L’ingresso nella pubblica amministrazione rappresenta per molti laureati un passo determinante per l’avvio della carriera lavorativa. In tale scenario, la valutazione dei titoli accademici ha assunto negli anni nuovi connotati, complice la crescente necessità delle amministrazioni di individuare criteri sempre più adeguati per la selezione dei candidati. Una recente svolta normativa e giurisprudenziale ha introdotto un criterio destinato a ridisegnare le regole della competizione: quello della cosiddetta laurea “fresca”. L’attribuzione di un punteggio raddoppiato ai titoli di studio conseguiti in tempi prossimi al bando solleva domande e aspettative su uguaglianza, trasparenza e valorizzazione del merito tra i partecipanti ai concorsi.
Quando una laurea è considerata 'fresca' nei concorsi pubblici
Nel contesto dei concorsi pubblici, la definizione di "laurea fresca" si riferisce a un titolo conseguito in un arco temporale ravvicinato rispetto alla pubblicazione del bando di selezione. Secondo recenti bandi e la giurisprudenza amministrativa, in particolare, possono essere considerate “fresche” le lauree ottenute entro un determinato numero di anni dalla data del bando, periodo solitamente compreso tra i 5 e i 7 anni, anche se la soglia può variare in base alle scelte delle singole amministrazioni.
Ciò significa che coloro che hanno terminato il ciclo di studi universitari da poco tempo sono messi nella posizione di competere alla pari con candidati più esperti, che negli anni hanno potuto arricchire il proprio curriculum con master, dottorati o esperienze lavorative. La ratio della previsione va rintracciata nell’esigenza di riconoscere e premiare l’attualità delle conoscenze, riducendo il divario tra neolaureati e professionisti con esperienze pregresse. Nel dettaglio:
- Le lauree “fresche” vengono individuate con riferimento a bandi che specificano il termine massimo dal conseguimento, consentendo solo a chi rientra in quel periodo di accedere al punteggio aggiuntivo.
- L’intento è quello di valorizzare la preparazione accademica aggiornata, specie in settori in costante evoluzione normativa e tecnologica.
- La previsione ha il fine di garantire pari opportunità tra categorie di candidati con background fortemente diversificati, tra cui neolaureati e professionisti di maggiore anzianità accademica.
Alla base di tale criterio vi è la convinzione che
una formazione recente rappresenti un elemento di valore, in grado di dare un contributo tempestivo ed efficace alla Pubblica amministrazione.
Il valore aggiunto della laurea fresca: principi di uguaglianza e meritocrazia
Il riconoscimento di un valore aggiunto ai titoli di studio conseguiti di recente poggia su principi costituzionali di uguaglianza sostanziale e sul rispetto della meritocrazia. Questo meccanismo si prefigge di riequilibrare la competizione tra chi entra per la prima volta nel mercato del lavoro e chi, invece, ha già potuto sviluppare una carriera grazie a ulteriori titoli o esperienze.
Il ragionamento dei giudici amministrativi sottolinea come la differenza tra le due categorie sia marcata: da un lato, giovani laureati senza esperienza, privi di master o altri titoli avanzati; dall’altro, candidati che hanno avuto il tempo di accumulare punteggi aggiuntivi grazie a un lungo percorso post-universitario. L’attribuzione di punti ulteriori alle “lauree fresche”:
- Attenua lo svantaggio strutturale dei neolaureati, garantendo loro un accesso più equo alla selezione.
- Incentiva il ricambio generazionale nelle amministrazioni pubbliche, favorendo l’inserimento di professionalità giovani e aggiornate.
- Rende più meritocratica la competizione: la compensazione premia il merito “attuale”, senza sminuire l’esperienza dei profili più maturi.
Sentenza TAR Lazio n. 15825/2025: raddoppio dei punti per le lauree recenti
Un vero punto di svolta giuridico è rappresentato dalla
sentenza n. 15825/2025 del Tar del Lazio. Tale decisione ha stabilito che ai concorrenti che abbiano conseguito il titolo di laurea in un arco temporale limitato precedente al bando di concorso
deve essere riconosciuto un punteggio doppio rispetto a quello ordinariamente attribuito. I giudici hanno chiarito vari aspetti di rilievo:
- La misura non rappresenta una discriminazione, bensì una strategia premiale pienamente coerente con i principi costituzionali.
- L’opzione amministrativa di riconoscere valore extra alla “freschezza del titolo” mira a favorire l’uguaglianza reale tra candidati eterogenei per esperienza e background.
- Il meccanismo meccanicistico di raddoppio viene definito uno strumento tecnico per riequilibrare la competizione, contrastando la naturale debolezza dei concorrenti più giovani – i quali, proprio perché appena laureati, non hanno avuto il tempo materiale di conseguire altri titoli valutabili ai fini concorsuali.
- La valorizzazione di conoscenze aggiornate si traduce in un interesse pratico per la funzionalità della PA, che ricerca personale pronto a rispondere alle sfide dell’amministrazione moderna.
Obiettivi del meccanismo premiale: riequilibrare la competizione tra candidati
L’attribuzione di
punti aggiuntivi alle lauree fresche ha come principale obiettivo il bilanciamento delle possibilità di accesso tra tipologie di candidati differenti. Questo meccanismo premiale:
- Tutela i giovani che, essendo agli inizi della loro carriera, non possono disporre di un curriculum ricco di master, specializzazioni o anni di servizio nella PA.
- Restituisce equità alle selezioni, riequilibrando i vantaggi competitivi acquisiti dai candidati senior nel corso del tempo.
- Risponde all’esigenza pubblica di innestare forze nuove negli organici, alimentando la dinamicità e la modernizzazione del pubblico impiego.
La previsione di
punteggi supplementari per chi ha conseguito una laurea da pochi anni non corrisponde a una concessione di favore, ma viene ritenuta una misura idonea a garantire l’effettiva parità di accesso e la valorizzazione di coloro che possono apportare al settore pubblico conoscenze e strumenti immediatamente fruibili.
Impatto sul sistema di valutazione: competenze aggiornate e sapere immediatamente spendibile
L’adozione di criteri premiali per le “lauree fresche” incide profondamente sul sistema di valutazione dei titoli nei concorsi pubblici. Premiare i titoli ottenuti di recente equivale a riconoscere il valore di:
- Competenze aggiornate, acquisite secondo le metodologie e i contenuti accademici più attuali;
- Preparazione in linea con le esigenze normative e digitali delle amministrazioni, sempre più orientate alla digitalizzazione e all’innovazione;
- Capacità di rapido inserimento nell’attività amministrativa, grazie a un know how meno distante rispetto alle continue trasformazioni che attraversano il comparto pubblico.
Il sistema così strutturato non elimina la competizione, ma
offre una valutazione più ampia e dinamica del merito, considerando sia l’esperienza sia la freschezza del sapere. Questo approccio mira a creare un equilibrio:
- Chi ha avuto tempo di completare un percorso professionale ricco di titoli mantiene il proprio vantaggio competitivo;
- I neolaureati possono vantare un punto di forza grazie all’attualità delle competenze.
Discrezionalità delle amministrazioni e criteri nei bandi di concorso
Le scelte in materia di premialità attribuite alle “lauree fresche” rientrano nell’ampia
discrezionalità degli enti che bandiscono le selezioni. Normativa, regolamenti e sentenze riconoscono all’amministrazione
il potere di adottare criteri differenti in funzione delle specifiche esigenze del reclutamento:
- Ogni bando può indicare in modo autonomo quali titoli sono equiparati e quali siano i parametri temporali per la qualifica di laurea “fresca”.
- Le amministrazioni hanno facoltà di modellare i punteggi secondo le necessità organizzative e le linee di reclutamento di professionalità utili all’ente in quel momento storico.
- Non esistono parametri rigidi e invariabili: la strategia premiale si inserisce nella flessibilità di ciascuna procedura concorsuale, sempre nel rispetto dei principi di trasparenza e imparzialità.