quota 1,2 milioni di abbonati, distribuiti tra Corriere della Sera (701mila), Gazzetta dello Sport (262mila) e le testate spagnole El Mundo (170mila) ed Expansión (120mila). La crescita di questa base è in parte attribuibile a strategie di integrazione dell’offerta tra carta e digitale e a campagne mirate sui nuovi segmenti di pubblico.
Il peso del digitale sui ricavi totali ha raggiunto il 26,1%, mentre i ricavi provenienti dalla pubblicità online si sono attestati a circa 170,8 milioni di euro nei primi nove mesi dell’anno. Quanto al portafoglio clienti digitali, la diversificazione dell’offerta editoriale, l’introduzione di nuove formule di abbonamento e la rilevante presenza sulla scena internazionale hanno rafforzato l’attrattività del gruppo.
| Testata | Abbonati digitali | Ricavi digitali 9 mesi 2025 |
| Corriere della Sera | 701.000 | N/D |
| Gazzetta dello Sport | 262.000 | N/D |
| El Mundo | 170.000 | N/D |
| Expansión | 120.000 | N/D |
| TOTALE RCS | 1.200.000 | Circa 151 mln (€ pubblicità online 170,8 mln) |
A questi risultati si accompagna una presenza digitale in costante espansione, come dimostrato dai 31 milioni di utenti unici mensili registrati in Italia.
L’evoluzione dei ricavi nel settore editoriale digitale mostra come le due principali fonti – abbonamenti e pubblicità – presentino dinamiche distinte ma sempre più integrate. Se i modelli a pagamento sono cresciuti con tassi interessanti, soprattutto tra i grandi player, la raccolta pubblicitaria rappresenta ancora la componente dominante delle entrate, specie nei mercati a larga scala.
| Tipologia ricavo | Quota stimata 2025 | Tendenza |
| Pubblicità digitale | 35% (media settore) | In lieve crescita (+2%) |
| Abbonamenti digitali | 5-7% (media settore) | Crescita costante (+3%) |
I principali gruppi editoriali hanno lavorato per rafforzare la complementarità tra le due fonti, adottando modelli ibridi (paywall flessibili, offerte “freemium”, soluzioni ad-supported) in grado di assecondare le diverse propensioni alla spesa dei lettori. Nondimeno, l’incremento della pubblicità è stato sostenuto dall’adozione di formati innovativi e dal ricorso alle piattaforme di distribuzione cross-mediali. Tuttavia, il calo dei volumi da referral e la frammentazione degli investimenti sugli ecosistemi digitali impongono una continua ridefinizione delle strategie di pricing, retention e segmentazione.
L’avvento delle tecnologie basate su intelligenza artificiale sta cambiando le regole dell’ecosistema dell’informazione digitale, modificando profondamente sia i processi produttivi sia le logiche di fruizione delle notizie. L’integrazione di AI generativa nei motori di ricerca e nei browser comporta infatti un accesso sempre più diretto alle risposte informative, spesso bypassando la visita ai siti editoriali.
Questo fenomeno, noto come “soddisfazione in SERP”, comporta una riduzione del volume di traffico organico verso le fonti originarie e può, nel medio periodo, comprimere l’acquisizione di nuovi abbonati.
Le conseguenze tangibili si riflettono sia sui livelli di click-through, diminuiti fino a un terzo per le prime posizioni nelle ricerche con AI Overviews, sia sul reclutamento di nuovi utenti: si stima che, per le grandi testate, il 40% delle nuove sottoscrizioni digitali parta da funnel attivati da Google, e che un calo del 15% nel referral possa ridurre del 6% annuo le nuove attivazioni.
Nonostante queste criticità, gli editori più innovativi, fra cui RCS, stanno investendo in strumenti evoluti per ottimizzare l’offerta e segmentare le proposte, sperimentando modelli di contenuto più coinvolgenti e flessibili.
Sul fronte pubblicitario, la riduzione stimata dei ricavi digitali legati al traffico Search può variare notevolmente: per RCS si prospetta, in uno scenario stressato, una perdita cumulata su cinque anni fino a circa 94 milioni di euro.
L’analisi dei flussi di accesso ai contenuti editoriali mette in luce alcune tendenze dirompenti che stanno trasformando la relazione tra le testate e i loro pubblici digitali. Nel marzo 2025, le ricerche condotte dal Pew Research Center hanno evidenziato che, in presenza di riepiloghi generati dall’intelligenza artificiale nelle SERP, la propensione al clic sui risultati tradizionali si è ridotta in modo significativo (8% rispetto al 15% in assenza di riepilogo). Inoltre, il clic su link all’interno dei riepiloghi resta marginale, non superando l’1%.
La quota di referral da Google Search e Discover rappresenta, nel caso dei principali gruppi editoriali italiani, circa il 35% delle pagine viste complessive. L’erosione del traffico da motore di ricerca, specialmente nei canali informativi, ha comportato nell’ultimo anno cali fra l’1% e il 25% nei referral annuali, con una mediana ricorrentemente negativa. Il fenomeno è accentuato tra le testate news, dove la presenza di riepiloghi AI interessa proprio le query più informative.
L’analisi prospettica sull’andamento del settore pone in luce rischi e potenzialità collegati all’attuale fase di transizione digitale. Tra i principali elementi di incertezza spicca la crescita della penetrazione di risposte generative nelle query informative, che in diversi scenari può portare a una perdita cumulata per l’industria nazionale compresa tra 55 e 335 milioni di euro sui prossimi cinque anni. Gli effetti indiretti colpiscono sia la pubblicità che la capacità di attrarre nuovi abbonati.
In questo scenario si presentano alcune opportunità di rilancio e innovazione:
L’evoluzione dei ricavi digitali e degli abbonamenti nei principali gruppi italiani fotografa una stagione di profondi mutamenti ma anche di rinnovata vitalità strategica. Le strategie di RCS e dei maggiori competitor si distinguono per il progressivo ampliamento dell’offerta, l’integrazione tra testate e nuove iniziative audiovisive, nonché per una crescente attenzione all’impiego dell’intelligenza artificiale al servizio dell’efficienza e della personalizzazione.
Pur in presenza di un contesto di volatilità e incertezza, la resilienza mostrata dagli editori più innovativi fa intravedere prospettive di adattamento competitivo. L’adozione di modelli di ricavo misti, il presidio dei nuovi canali di accesso all’informazione e l’investimento su nuovi format digitali rappresentano le direttrici principali su cui il settore può basare il proprio sviluppo nel prossimo quinquennio. La chiarezza sui dati, la trasparenza delle strategie e l’affidabilità delle fonti restano pilastri indispensabili per consolidare la fiducia dei lettori e degli stakeholder in un mercato in costante ridefinizione.