La scelta di aderire al concordato preventivo biennale dipende dalle condizioni economiche e fiscali di ciascun contribuente. Facciamo il punto.
Il concordato preventivo biennale è uno strumento introdotto per consentire ai contribuenti, in particolare titolari di partita Iva e aziende che applicano gli Isa, di trovare un accordo con il fisco per determinare in anticipo il reddito imponibile e le imposte da pagare per un periodo di due anni.
Questo meccanismo, in vigore per il biennio 2024-2025, offre una serie di vantaggi ma comporta anche alcuni rischi che devono essere valutati. Di seguito, una panoramica completa sui pro e contro, nonché sulle situazioni in cui conviene aderire a questo accordo fiscale:
Uno dei vantaggi principali è la protezione da accertamenti fiscali dettagliati da parte dell’Agenzia delle Entrate. Aderendo al concordato, il contribuente è al riparo da verifiche approfondite, salvo casi di irregolarità evidenti.
Sapere in anticipo quali saranno le imposte da pagare consente una pianificazione finanziaria precisa e a lungo termine, riducendo l’incertezza legata ai cambiamenti improvvisi nei guadagni. Ed è utile per le piccole e medie imprese che vogliono evitare sorprese nei momenti di dichiarazione dei redditi.
Il concordato prevede una flat tax agevolata su eventuali incrementi di reddito rispetto agli anni precedenti. L'aliquota varia tra il 10% e il 15%, a seconda del punteggio ottenuto dagli isa e consente di beneficiare di una tassazione inferiore sui guadagni extra, incentivando l’imprenditore a dichiarare più reddito senza paura di penalizzazioni fiscali troppo gravose.
I contribuenti che aderiscono al concordato e mantengono un alto punteggio di affidabilità fiscale (tramite gli ISA) possono accedere a ulteriori vantaggi, come l'esonero dal visto di conformità per le compensazioni Iva superiori a determinate soglie. Questo vantaggio semplifica la gestione delle dichiarazioni e riduce i costi legati alla compliance fiscale.
Una delle principali critiche al concordato preventivo riguarda la sua rigidità. Una volta stabilito l'accordo con il Fisco, il contribuente è vincolato a pagare le imposte calcolate, anche se l’attività economica subisce una flessione o un calo significativo. Si tratta di un rischio per le aziende che operano in settori caratterizzati da alta volatilità o da incertezza economica.
Se l’attività economica genera meno reddito rispetto a quanto previsto al momento dell'adesione al concordato, il contribuente si troverà comunque a pagare l'importo delle imposte stabilito in anticipo. In altre parole, non c'è possibilità di ridurre il carico fiscale in funzione della diminuzione dei profitti, a meno che non si verifichino circostanze straordinarie che causino una riduzione del reddito superiore al 30%.
L'adesione al concordato preventivo è disponibile solo per determinate categorie di contribuenti, come coloro che hanno presentato regolarmente la dichiarazione dei redditi negli ultimi tre anni e che non hanno debiti fiscali pendenti superiori a 5.000 euro. I contribuenti con precedenti penali legati a reati fiscali non possono accedere a questo regime, restringendo la platea di possibili beneficiari.
Se il contribuente non raggiunge gli obiettivi di reddito stabiliti dal concordato, potrebbe perdere alcuni dei benefici legati agli Isa, oltre a eventuali agevolazioni fiscali future che potrebbero essere introdotte in seguito. Questo può comportare un aumento dei costi di gestione fiscale e una riduzione del vantaggio competitivo dell’impresa.
L’adesione al concordato preventivo biennale è allora conveniente per: