L’Italia si trova di fronte a una questione complessa: migliorare la qualità dell’istruzione e la sua capacità di fornire competenze utili per il mercato del lavoro.
L’istruzione dovrebbe essere la chiave per lo sviluppo delle competenze fondamentali, come la lettura e il calcolo, ma in Italia emerge una realtà complessa. Secondo i dati Ocse del 2024, le competenze degli adulti italiani laureati risultano inferiori rispetto alla media dei Paesi Ocse, con un distacco di 11 punti nella capacità di lettura e di 17 punti nel calcolo. Per i titoli inferiori, l’Italia si avvicina o supera la media internazionale. Si tratta di una situazione solleva interrogativi sulle lacune strutturali del sistema educativo italiano. Vediamo quindi:
Il sistema educativo italiano è caratterizzato da elevati tassi di abbandono scolastico e da un ridotto numero di laureati rispetto alla media europea. Nel nostro Paese, solo il 53% degli immatricolati consegue una laurea triennale, contro percentuali superiori in Francia, Regno Unito e Spagna. Gli studenti italiani impiegano più tempo per completare il percorso universitario: mentre in Europa il 50% dei laureati ottiene il titolo entro i 25 anni, in Italia questa percentuale scende al 37%.
Un altro problema riguarda il basso tasso di iscrizione all’università. Solo il 50% dei diplomati italiani sceglie di proseguire gli studi, contro una media Ocse del 65%. Questo limite è aggravato da una percezione diffusa che il titolo accademico non garantisca migliori opportunità lavorative o retributive.
In Italia, il titolo di studio non sembra essere un prerequisito per accedere a posizioni di vertice. Solo il 27% dei dirigenti italiani è laureato, contro l’84% della Finlandia o il 77% della Francia. Questo scenario suggerisce che il mercato del lavoro italiano non premia le competenze accademiche, preferendo spesso esperienze pratiche o contesti familiari.
La relazione tra competenze e retribuzione evidenzia un altro limite del sistema italiano. Nel nostro Paese, la retribuzione mediana lorda oraria è di 19 dollari, contro i 23 della media Ocse. Il divario diventa più evidente per i livelli di competenza elevati: mentre nei Paesi Ocse le persone con competenze avanzate ottengono aumento retributivi, in Italia questi incrementi sono limitati.
La bassa valorizzazione delle competenze si traduce in un disincentivo a investire in istruzione. In Italia, alcuni settori, come quello artistico e sportivo, premiano retribuzioni elevate anche senza titoli accademici, con guadagni che in alcuni casi superano quelli dei laureati.