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Cosa succederà alle nostre vite entro 2 anni a causa dell'Intelligenza artificiale? Un documento sta facendo molto discutere

di Marcello Tansini pubblicato il
Conseguenze Intelligenza artificiale

L'intelligenza artificiale, in rapida ascesa, promette trasformazioni radicali nei prossimi due anni: cambiamenti nel lavoro, nella vita quotidiana, sfide etiche, equilibri mondiali e inediti rischi per l'umanità.

La capacità delle nuove tecnologie IA di apprendere, analizzare dati e prendere decisioni in autonomia promette di rimodellare radicalmente i modelli sociali, economici e persino culturali. Quello che fino a pochi anni fa sembrava un tema relegato alla fantascienza è oggi oggetto di dibattito tra governi, aziende e cittadini. La svolta epocale si manifesterà nel prossimo biennio, in cui gli impatti di queste innovazioni saranno percepiti in modo ancora più incisivo nella vita quotidiana di persone, organizzazioni e istituzioni.
 

L’avvento dell’IA comporta opportunità e rischi: da un lato, un notevole aumento dell’efficienza e personalizzazione dei servizi, dall’altro criticità in termini di privacy, sicurezza, sostenibilità occupazionale e nuove forme di dipendenza tecnologica. Esperti come Daniel Kokotajilo e Nello Cristianini sottolineano l’urgenza di una riflessione non solo su ciò che l’intelligenza artificiale riuscirà a cambiare sul piano operativo, ma anche su come cambieranno le nostre vite IA nell’essenza dei rapporti umani e nelle regole sociali. Le previsioni sul prossimo futuro si basano su scenari di ricerca pubblicati e su dati recenti che evidenziano, ad esempio, la rapidità con cui gli agenti artificiali stanno uscendo dai laboratori per entrare nelle applicazioni reali a beneficio (ma anche a rischio) di tutti.

Le tappe dell’evoluzione: scenari e trasformazioni dal 2025 al 2027

Nel periodo che va dal 2025 al 2027, le evoluzioni dell’IA promettono di essere vertiginose. Le fonti più autorevoli riportano una serie di tappe cruciali che porteranno la tecnologia a un grado di autonomia e sofisticazione senza precedenti:

  • 2025: Assistiamo alla democratizzazione degli agenti artificiali, una svolta rispetto agli strumenti di IA finora conosciuti. Si tratta di sistemi che non si limitano a rispondere, ma compiono anche azioni autonome, dalla prenotazione di viaggi alla gestione finanziaria, fino all’interazione con servizi sanitari e pubbliche amministrazioni.
  • Fine 2025: Crescono nuove applicazioni in grado di migliorare altri sistemi IA, in particolare per attività di ricerca e sviluppo. Emergono, parallelamente, interrogativi su sicurezza e rischio di utilizzo malevolo di questi stessi strumenti.
  • 2026: Inizio anno, l’impiego dell’IA per potenziare se stessa accelera il progresso scientifico, con risultati attesi superiori del 50% rispetto all’era precedente. Gli agenti avanzati emergono soprattutto come strumenti specialistici, ormai superiori agli umani in ambiti specifici.
  • Metà 2026: La Cina si distingue per investimenti massicci e per la creazione di infrastrutture tecnologiche su larga scala, innescando una corsa internazionale all’innovazione IA e alla sicurezza informatica.
  • Fine 2026: Lo sviluppo incessante genera modelli IA ottimizzati per efficienza e minor consumo. Le imprese inseriscono agenti nei processi lavorativi e si registrano le prime crisi occupazionali nei settori tecnologici.
  • 2027: L’eccellenza raggiunta dagli agenti IA inizia a preoccupare gli esperti per la sua capacità di migliorare sé stessa. Emergono nuovi paradigmi cognitivi e nasce il dibattito sulla «coscienza» artificiale, con ripercussioni sulla governance e la sicurezza globale.

Come l’IA cambierà il lavoro e l’economia globale

Il quadro dell’occupazione mondiale sta subendo mutamenti epocali. Il World Economic Forum, nel suo Future of Jobs Report 2025, segnala un impatto ambivalente della diffusione dell’IA: alla crescita di nuove professioni, fa da contraltare la scomparsa di tanti ruoli tradizionali:
  • Nuovi lavori: Emergono figure professionali come specialisti in intelligenza artificiale, data scientist, ingegneri fintech e designer di applicazioni, insieme a ruoli nella sostenibilità energetica e mobilità autonoma.
  • Disoccupazione tecnologica: Compiti manuali e ripetitivi sono i primi bersagli della sostituzione, seguiti da ruoli impiegatizi e junior nell’informatica. Si sottolinea una crescente domanda di riqualificazione e formazione continua.
  • Competenza IA come requisito essenziale: La padronanza nell’utilizzo di applicazioni IA diventa la principale competenza richiesta dal mercato globale. Chi integra l’automazione ai processi produttivi conquista vantaggi strategici e retributivi concreti.
Gli effetti dell’IA sul mercato del lavoro (2025-2027)?

Effetto

Descrizione

Creazione posti di lavoro

+7% (170 milioni nuovi impieghi globali)

Perdita posti di lavoro

92 milioni eliminati per automazione

Reskilling necessario

59% della forza lavoro da riqualificare

Obsolescenza competenze

39% delle competenze attuali superate entro il 2030

Il rinnovo delle competenze e la collaborazione uomo-macchina si configurano come punto focale della trasformazione. Emerge il rischio di nuove disuguaglianze tra lavoratori capaci di integrarsi con l’IA e chi invece ne è escluso.

Impatto dell’IA nella vita quotidiana: servizi, salute e relazioni umane

I progressi recenti dimostrano che l’intelligenza artificiale è destinata a modificare non solo il lavoro, ma anche il vivere quotidiano:

  • Memoria infinita e assistenza personalizzata: Applicazioni avanzate saranno in grado di ricordare dati personali e storici sanitari, facilitando la gestione della salute, dell’istruzione e delle relazioni interpersonali. La telemedicina IA, già adottata in molte ASL, promette consulti e diagnosi on demand.
  • Operator e automazione dei servizi: Gli "Operator", agenti autonomi in sviluppo da OpenAI e altre aziende, eseguiranno compiti complessi come prenotazioni, pagamenti e gestione di eventi, migliorando l’efficienza di ogni servizio.
  • Relazioni digitali e dipendenza psicologica: L’IA è ormai alleata di molti nella gestione delle emozioni, fino a sostituire il supporto psicologico in alcuni casi, o a fornire partner virtuali personalizzati, ridefinendo il concetto stesso di affettività e socialità.
A fronte di vantaggi evidenti in termini di comfort e accessibilità, emergono anche rischi relativi all’isolamento sociale e alla percezione alterata della realtà, poiché molte decisioni vengono progressivamente delegate a sistemi automatizzati.

Sfide sociali ed etiche dell’adozione dell’intelligenza artificiale

L’introduzione massiccia dell’IA solleva una serie di interrogativi di natura etica e sociale sempre più urgenti:

  • Privacy e gestione dei dati: L’estensione della memoria degli algoritmi pone seri problemi rispetto alla tutela della riservatezza personale. Gli utenti apprenderanno a interrogarsi sulla sicurezza, anche legale, dei propri dati affidati a entità che spesso rispondono a regolamenti internazionali e non locali.
  • Disinformazione e perdita di spirito critico: L’invasività degli algoritmi nei processi decisionali rischia di erodere la capacità critica dei cittadini e la trasparenza nei processi democratici.
  • Sostituzione dei rapporti umani: L’automazione spinta delle interazioni personali, mediche, giuridiche o affettive espone al pericolo di una crescente disumanizzazione e perdita di empatia.
La società dovrà quindi affrontare scelte complesse su quali aspetti della vita quotidiana intenda digitalizzare e quale porzione di umanità sia disposta a sacrificare in nome della comodità e dell’efficienza algoritmica.

Geopolitica dell’IA: competizione tra Stati Uniti, Cina e l’Occidente

Nel contesto internazionale, la corsa allo sviluppo dell’intelligenza artificiale è diventata un tema di sicurezza nazionale ed economica:

  • Cina: Ha investito risorse quasi illimitate nella costruzione di datacenter e nello sviluppo di chip proprietari, puntando a ridurre il divario con l’Occidente. Attacchi informatici finalizzati all’acquisizione di software avanzati sono sempre più frequenti.
  • Stati Uniti: Rispondono con investimenti crescenti e controlli stringenti sulle esportazioni di tecnologie chiave, rafforzando partnership interne e cercando alleanze tra democrazie occidentali per mantenere la leadership globale.
  • Europa: Armonizzazione delle norme, come l’AI Act (linkabile su siti UE), e sforzi per bilanciare innovazione, diritti e valori condivisi.
Questa dinamica ha già portato a un inasprimento delle relazioni diplomatiche e a trattative analoghe ai trattati sulla non proliferazione nucleare, con il timore di una cyber-war strisciante come nuova frontiera della competizione globale.

L’urgenza di norme condivise sulla gestione e impiego dell’intelligenza artificiale si manifesta su scala globale. L’Unione Europea guida il processo di regolamentazione tramite il Regolamento UE sull’IA, con cui si introduce un approccio basato sulla valutazione dei rischi e sulla trasparenza degli algoritmi:

  • AI Act europeo: Stabilisce restrizioni per sistemi IA ad alto rischio e obbliga a valutazioni d’impatto e supervisione umana. Alcuni sistemi, ritenuti pericolosi per la dignità umana, vengono totalmente vietati.
  • Leggi extra-UE: La Corea del Sud ha emanato norme ispirate all’UE, mentre gli Stati Uniti procedono con legislazioni statali e federali, con un’attenzione crescente a tutela dei dati e copyright digitale.
  • Governance etica: Il Vaticano ha anch’esso adottato linee guida per garantire l’impiego trasparente ed etico dell’IA in settori sensibili come salute, giustizia e lavoro.
A livello operativo, l’enfasi è posta sulla creazione di organismi di controllo, sull’obbligo di evidenza degli output IA e sulla responsabilità degli sviluppatori per prevenire usi dannosi o discriminatori.