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Cosa succede allo stipendio dei dipendenti nel 2025 che non hanno ricevuto rinnovo contratto nazionale

di Chiara Compagnucci pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
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Cosa accade allo stipendio dei dipendenti nel 2025 senza rinnovo del contratto nazionale e quali effetti possono avere su salari e aumenti

Nel corso del 2025, una percentuale consistente dei lavoratori dipendenti italiani si troverà senza il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), con ripercussioni dirette sulle retribuzioni. Il nuovo quadro normativo e fiscale definito dalla recente Legge di Bilancio, unito all'andamento delle trattative sindacali, ridefinisce i parametri di calcolo dello stipendio mensile, introducendo variazioni che coinvolgono la generalità dei settori, dal pubblico al privato. 

Condizioni degli stipendi senza rinnovo del CCNL, scenario 2025

L’assenza di un rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro entro il 2025 riguarda circa il 43,7% dei lavoratori dipendenti. Secondo i dati più recenti, alla fine di giugno 2025 si contano 31 CCNL in attesa di rinnovo, coinvolgendo circa 5,7 milioni di dipendenti. Nel caso in cui il CCNL di categoria non sia aggiornato, la retribuzione ordinaria continua ad essere calcolata secondo i vecchi parametri, senza i previsti adeguamenti all’inflazione o alle dinamiche di mercato. Tuttavia, vengono erogati alcuni elementi accessori di tutela economica, in particolare l’indennità di vacanza contrattuale (IVC), un emolumento una tantum che compensa parzialmente la mancata rivalutazione salariale durante la fase di vacanza del contratto.

L’IVC viene riconosciuta secondo la normativa vigente (art. 47-bis, D.lgs. 165/2001 e successive modifiche), con incrementi progressivi all’aumentare dei mesi di assenza di rinnovo. Dal luglio 2025 è stato previsto un nuovo aumento del +1% sulle retribuzioni lorde dei dipendenti pubblici, mentre nel mese di aprile era già intervenuto un primo incremento dello 0,6%. Si evidenzia che per alcuni contratti come i dirigenti enti zootecnici, questa indennità sale al 50% del tasso d’inflazione programmato dal settimo mese di vacanza contrattuale. Nel settore privato, numerosi comparti prevedono l’erogazione di importi a titolo di elemento economico di garanzia (EGR) o premi una tantum con la retribuzione di aprile 2025.

  • Elemento economico di garanzia per i dipendenti di aziende prive di contrattazione di secondo livello (ad esempio, 250-280 euro lordi annui in diversi comparti).
  • Premi annuali o contributi integrativi nei principali CCNL tra cui industria tessile, metalmeccanici artigianato, chimici e commercio.
  • Aumento dei minimi tabellari dal 1° aprile per vari comparti industriali (chimico-farmaceutico, gomma-plastica, lavanderie, vetro, ecc.).
La mancata sottoscrizione del rinnovo comporta anche un incremento medio minore delle retribuzioni contrattuali orarie: nel primo semestre 2025 la crescita media è stata del 3,5%, ma con sostanziale stagnazione nei comparti con CCNL scaduto, rispetto a quelli aggiornati.

Nuova Irpef 2025 e taglio del cuneo fiscale: impatto sugli stipendi senza rinnovo

Un elemento centrale nel calcolo dello stipendio 2025, a prescindere dal rinnovo contrattuale, riguarda l’applicazione delle nuove aliquote Irpef e il rafforzamento delle misure strutturali di riduzione del cuneo fiscale-introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 (Gazzetta Ufficiale). La riforma Irpef ora suddivide il reddito complessivo in tre scaglioni, anziché quattro, con beneficio tangibile soprattutto per i redditi medio-bassi.

  • Aliquota unica 23%: per redditi da 8.500 a 28.000 euro, tale aliquota sostituisce quelle precedenti al 23%-25%, generando una riduzione di imposta e quindi un aumento netto in busta paga per molti dipendenti.
  • I restanti scaglioni: aliquota 35% tra 28.000 e 50.000 euro; aliquota 43% oltre 50.000 euro. Nessuna variazione per questi livelli di reddito rispetto al 2024.
In parallelo, il taglio del cuneo fiscale viene confermato e reso strutturale anche nel 2025, con una riduzione dei contributi per i lavoratori:
  • Fino al 7% di sgravio per i lavoratori con reddito lordo annuo fino a 25.000 euro (1.923 euro lordi mensili).
  • 6% di sgravio per chi percepisce tra 25.000 e 35.000 euro annui (max 2.692 euro lordi mensili).
  • Detrazione fissa di 1.000 euro tra 20.000 e 32.000 euro, decrescente fino a 40.000 euro.
Le misure favoriscono chi si trova nei segmenti di reddito medio-basso e generano incrementi netti di importo variabile. Per un approfondimento su stime, esempi pratici di calcolo e analisi dei diversi comparti si rimanda a questo focus sull’aumento medio degli stipendi.

Effetti particolari per settore e ruolo: indennità, una tantum e premi collegati al CCNL

In assenza di rinnovi, i lavoratori non godono dell’adeguamento dei minimi contrattuali, ma possono ottenere:

  • Emolumenti una tantum, come visto per i lavoratori pubblici e statali (indennità vacanza contrattuale, arretrati post-rinnovo).
  • Elementi economici di garanzia calcolati pro quota in base ai mesi di servizio.
  • Aumenti specifici degli importi assicurativi o previdenziali (ad esempio, nei settori tessile e calzaturiero dal 1° aprile 2025 incrementi dei contributi previsti dai fondi di categoria).
  • Erogazione di Premi di Performance in contesti privi di contrattazione di secondo livello, ad esempio nell’ICT, in misura annuale e omnicomprensiva.
Nel settore pubblico, l’erogazione si concentra sull’IVC e su eventuali anticipi di futuri aumenti legati al prossimo triennio di contrattazione: per la PA centrale nel 2025 si prevede un aumento medio del 5,74% (circa 160 euro mensili), con ulteriore incremento in caso di salario accessorio. Nei comparti locali e nelle agenzie statali, aumenti specifici sono disciplinati dalle circolari MEF e da provvedimenti ARAN.

Nel settore privato (commercio, manifatturiero, terziario), dal 2025 vengono erogate maggiorazioni di minimi tabellari per diversi comparti e premi fissi per i lavoratori in aziende prive di contrattazione aziendale. Si segnala inoltre che, in assenza di rinnovo, possono essere assegnati importi ridotti rispetto agli aumenti previsti dai rinnovi contrattuali, con ritardi nei benefici.

FAQ: domande frequenti su stipendio senza rinnovo CCNL nel 2025

Chi riceverà aumenti in assenza di rinnovo contrattuale nel 2025?

Gli aumenti automatici riguarderanno soltanto gli effetti della riforma Irpef, del taglio del cuneo fiscale, degli elementi economici di garanzia e, per il pubblico impiego, dell’indennità di vacanza contrattuale. I lavoratori senza rinnovo non riceveranno gli incrementi minimi previsti dai nuovi CCNL, salvo erogazione di importi una tantum.

Nel privato, sono previsti arretrati o premi collegati al mancato rinnovo?

Sì, diversi CCNL prevedono l’erogazione di importi a titolo di EGR o premi una tantum per i lavoratori a tempo indeterminato, apprendisti e altri rapporti in forza, privilegiando chi ha maturato almeno dodici mesi di servizio.

Come verificare la corretta applicazione dello sconto contributivo e fiscale?

Le detrazioni e riduzioni vengono calcolate direttamente in busta paga a cura del datore di lavoro; il dettaglio è consultabile nel cedolino mensile e nella Certificazione Unica (CU). Maggiori informazioni sono reperibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate e della Ragioneria dello Stato.

 

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