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Come verificare che la CU 2025 (certificazione Unica) sia corretta e cosa fare in caso di errore

di Marianna Quatraro pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
verificare cu corretta

Quali sono i sistemi possibili per verificare che la Certificazione Unica 2025 sia correttamente compilata: le soluzioni in caso di errore

Il periodo di consegna della Certificazione Unica 2025 da parte dei sostituti d’imposta ai lavoratori è iniziato ufficialmente il 18 marzo 2025. La CU, documento fiscale imprescindibile, attesta i redditi percepiti e rappresenta la base sia per la dichiarazione dei redditi sia per il calcolo dell’ISEE e di eventuali agevolazioni.

Controllare che la CU sia corretta è importante per evitare problemi o sanzioni future: ogni lavoratore deve verificare i dati riportati, le ritenute fiscali, gli oneri deducibili e le detrazioni indicate.

Come ottenere e verificare la Certificazione Unica 2025

  • Scaricare il modello CU 2025 dal proprio Cassetto Fiscale nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate.
  • Per lavoratori pubblici la CU è scaricabile anche dal portale NoiPA, mentre i pensionati possono utilizzare il servizio “Cedolino della pensione” di INPS o l’app INPS Mobile per accedere rapidamente al documento.
Una volta scaricata la Certificazione Unica, è opportuno:
  • Verificare la corrispondenza delle somme erogate (competenze, premi, rimborsi, trattenute) con buste paga e altre certificazioni ricevute.
  • Controllare la presenza di eventuali bonus, detrazioni per familiari a carico o trattamenti integrativi (compreso il cosiddetto “Bonus Natale” per chi ne aveva diritto).
  • Accertarsi che i dati anagrafici e il codice fiscale siano esatti.
Il software Desktop Telematico, distribuito dall’Agenzia delle Entrate, aiuta anche nella verifica delle anomalie rispetto alle specifiche tecniche e circolari di controllo: le incongruenze vengono segnalate con messaggi specifici.

Cosa fare in caso di errori nella CU 2025

Se vengono riscontrati errori nella Certificazione Unica, come dati reddituali non corrispondenti, sbagli nelle ritenute od omissioni di bonus e oneri, è necessario:

  1. Contattare tempestivamente il datore di lavoro (o altro sostituto d’imposta, come l’INPS) e richiedere la rettifica della certificazione. Il sostituto d’imposta è obbligato a correggere e consegnare al lavoratore una versione aggiornata della CU, specificando l’annullamento della certificazione precedente.
  2. Ricevere la nuova CU (può essere inviata tramite PEC, consegna fisica o resa disponibile nei portali web: questo consente di aggiornare anche la dichiarazione precompilata, come specificato dall’Agenzia delle Entrate).
  3. Nel caso il sostituto non corregga la CU o persista una discordanza tra il reddito reale e quello dichiarato, il contribuente deve riportare i dati corretti sul Modello 730/2025:
  • Quadro C: inserire i redditi di lavoro dipendente e assimilati come da certificazione;
  • Rigo E26: indicare “altri oneri deducibili” usando il codice 21 nella Colonna 1 per segnalare somme che non avrebbero dovuto concorrere a formare il reddito, e l’importo non effettivamente percepito nella Colonna 2.
Se il reddito certificato è superiore a quello effettivamente incassato, il rischio è di dover pagare imposte più alte. Correggere l’errore intervenendo nella dichiarazione può ridurre le tasse dovute e prevenire contestazioni.

Coinvolgimento del CAF o commercialista

Se si utilizza l’assistenza fiscale, il CAF o il professionista abilitato può ricevere la CU rettificata per predisporre la dichiarazione aggiornata.

Ultime novità e adempimenti CU 2025

  • Dal 2025, l’invio della CU non è più obbligatorio per i contribuenti in regime forfettario e di vantaggio in base al DLgs n. 1/2025 (decreto "Adempimenti").
  • Il termine per la comunicazione ordinaria è il 17 marzo 2025, mentre per le certificazioni di lavoro autonomo abituale (partite IVA) il termine è slittato al 31 marzo 2025.
  • Il modello CU 2025 introduce nuovi dati obbligatori relativi a bonus, fringe benefit, trattamenti integrativi speciali e rafforzamento del prospetto familiari a carico, per adeguarsi agli aggiornamenti normativi e fiscali.
  • Ravvedimento operoso: è stato chiarito che il ritardo o l’errore nell’invio della CU può essere sanato pagando una sanzione ridotta, a condizione che l’invio corretto avvenga spontaneamente prima del controllo dell’Agenzia delle Entrate.

Gestione di errori dopo l’invio della CU

Se si trova un errore dopo l’invio della Certificazione Unica, la correzione non comporta sanzioni se avviene entro 5 giorni dalla scadenza (es. entro il 22 marzo 2025 per la scadenza ordinaria). Oltre questo termine, la sanzione viene ridotta se la rettifica avviene entro 60 giorni dalla scadenza.

Il sostituto d’imposta deve trasmettere la versione corretta per via telematica e informare il lavoratore della modifica.

Conseguenze di errori nella CU su dichiarazione dei redditi

A causa dell’integrazione della Certificazione Unica nei dati precompilati del Modello 730 o Redditi PF, un errore nella CU si ripercuote direttamente sulla dichiarazione dei redditi. Lavoratori e pensionati devono:

  • Verificare i dati precompilati.
  • Integrarli o correggerli in base all’ultima CU in possesso.
L’intervento manuale comporta la perdita dei vantaggi sulle verifiche documentali automatizzate da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Effetti sul conguaglio fiscale

Correggere la CU può alterare il conguaglio fiscale (saldo di imposte e ritenute operate durante l’anno). Errori nella certificazione possono generare a loro volta debiti o crediti d’imposta inattesi per il lavoratore.

Consiglio: per situazioni complesse o discordanze persistenti tra somme percepite e quanto dichiarato, è opportuno rivolgersi direttamente all’Agenzia delle Entrate o ai Caf/consulenti.

Le sanzioni per errori, omissioni o ritardi

  • La mancata o errata trasmissione della CU comporta in generale una sanzione di 100 euro per ogni certificazione (massimo 50.000 euro per sostituto).
  • Se la CU corretta è trasmessa entro 5 giorni dalla scadenza non si applicano sanzioni; entro 60 giorni la sanzione è ridotta a un terzo (33,33 euro per ogni CU, massimo 20.000 euro).
  • Dal 2024 è ammesso il ravvedimento operoso per regolarizzare spontaneamente errori, anche oltre i 60 giorni, con ulteriori riduzioni delle sanzioni.

 

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